postato il 19 Gennaio 2011 | in "Casa, Famiglia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

La storia infinita della cedolare secca

La vicenda della introduzione della cedolare secca in Italia è esemplificativa di come si possano complicare inutilmente anche le cose più semplici.

L’Udc aveva proposto una cedolare secca al 20% come primo strumento per iniziare a sostenere le famiglie, infatti una cedolare a questi livelli avrebbe rappresentato un risparmio di circa un miliardo di euro per le famiglie; il governo aveva ipotizzato una cedolare secca al 25% che sarebbe stato un salasso per i piccoli redditi e non avrebbe aiutato per nulla le famiglie.

Oggi il Governo per agevolare il cammino del federalismo fiscale cerca di sostenere che i decreti attuattivi già contengono il sostegno alle famiglie e, nonostante l’on.le Galletti sostenga che ciò corrisponda al falso, il ministro Calderoli pensa di fare fessi tutti sdoppiando e complicando inutilmente la cedolare secca, con il risultato, invece, di aiutare solo i redditi alti.

Infatti, il nuovo impianto del Governo prevede due cedolari secche: una al 20% per i canoni concordati, e una al 23% per i canoni liberi. Se consideriamo questa ipotesi, allora osserviamo che solo solo i proprietari di immobili con un IRPEF sopra i 28.000 euro godranno di significativi risparmi fiscali, mentre sotto tale soglia i benefici economici si ridurranno e addirittura per le classi di reddito sotto i 15.000 euro l’applicazione della ”cedolare secca” comporterà un aumento di imposta, oscillante tra i 65 e gli 87 euro.

Per mascherare ciò il governo ha, come dicevamo, complicato le cose, infatti le due cedolari funzioneranno così: aliquota al 23% per i contratti a canone libero e aliquota al 20% per i canoni concordati con le associazioni sindacali di categoria; la differenza tra le due aliquote (23% la prima, 20% la seconda) dovrebbe servire a dare una detrazione del 3% per le famiglie degli inquilini con figli a carico.

Sembrerebbe quindi una cosa buona, ma nella realtà vi è un peggioramento, infatti secondo Bertolussi, segretario della CGIA di Mestre, aumentare del 3% l’aliquota a carico dei locatari per devolverla agli inquilini con una detrazione Irpef di pari importo, rischia di essere un’operazione inutile, perchè c’e’ il pericolo che questa novità non riservi agli inquilini nessun vantaggio economico ed è molto probabile che i proprietari recuperino questa maggiorazione di aliquota attraverso l’aumento del canone di affitto.

Proprio per questo motivo, quindi, sarebbe meglio ritornare al vecchio impianto suggerito dall’UDC, ovvero una cedolare del 20% che escluda i grossi patrimoni immobiliari, le società immobiliari e di costruzioni, favorendo invece le famiglie e i soggetti più deboli.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

1 Comment
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Giorgio
Giorgio
13 anni fa

Buongiorno,
sono proprietario di un immobile locato a canone concordato (10664 Euro lordi) e di un reddito da lavoro dipendente (circa 26000 Euro lordi).

La cedolare secca per il sottoscritto porterebbe a maggiori tasse per circa 300 Euro.

Diciamo le cose come stanno, questo tipo di provvedimento serve solo ad invogliare a mettersi in regola, quei contribuenti che affittano in nero perchè affittando regolarmente si vedrebbero applicata un’aliquota del 38% o del 43%.
Come avvenuto per lo scuso fiscale, lo Stato depone le armi nei confronti degli evasori.

Detto questo aggiungo che sarebbero utili anche provvedimenti per consentire la RAPIDA liberazione degli immobili quando il conduttore è moroso.
Allo stato attuale tutta la procedura è sulle spalle del locatore che difficilmente recupererà i canoni non pagati e le spese processuali da conduttore, ma spesso rischia anche di dover pagare le tasse sui canoni non percepiti salvo poi recuperarli nel corso degli anni.

Io sarei disponibile a pagare le tasse sul canone di locazione mese per mese, se avessi la certezza di poter liberare l’immobile nel giro di 15 giorni e senza dover passare per un Tribunale. Con l’informatizzazione dei pagamenti tutto questo è possibile a costo zero. La politica evidentemente ha altro cui pensare.



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