postato il 1 Dicembre 2010 | in "Politica"

L’Udc presenterà una mozione di sfiducia

Nel testo ci sarà l’indicazione per un nuovo governo di responsabilità

In questa legislatura abbiamo votato per 37 volte la sfiducia a questo governo: ora non abbiamo altra strada se non quella obbligata di presentare una mozione di sfiducia in coerenza con quanto fatto finora.
Nella mozione offriamo anche una indicazione per il futuro affinché si formi un’area di responsabilità che appoggi un nuovo governo. Il problema non e’ tanto cosa accadrà il 14 dicembre, ma il 15. Il problema vero è governare questo Paese. Non servono governicchi, ma un governo forte che affronti l’emergenza economica, che abbia un respiro più ampio.

Pier Ferdinando

6 Commenti
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Mimmo da Ardore
Mimmo da Ardore
13 anni fa

FINALMENTE!
E’ ARRIVATA L’ORA DI MOSTRARE LE CARTE E COSTRUIRE UN GRANDE CENTRO CHE GOVERNI QUESTO PAESE E SOSTITUIRE UN BERLUSCONI CHE PENSA SOLO A TIRARE AVANTI ALLA MENO PEGGIO.
C’E’ BISOGNO DI UN GOVERNO CHE GOVERNI E CHE LO FACCIA BENE!
C’E’ BISOGNO DI UN GOVERNO DI CENTRO!!!
NON GUARDATE LE STATISTICHE E DITE AGLI ITALIANI DI NON FARSI INFLUENZARE DA STATISTICHE CHE SONO FATTE A TAVOLINO. GLI ITALIANI CI DARANNO FIDUCIA, INDIPENDENTEMENTE DA QUESTE STATISTICHE CHE INFLUENZANO IL PENSIERO DEI DEBOLI, DEGLI INDECISI E DI QUELLI CHE NON SEGUONO LA POLITICA!!!

cesare barbadoro
13 anni fa

Caro Casini,
da cittadino cattolico ho sostenuto elettoralmente l’UDC in quanto ispirato ai valori cristiani, del rispetto alla persona, della solidarietà e della lealtà.
L’essere uomini significa dimostrare coerenza ai valori in cui si crede. Per un politico dell’UDC speravo fosse il proporre e il perseguire finalità conformi all’etica e alla morale degli ideali cui si fa riferimento: quelli della cristianità. Di conseguenza, e coerentemente a questo inestimabile ed irrinunciabile valore spirituale e sociale, rientrano, da parte dei politici dell’UDC, obblighi di coerenza e di lealtà all’ideale del partito e al programma promesso all’elettorato.
Mi domando: che testimoni sei dei valori, cui pubblicamente dichiari ispirarti se, di fatto, in questa delicatissima e drammatica situazione economica, sociale e ambientale del Paese, anziché perseguire prioritariamente l’interesse pubblico, tradisci la linea politica promessa all’elettorato per avere, come minoranza strategica in un futuribile quadro politico instabile, maggior peso da mercanteggiare sottobanco nel bipolarismo italiano. Come già in passato, dove astuti, opportunisti e sleali uomini della peggior politica italiana hanno dato deplorevole esempio.
Attenzione, tu stai “traghettando” il peso politico del pensiero cattolico verso un’area diversa, non certo voluta dagli elettori, in una sciagurata iniziativa, da “armata Brancaleone”, con l’anticlericale Fini e compagni.
Iniziativa non certo finalizzata al fine di creare un’area politica eticamente migliore!
E’ immorale servirsi del potere che l’elettorato ti ha conferito per finalizzarlo a scopi personali e di potere. Così, come Fini, lo si tradisce!

In fede.

Antonia
Antonia
13 anni fa

Dimenticavo, se dovesse cadere il governo si va al voto! Per rispondere a Mimmo E’ ARRIVATA L’ORA DI MOSTRARE LE CARTE E COSTRUIRE UN GRANDE CENTRO CHE GOVERNI QUESTO PAESE E SOSTITUIRE UN BERLUSCONI CHE PENSA SOLO A TIRARE AVANTI ALLA MENO PEGGIO.
E’ il voto che decidera’ chi governa il nostro paese e non Casini o Fini!
L’UDC dovrebbe solo vergognarsi perche’ non e’piu’ un partito cattolico e questo lo si’ e’ capito anche quando si alleo’ con il partito democratico e cioe’ Vendola. Il voto dei cattolici non ce l’avra’ piu’ per cui e’ destinato a scomparire, e’ per questo che non vuole che il popolo torni alle urne!

Mimmo da Ardore
Mimmo da Ardore
13 anni fa

@Antonia: hai detto bene, “E’ il voto che decidera’ chi governa il nostro paese” e gli Italiani sceglieranno Casini e Fini perché io non vedo nessun altro che potrebbe fare meglio.

gaspare
gaspare
13 anni fa

Antonia, senza offesa, ma il voto cattolico non esiste da anni.
E la prova ne sono i risultati delle elezioni degli ultimi anni.
Parlare di voto cattolico, significa parlare di una piccola percentuale degli italiani.

Andrea
Andrea
13 anni fa

@Antonia: a me sembra che tirare fuori la questione del “voto cattolico” in questo modo sia fuorviante e strumentale: se da una parte c’è lo spauracchio Vendola (i “comunisti cattivi”, dopo vent’anni di martellamento propagandistico, hanno ancora un certo appeal, bisogna ammetterlo, nonostante di fatto siano ormai pressoché scomparsi da tutta l’europa occidentale), dall’altra abbiamo, ad esempio, un partito che da più di vent’anni alimenta e soffia sull’insofferenza, sia pure almeno in parte giustificata, di un’area geografica, per alimentare pulsioni razziste, xenofobe e antisolidali che di cattolico, ahimè non hanno un bel nulla.
E cosa dire dello stile di vita(che “nessuno gli farà cambiare”, cit.) del capo dell’ (ex) partito dell’amore? Cosa c’è di “cattolico” nel frequentare feste, diciamo così, movimentate, nel tirare fuori minorenni da questure con telefonate discutibili, per buon cuore, salvo lasciarle in mezzo alla strada di lì a qualche ora? Sono comportamenti ispirati alla morale cattolica, questi?
MI sembra più costruttivo e onesto spostare la questione “voto cattolico” dal piano dei principi astratti a quello delle proposte concrete e fattive. Me ne vengono in mente, a mo’ di esempio, due o tre.
La legge sul fine vita, presentata per decreto, che non fu controfirmato dal Presidente della Repubblica (nel pieno esercizio delle sue prerogative costituzionali,si badi bene), ciò che attirò su di lui gli strali di tanti solerti difensori della sacralità della vita, riposa da ben due anni in parlamento.
E che fine ha fatto il quoziente familiare a sostegno della fiscalità familiare, di cui ci si rammenta in campagna elettorale e magari quando si richiede la fiducia in parlamento, dopodichè chi s’è visto s’è visto?
E la truffa delle quote latte, di cui l’UE ci chiederà conto, finanziata con soldi nostri e messa in piedi per soddisfare il tornaconto elettorale dello stesso partito di prima, quello che magari difende il crocifisso, salvo poi darlo in testa al primo extracomunitario che passa, e, sempre magari, organizza in bel sit-in in piazza a sostegno del crocifisso stesso, condito da pubblici alterchi, pubbliche bestemmie, e, per finire, un paio di birre in chiesa?
Probabilmente non si poteva pienamente definire”partito cattolico”, se non per convenzione politico-elettorale, nemmeno la vecchia DC. E i tempi dell’unità politica dei cattolici sono passati da un pezzo, tanto è vero che si trovano cattolici ( o almeno sedicenti tali) pressoché in ogni schieramento, cosa impensabile venti (anzi, meglio trenta) anni fa.

Saluti
Andrea



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