Il contrappasso del Cavaliere: più tasse per tutti
Cominciamo dagli elementi di contorno di tutta la vicenda. Gli aspetti emotivi, per esempio: Berlusconi ha affermato che ha il cuore che “gronda sangue”. E possiamo anche credergli, visto che il suo leitmotiv dal 1994 ad oggi è stato “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, uno slogan che riecheggiava nei salotti televisivi come nelle adunate di partito e campeggiava sui manifesti 6×3 delle varie campagne elettorali, come sui titoloni dei giornali dei tanti anni di governo Berlusconi. Stiamo assistendo a un passaggio epocale: la cura da cavallo contenuta nella manovra correttiva varata dal consiglio dei ministri mette una definitiva pietra sopra a tutte le belle intenzioni contenute nel libro dei sogni dei berlusconiani. Si volevano ridurre le tasse, oggi in buona sostanza aumentano.
Dunque il cuore della maggioranza sanguina per il dolore provocato da queste misure imposte e non volute. Ma gronda, e tanto, anche quello dei cittadini contribuenti che in tanti anni non hanno mai avuto un’incertezza, e hanno sempre pagato le tasse per sostenere una politica economica che restituiva in termini di servizi la metà di quello che si prendeva. I cari contribuenti italiani, lavoratori dipendenti, onesti autonomi che dichiarano il proprio reddito e famiglie in difficoltà che vedranno ridotti servizi e assistenza offerta dagli enti locali sono le prime vittime della mazzata di ferragosto.
Il decreto che fa piangere il cuore pretende un “contributo di solidarietà” sulla quota eccedente dei redditi superiori a 90mila euro (5 per cento) e 150mila euro (10 per cento) dei dipendenti del settore privato. Ovvero quelli che da sempre pagano le imposte sul proprio lavoro visto che le tasse vengono trattenute dalla busta paga. Per i furbi vedremo cosa fare, intanto per ora vessiamo gli onesti. Oltretutto un poco rischioso, questo prelievo dallo stipendio dei lavoratori, gabella camuffata con l’edulcorato eufemismo di “contributo di solidarietà”, rischioso perché non si guarda al di là della tempesta: una volta che la fase di emergenza passerà, riprenderanno i consumi, ma i lavoratori con meno soldi in tasca quali consumi potranno rilanciare? Si toglie soldi a chi può spenderli, l’economia ringrazia.
Ma anche le fasce più basse, quelle che in busta paga non hanno 90mila euro ma fanno fatica a organizzare le spese, avendo a carico figli, magari piccoli, magari in età scolare, anche costoro piangono per la manovrona del governo. In maniera indiretta, ma accusano il colpo. Un colpo che sentiranno bene in autunno, quando le famigerate spese si riaffacceranno sui bilanci familiari: il governo ha tagliato qualcosa come 9,5 miliardi di euro in due anni a province, comuni, regioni (ma non si voleva dare più potere agli enti locali?). Concentriamoci sui comuni: le amministrazioni si trovano con meno soldi perché i trasferimenti vengono ridotti (praticamente lo Stato si tiene tutto per sé) e dove rivolgeranno le loro preoccupate attenzioni per sopravvivere? Certamente sui servizi offerti alla popolazione: asili nido, buoni mense, trasporto pubblico, tassa rifiuti, e si colpiranno presumibilmente quelle fasce che ancora oggi possono godere di qualche agevolazione, e allora parliamo di famiglie numerose che non vivono nell’abbondanza, pensionati che non hanno pensioni da ex-dirigenti di banca e studenti che vedranno gli abbonamenti dei bus aumentare o diranno addio ai prezzi convenzionati di ristorazione, cultura, spettacoli. Una manovra che chiede sacrifici a chi di sacrifici ne ha già fatti, mentre gli intoccabili rimangono intoccabili. Il sistema, insomma, non cambia.
Sì, perché chi non paga le tasse continuerà a non pagare le tasse. Chi dà lavoro in nero continuerà a dare lavoro in nero. Chi deposita i denari nelle cassette di sicurezza di Zurigo o Lugano continuerà a depositare. L’evasione fiscale per il governo è qualcosa di cui non dobbiamo preoccuparci, qualcosa che non ci riguarda. Del resto Berlusconi anni orsono andava in giro a dire che qualche volta l’evasione è giustificata se lo Stato ti chiede troppo. E tutti a dirgli che lo Stato ti chiede troppo perché ci sono cittadini che non danno niente, tante primavere sono passate ma siamo ancora al punto di prima. Gramellini, vicedirettore della Stampa, ha scritto un editoriale bellissimo in cui scandisce queste parole: “Gli Irrintracciabili. Scommettiamo che il più facoltoso di loro dichiarerà al fisco 89.999 euro? Li disprezzo”. E come non sottoscrivere? Un governo serio e consapevole del fatto che giustizia sociale significa che tutti i cittadini proporzionalmente alle proprie possibilità si sobbarcano il carico fiscale complessivo mette la lotta all’evasione al primo posto, forma una guardia di finanza incorruttibile e non al soldo dei faccendieri e stana tutti i disonesti, da Nord a Sud. Un impegno di questo genere non avrebbe portato alle misure di oggi che infieriscono in modo odioso e ingiusto su quelli che pagano sempre, e magari anche volentieri perché sanno che questo significa far andare avanti un Paese.
Berlusconi dice che questa manovra gli è stata imposta e non ha potuto farci niente. Ma signor Presidente, di grazia, il capo del governo è lei o un gabelliere medievale che tasserebbe anche l’aria che respiriamo? Se i responsabili di questa stangata (che tra l’altro è la tomba del federalismo) stanno piangendo per la durezza di queste misure guardino al passato recente e riconoscano di non aver fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo. E si facciano promotori di una lotta all’evasione senza sconti. È tutta l’Italia onesta che lo chiede.
Riceviamo e pubblichiamo Stefano Barbero
Egr. Dott. Casini premettendo che sono un dipendente a tempo indeterminato di un’azienda speciale della Provincia di Milano, vorrei porle alcuni quesiti.
Spesso si parla di abolizione delle Province. Spesso si ritiene che siano la causa del debito pubblico. Nella totalità degli interventi si tralascia di specificare delle conseguenze:
1) cosa accadrà ai 60000 dipendenti che forniscono ai cittadini servizi essenziali?
2) dato che i soldi stanziati dallo Stato sono diretti a coprire i costi del personale, verranno licenziati?
3) quale il vantaggio altrimenti per i conti dello Stato.
Credo che l’abolizione delle province sia uno specchietto per le allodele.. Sarebbe impopolare dire che la maggior parte degli sperperi siano riconducibili alla sanità ed alla previdenza. Io percepisco 1200 € e sono conscio degli abusi nella P.A., ma sono anche convinto che una maggiore attenzione vada data a termini ed argomenti che potrebbero suscitare plauso ed altresì preoccupazione in chi da sempre fa il suo dovere.
La demagogia non dev’essere fatta sulla pelle dei lavoratori.
Grazie.
Luca
Ma soprattutto… In questa manovra la voce “sviluppo” se la sono dimenticati o proprio non è ritenuta necessaria?!?
SECONDO ME IL VERO CANCRO DELLA CRISI ECONOMICA NEL MONDO E’ LA CORRUZIONE NE SONO RADICALMENTE CONVINTO.
Berlusconi può fare tutte le manovre più belle al mondo che vuole, ma se non combatterà PRINCIPALMENTE LA CORRUZIONE in Italia, non risolverà mai i problemi del Paese.
SECONDO QUESTO SITO: http://www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2010/results SIAMO AL 67 POSTO SU 178 NAZIONI AL MONDO.
La corruzione è la cellula cattiva più importante da combattere per salvare la crisi economica, in effetti le Nazioni che hanno meno corruzione sono quelle che sentono meno la crisi, certo non morirà mai fa parte dei tanti mali dell’umanità ma si può cercare di indebolirla, io la penso così.
Vorrei capire da che parte sta Casini! Lui deve difendere la chiesa, e quindi patrimoniale niente, altrimenti penalizza il vaticano. Ci propone l’aumento dell’IVA, cosí dopo aver perso in potere di acquisto mi ritrovo anche i prezzi aumentati. Deve difendere gli interessi del suocero, altrimenti chi sorregge la sua campagna elettorale? Quindi Berlusconi non va combattuto, solo dichiararsi, o fingersi, mestamente contrario, vergogna! La gerarchia della chiesa sorregge al governo l’on. Lupi, Giovanardi, Formigoni e all’opposizione Casini perché in caso di cambio di governo qualcuno sul carrozzone ci sale di sicuro. Sono un credente, ma mi vergogno di essere rappresentato da tutti questi signori. Certo, Casini sta bene dalla parte del card. Bertone, che infatti si occupa di finanza e non delle anime. Per i poveri cristi come me i comandamenti da rispettare sono 10 altrimenti si va all’inferno, per Bertone e Casini forse sono 5 o 6 e comunque loro il paradiso se lo comprano…. qui in terra! Ho combattuto il mondo doroteo della DC e oggi scopro che Casini é uno di loro adattato ai nostri tempi. Che delusione!