Grazie a Napolitano per l’equilibrio con cui sta governando questo momento
Abbiamo espresso la nostra gratitudine a Napolitano per l’autorevolezza e l’equilibrio con cui ha governato questo complesso momento.
I partiti adesso sono a un bivio: o speculano sulla situazione per qualche tornaconto elettorale, o si assumono la responsabilità di salvare il Paese, come noi abbiamo sollecitato per primi e da soli in questo periodo.
Noi auspichiamo un impegno per sostenere un governo fino a fine legislatura, e pensiamo che tatticismi e furberie non siano ammesse.
Pier Ferdinando
Monti è la persona giusta
Non perdere tempo, non c’è spazio per furberie o giochini. Dobbiamo al più presto dare vita al nuovo governo. La politica è chiamata ad assumersi una responsabilità enorme e Monti è la persona giusta. La politica non può guardare ai propri interessi e fare calcoli elettorali. Chi parla di sconfitta della politica non ha capito che la sconfitta arriva quando i governi non riescono a risolvere i problemi. E ora l’emergenza è l’ economia. Tutti gli altri problemi, a partire dalle riforme istituzionali e naturalmente della legge elettorale vengono dopo.
Pier Ferdinando
L’ipotesi di governo tecnico presieduto da Mario Monti trova il sostegno del popolo della rete. Un riflesso di questo riconoscimento è possibile coglierlo anche nei commenti dei lettori del blog di Pier Ferdinando Casini. L’idea più diffusa è che la difficile congiuntura politica obblighi ad una presa di responsabilità collettiva della classe politica. Francesco dice senza mezzi termini:
“Era ora, che si smettesse di pensare solo agli interessi personali e di partito, mandando a rotoli l’Italia!”
mentre Leo ricorda che
“andare a votare ora sarebbe un disastro per il nostro Paese”,
sintetica ed efficace l’immagine di Attilio:
“Pdl e Pd mi ricordano Peppone ed il Cagnola nel film “Il ritorno di don Camillo”. Ai contrasti d’interesse tra i due, si sommano quelli personali e la lite, drammatica, tra i figli. Ci vorrà l’alluvione del Po ed il dramma degli sfollati per far ritrovare ai due “nemici” le ragioni di una convivenza umana e solidale. Ci vorrà il fallimento della nazione italiana per farli ragionare”?
Per molti lettori il passo successivo alla scelta della responsabilità nazionale è l’incarico a Mario Monti e quindi la costituzione di un governo tecnico.
Scrive Anna:
“serve un governo tecnico con anche il 70% del Parlamento. Certo, a questo Governo spetterebbero decisioni impopolari, quali il taglio delle pensioni o la patrimoniale…misure necessarie ai fini del superamento della crisi. Ma son necessarie larghe intese, va fatto un piano d’emergenza”.
Nelle parole di Patrizia si coglie invece un invito pressante a fare presto:
“abbiamo bisogno di certezze per favore cercate di arrivare il prima possibile ad un governo Monti, se c’è qualche compromesso da fare con il PDL, per favore fatelo, certo Berlusconi lo sappiamo tutti quello che è, ma il tempo è esaurito, e guardi nel nostro paese non c’è solo il pericolo di uscire dall’Europa ma rischiamo di far scoppiare una rivolta civile, andare subito alle urne è un suicidio di massa”.
Ci sono anche i riconoscimenti per il ruolo svolto da Pier Ferdinando Casini, che giungono anche da un elettore del Pd come Cristian:
“Grazie per la sua grande responsabilità nei confronti del nostro paese che sta dimostrando in questo momento, non tutti si rendono conto di quello abbiamo rischiato mercoledi, e che ancora rischiamo purtroppo se non si forma un governo credibile. Meno male che in politica ci sono anche persone competenti e responsabili come Lei”.
Infine una sottolineatura che viene da Luisella:
”Il Centro non viene invitato nei dibattiti perché è troppo serio (in senso positivo) e non urla, non litiga, si dimostra tollerante e rispettoso di chiunque”.
Ma non esiste distinzione tra governi tecnici e politici
Mi auguro che ci sia un governo con il consenso più ampio possibile ma se non ci saranno politici l’appoggio esterno sarà da parte di tutti. L’importante è che sia un appoggio convinto, leale e responsabile, all’altezza delle sfide che il Paese ha di fronte. Margini per scherzetti e ambiguità non ce ne sono. In ogni caso non esistono distinzioni tra governi tecnici e politici: quando un Paese va a rotoli, c’è bisogno di politici e di tecnici. Qualsiasi governo approvato dal Parlamento è politico. C’è bisogno che tutti noi facciamo un passo indietro per farne fare uno avanti al Paese altrimenti finiamo tutti nel baratro.
Pier Ferdinando
Pier Ferdinando Casini ospite di “8 e mezzo”: Italia col fiato sospeso.
Alla presentazione del libro di Maurizio Lupi ‘La prima politica è vivere’.
Siamo a un passo dal baratro, ci dobbiamo fermare e far prevelare l’unione. Un governo guidato da Mario Monti non sarebbe l’abdicazione della politica, ma l’ultima occasione che la politica ha di salvare se stessa e di non essere marchiata di irresponsabilità. Noi politici siamo chiamati oggi a salvare la nostra ragione sociale. Siamo in una fase delicata perché i partiti sono chiamati a svolgere un compito da statisti: guidare il loro popolo verso scelte impopolari, senza farsi condizionare dalla demagogia.
Pier Ferdinando
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
In questi frenetici giorni politici e autorevoli commentatori hanno suggerito a Berlusconi di “fare come Zapatero”. La formula “fare come Zapatero” è piuttosto equivoca, tanto che per alcuni indica il non ricandidarsi alle prossime politiche mentre per altri l’andare senza indugio ad elezioni. Tutti però dimenticano un passaggio fondamentale di questo “fare come Zapatero”: tra la decisione di non ricandidarsi e l’indizione delle elezioni Zapatero ha trovato il tempo di fare alcune riforme necessarie, con l’opposizione, per rimettere in forma la Spagna in attesa del voto. La Spagna, che per molti mesi è stata considerata la candidata più probabile a un’ipotetica deriva greca, negli ultimi tempi sembra essersi un po’ allontanata dall’orlo del precipizio. La Spagna non è ancora fuori dalla crisi, ma la decisione del premier José Luis Rodriguez Zapatero di ritirarsi dalla vita politica, e di condurre il paese a elezioni leggermente anticipate il prossimo 20 novembre, ha avuto un effetto positivo. Questa decisione, in combinato disposto con alcune riforme fatte insieme all’opposizione ha fatto sì che la Spagna potesse guadagnarsi qualche lode dalla Bce e dalla stampa economica internazionale e che Madrid potesse allontanarsi dal mirino degli speculatori.
Nello specifico il governo Zapatero ha proceduto alla ristrutturazione del sistema delle Casse di Risparmio e ha preso altre misure in campo economico che sono state apprezzate dalle istituzioni europee e per le quali ha ricevuto in Parlamento anche l’appoggio “di responsabilità” da parte del Partito Popolare di Mariano Rajoy, su tutte l’inserimento nella Costituzione spagnola di un limite al deficit. Quando dunque si chiede a Silvio Berlusconi di “fare come Zapatero” bisogna ricordare che questo “fare” non significa solamente farsi da parte o invocare risolutive elezioni anticipate, ma significa, soprattutto, prendere quelle misure necessarie per allontanare dal Paese il rischio Grecia. E’ chiaro che se Berlusconi non ha la forza e il consenso per fare ciò è giusto che ceda il passo a qualcuno che, con il consenso suo e di gran parte del Parlamento, prenda quelle misure che l’Europa e i mercati aspettano da troppo tempo.
Pubblichiamo da ‘Il Corriere della Sera’ il Colloquio con Pier Ferdinando Casini
di Aldo Cazzullo
Con gli uomini dello staff, con i due personaggi a lui più vicini – Cesa per la politica, Rao per la comunicazione -, con i mediatori che in questi giorni hanno sfilato al Pdl uomini (e donne) simbolo, ieri sera Pier Ferdinando Casini sorrideva: «Ricordate quando tre anni e mezzo fa Berlusconi ci diede un calcio nel didietro? Adesso potremmo rendergli la pariglia. Invece noi dobbiamo fare esattamente il contrario. Rassicurare. Ricompattare il quadro politico. Non attaccare nessuno, non andare a cercare nessuno. Tanto, se devono venire da noi, vengono. Berlusconi ha capito che, se non fa il governo di larghe intese, metà partito lo saluta, il Pdl gli si sfalda tra le mani. Non a caso ha controfirmato la nomina di Monti senatore a vita. Oggi la nostra vittoria non è il parlamentare in più che viene da noi. È la vittoria di una linea. La scommessa del 2008 sulla fine del bipolarismo; e adesso l’investimento sul governo di responsabilità nazionale. Ancora giovedì pareva impossibile. Oggi è a portata di mano». [Continua a leggere]
L’intervista ai microfoni del Tg1
Nessuno vuole fare un governo del ribaltone: serve un governo di responsabilità collettiva perché corriamo il rischio di fare la fine della Grecia.
Per giochini politici non c’è spazio. Bisogna fare le cose vere, prendere misure impopolari, bisogna assumersi impegni anche contro interessi politici e dei partiti. Ci vuole la corresponsabilità delle forze maggiori del Pdl e del Pd. Mi auguro che Berlusconi ci rifletta e sono convinto che alla fine rifletterà sulla responsabilità che si assumerebbe se impedisse questa possibilità.