postato il 18 Ottobre 2011 | in "Economia, In evidenza, Spunti di riflessione"

Contro chi dovrebbero manifestare gli indignati

di Marco Bigelli, Professore di Corporate Finance (Università di Bologna)

Gli indignati non dovrebbero prendersela con Draghi perché in realtà è il loro migliore amico. Il futuro dei giovani dipende infatti dalle capacità di crescita del paese, e queste sono legate alle riforme che Draghi ha sempre indicato per liberalizzare l’economia, renderla più competiti va e più meritocratica.

Non dovrebbero prendersela neanche con le banche italiane perché non hanno colpe per la crisi finanziaria attuale, che è un’evoluzione della crisi subprime nata oltreoceano e ora diventata crisi dei debiti sovrani europei a causa dell’esplosione del debito di alcuni paesi per il salvataggio delle banche e della riduzione del PIL a seguito della recessione economica.

Il debito italiano non è esploso perché non è stato necessario salvare alcuna banca, è solo sceso il PIL. Ora però anche il nostro debito è a rischio perché il mercato pensa che non riusciremo mai ad abbatterlo grazie a una robusta crescita, come invece dovremmo per il nuovo patto di stabilità europeo (secondo cui dovrebbe scendere dal 120% al 60% in 20 anni).

Fra poco potrebbe arrivare il default della Grecia e allora si dovranno salvare altre banche in Europa con ulteriore crescita del debito pubblico di alcuni paesi. Le banche italiane saranno a rischio solo se anche il debito pubblico italiano diventerà più rischioso e scenderà ulteriormente di valore, essendo molto presente nei loro bilanci.

Se i giovani indignati vogliono un futuro devono sperare che le banche italiane vadano bene e che l’Italia riconquisti la fiducia dei mercati sul suo debito pubblico. Per questo obiettivo il tempo rimasto è poco. Ogni mese che passa il debito in scadenza viene rinnovato a tassi più alti del 3-4%. Se non si riconquisterà la fiducia in fretta, si dovranno fare manovre solo per pagare il maggiore livello dei tassi di interesse, e ad ogni manovra diminuiranno le aspettative economiche future delle giovani generazioni.

In Italia gli indignati dovrebbero prendersela con chi nel paese ha generato una montagna di debito pubblico e ha soffocato la sua crescita: la criminalità organizzata, gli evasori fiscali, i pensionati baby, i finti pensionati di invalidità, i raccomandati, i politici corrotti, gli amministratori pubblici che hanno sperperato il denaro pubblico ed altri.

In conclusione, non dovrebbero andare a manifestare a Roma, o a New York ma ogniqualvolta si imbattono in uno dei soggetti che gli sta rubando il futuro.

3 Commenti
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Simone Matteoli
12 anni fa

Io me la prenderei anche con i politici corruttibili dalle lusinghe delle poltrone e del denaro (i responasabili icona di questa modalità), me la prenderei anche con i dipendenti pubblici che non svolgono seriamente il loro lavoro…

Elisabetta Pontrelli
12 anni fa

Pienamente d’ accordo con il Prof. Bigelli: le battaglie per vincere la “guerra” per un Futuro migliore si devono sostenere quotidianamente, passo dopo passo,ognuno di noi nel proprio tessuto sociale, nel proprio Piccolo, che diventa così immensamente Grande, affinché possa nascere ” dal Basso” un cambiamento radicale e profondo di mentalità, dal quale non si può davvero prescidere per la costruzione di una società più sana e robusta.

Marta Romano
Marta Romano
12 anni fa

Parole sante. E aggiungo una cosa: essere indignati non basta più.. Bisogna essere impegnati in prima persona e avere il coraggio di metterci in gioco, per riprenderci il futuro del nostro Paese. Non sono solo belle parole, credo davvero che lo sforzo più importante che i giovani devono fare è quello di mettersi in gioco e iniziare a mandare a casa chi ha sbagliato, e chi ha provocato i problemi economici e sociali di cui oggi paghiamo le spese. Non soltanto indignati, quindi, ma prima di tutto impegnati.



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