postato il 20 Novembre 2012 | in "Economia, Esteri, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

I frutti della ritrovata credibilità all’estero

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

A chi si lamenta della “scarsa incisività” del governo Monti segnalo che le cose stanno cambiando: i primi risultati della cura Monti si vedono e stanno portando vantaggi concreti.

Pochi giorni fa annunciavamo, tra le varie cose positive, il provvedimento per estendere “l’iva per cassa” alle piccole aziende che fatturano fino a 2 milioni di euro, andando incontro alle richieste di artigiani e piccoli imprenditori; oggi possiamo dare due belle notizie figlie della ritrovata credibilità internazionale dell’Italia.

La prima riguarda la visita di questi giorni nel Medio Oriente del presidente Monti, che sta portando un risultato molto tangibile: dal Qatar arriveranno massicci investimenti nelle società italiane che operano nell’alimentare, nella moda, nel lusso e in generale nel made in Italy.

Si formerà infatti una joint venture tra il Fondo Strategico Italiano (gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti) e la Qatar Holding che porterà in dote due miliardi di euro al sistema produttivo italiano. Si creerà la “Iq Made in Italy Venture”, una joint venture che partirà subito con 300 milioni che diventeranno due miliardi nei prossimi anni. Questa jv nasce grazie alle eccellenti relazioni tenute da Monti e dalla ritrovata credibilità internazionale dell’Italia e , oltre ai soldi, mette a disposizione delle aziende italiane due partner con competenze complementari che possono portare opportunità e stimoli per migliorare la competitività.

L’altra notizia invece riguarda la possibilità di un accordo con la Svizzera per tassare i capitali all’estero.

Dopo mesi di lavoro, il governo è sul punto di chiudere l’accordo con la Svizzera, addirittura si dice che dovrebbe accadere già entro la prima metà di dicembre.

In pratica con questo accordo, similarmente a quelli stretti con altre nazioni, la Svizzera si impegna a tassare i capitali degli italiani lì depositati e a girare tali proventi al governo italiano, in cambio manterrebbe l’anonimato dei correntisti, tutelando il segreto bancario.

La tassazione avverrebbe in due modalità, ma sempre con le stesse aliquote in vigore in Italia: la prima sarebbe una sorta di sanatoria con il passato e quindi si parla di una percentuale di prelievo molto più consistente del ridicolo 7% del precedente governo: il governo Monti vuole accordarsi per una aliquota pari a circa il 35-40% da applicare su un capitale complessivo stimato sui 160 miliardi di euro. In pratica, la cifra che dovrebbe entrare nelle casse dello stato dovrebbe aggirarsi sui 48-60 miliardi di euro.

Ma non ci si ferma qui, perché, oltre a questa tassazione (che varrebbe per il passato), vi sarebbe anche un prelievo sui rendimenti dei conti correnti da effettuare ogni anno e che sarà in linea con quello già applicato in Italia (pari a circa il 20%) e che, nelle ipotesi più conservative, potrebbe portare a un introito annuo di circa 6-10 miliardi di euro.

Ottimi risultati, che premiano gli sforzi del governo Monti e di chi ha creduto in lui.



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