Tutti i post della categoria: Politica

Non al centro, ma avanti!

postato il 23 Aprile 2012



“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone

Sarà che a me non è mai piaciuta la politica del massacro e quella degli spot, sarà che in queste settimane si diffonde un clima di rinnovamento generale, ma l’idea di un nuovo Polo, di un Partito della Nazione, mi entusiasma ed affascina particolarmente. O meglio, non idea. L’ idea è un qualcosa di ancora astratto e informe: potremmo definire così i proclami azzardati di Alfano, che rischiano di ripetere le vecchie, sbagliate esperienze del predellino. Quello del partito della nazione è senza dubbio un progetto, senza demagogie, concreto e reale.  E’ da tempo che abbiamo lanciato questa sfida al Paese, ovvero quella della formazione di una grande aggregazione moderatapluraleresponsabile. Una sfida lanciata alla politica e alla società civile, per mettere insieme il meglio e dare all’Italia finalmente una voce di verità e di azione. Questo, inoltre, è un progetto che rispetto agli altri può godere di un valore aggiunto: l’UDC non ha fallito, non si trova dinanzi ad un punto di non ritorno; compie un atto di generosità e di lungimiranza. L’UDC non azzera i suoi vertici per avere un posto in più tra i media, ma per segnare il passo e porre le prime basi concrete per ciò che accadrà a breve.

Alcune riflessioni sono d’obbligo. Sui social network, diventati ormai la voce e lo specchio della società, maggiormente delle nuove generazioni, si notano reazioni scomposte e addirittura scettiche. Ma cos’è che un giovane si aspetta da una nuova avventura politica? Cosa potrebbe spingerlo ad apprezzarla ed a condividerne caratteri e prospettive? Mi esprimo per esperienza personale: risposte e partecipazione, concetti troppo spesso evocati, ma che difficilmente trovano la dovuta realizzazione. Soprattutto in momenti come questi, nei quali è bassa la fiducia verso i partiti ed è semplice confondere le risposte con il populismo e la partecipazione con le lotte di quartiere; momenti in cui la soluzione a tutti i mali sembra essere l’antipolitica senza proposte, i comizi di sole accuse e nessuna prospettiva.

Io, da giovane e cittadino, mi aspetto invece che si consolidi un’area coraggiosa, che sappia dare le vere risposte, parlando il linguaggio della sincerità e della limpidezza. Faccio un esempio: non mi aspetto un partito che sul tema della previdenza dica che tutto è al posto giusto e che, magari, prometta irrealizzabili riduzioni dell’età pensionabile. Mi aspetto, invece, un partito che sappia analizzare anche i temi più spinosi con coerenza, e non avere timore di dire agli italiani ciò che è veramente necessario per assicurarci un futuro migliore. Ed è attraverso tutto ciò che passa la partecipazione di cui parlavo. Le scelte che sembrano impopolari oggi sono le porte del vero futuro, che aprono ai giovani non possibilità odierne che sono in realtà false chimere, ma grandi prospettive di crescita e modernità. E’ la buona politica che privilegia le nuove generazioni, lavorando a fondo e senza sconti sul presente per consegnare alle stesse le chiavi di un avvenire sereno.

Alla luce di queste considerazioni, sono convinto che i presupposti siano buoni e dalla nostra parte, e fanno ben sperare per la realizzazione di questo grande ed ambizioso progetto. Abbiamo le carte in regola per contare e dire la nostra, per essere “non al centro, ma avanti” – come ha detto Casini.
In conclusione, vorrei citare alcune parole pronunciate da De Gasperi in un congresso provinciale della DC nel ’47: “Bisogna impegnarsi a fondo. Mai impegnarsi a metà: quando si ha una convinzione e si è chiamati ad una certa responsabilità, allora non ci sono limiti, tutta la persona, tutte le fatiche, tutto lo spirito deve essere dedicato a quel lavoro.” Ebbene, impegniamoci a fondo come abbiamo sempre fatto: saremo protagonisti!

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Non si fa politica con la demagogia

postato il 23 Aprile 2012

Senza tasse si fa la fine della Grecia

I progetti politici seri non si fanno con la demagogia. I facili annunci non servono. Quando sento che si promette ad ogni pié sospinto di abbassare le tasse non ci si rende conto in che condizioni è l’Italia. Tutti vorremmo abolire le tasse ma sono necessarie per cercare di evitare che l’Italia faccia la fine della Grecia.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

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Alle porte di una nuova era

postato il 23 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Umberto Velletri

Una nuova era è alle porte, un’era che lasci alle spalle anni difficili e che dia ancora più valore ad una politica sana ed improntata al futuro, un’era che sappia coniugare il rinnovamento socio-culturale ai valori democratici – cristiani , un’era di maggiore sobrietà con il rifiuto totale di demagogia e populismo, che per troppi anni ha incentrato la politica degli ultimi governi, e che parli un linguaggio della verità e della serietà.

Questa è la nuova era dei moderati italiani, che nonostante i partiti di provenienza, hanno il bisogno di ritrovarsi in un contenitore che possano sentire proprio.

Con le dimissioni di Pier Ferdinando Casini dalla carica di Presidente del gruppo parlamentare, si è dato un segnale forte dell’interesse che il leader dell’Udc ha nei confronti del futuro italiano, sia politico che sociale, un’interesse che va al di là di ogni carica o poltrona in sé, un’interesse genuino spinto dall’amore e dal rispetto che egli nutre nei confronti delle istituzioni e del popolo sovrano, e che da forza e stabilità ad una nazione che, anche a livello Europeo, dovrà ritrovare la fiducia persa negli ultimi anni.

Il passo indietro di oggi, e l’azzeramento dei vertici del partito, è l’inizio di un cambiamento di un Paese che finalmente avrà ciò che si merita, ed è il segnale che , tra i nostri politici, esiste una percentuale, anche se non altissima, di persone lungimiranti che danno più peso al futuro, e che sono coscienti di essere: “alle porte di una nuova era”.

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La lettera con cui mi dimetto da Presidente del gruppo parlamentare UDC

postato il 22 Aprile 2012

Cari Colleghi,

anzitutto grazie per la collaborazione preziosa che mi avete assicurato in questi quattro anni difficili: prima come opposizione responsabile al governo Berlusconi, poi come sostegno decisivo al Governo Monti, il Gruppo parlamentare dell’UDC ha dimostrato che anche imprese difficili si possono concretizzare se c’è coraggio di cantare fuori dal coro e serietà programmatica.

Con la presente vi rassegno le mie dimissioni da Presidente del gruppo parlamentare.

Intendo rafforzare il mio impegno alla guida dell’Internazionale Democratico – Cristiana e assicurare ogni sforzo ed energia all’impegno che insieme abbiamo assunto: assicurare ai moderati italiani una nuova proposta politica imperniata sul rifiuto di ogni demagogia e populismo, che parli il linguaggio della verità e della serietà.

Un’impresa plurale da condividere con altri, per dare all’Italia, dopo la scadenza di questa legislatura una prospettiva di governo stabile e forte, capace di farsi sentire in un’Europa troppo spesso incerta, di ascoltare le fasce deboli della nostra popolazione e di modernizzare un Paese che merita di più di quanto abbiamo saputo fare.

Grazie a tutti voi, ai membri del direttivo, e in particolare al segretario Lorenzo Cesa.

Pier Ferdinando

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La novità del nostro progetto sono le nostre idee

postato il 22 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Se qualcuno credeva che il Governo Monti rappresentasse la morte della politica, beh è sicuro che avrà cambiato idea in questi ultimi giorni. Prima l’affollata discussione sui rimborsi elettorali e il finanziamento pubblico ai partiti (in cui, in un mare di populismo e demagogia, c’è stato pure chi è stato in grado di elaborare delle proposte serie e convincenti), poi alcuni importanti riposizionamenti all’interno dell’area moderata, a partire dall’annuncio dell’azzeramento dell’Udc e della “novità pazzesca” annunciata da Alfano riguardo ai destini del Pdl.

Sono stati due fatti politici che hanno subito scatenato i fan dei retroscena da palazzo, da tempo digiuni; i giornali hanno momentaneamente messo da parte tutte quelle schede tecniche e i dossier sulle manovre del Governo, e sono tornati a riempirsi di scenari e di commenti, di interviste agli esperti del settore: che fa Casini, si candida a premier o a Presidente della Repubblica, ci saranno anche Passera e Pisanu con lui? e Berlusconi, sosterrà Alfano o scioglierà il Pdl per fare una grande lista civica nazionale? I soliti, infiniti, noiosi discorsi. Ora, se per ovvie ragioni soprassediamo su cosa abbia intenzione di fare da grande il Pdl, possiamo anche provare a ragionare su cosa faremo noi, dei nostri destini politici e della nostra forma partito. Qualche giorno fa, all’Auditorium della Conciliazione a Roma, le cariche politiche del partito sono state azzerate e per l’autunno è stato convocato un congresso per ufficializzare lo scioglimento del partito e la confluenza in un qualcosa di più grande, in qualcosa a cui – del resto – lavoriamo da tempo. Questo è il fatto, la cronaca. Onestamente, dei retro-scena non sappiamo bene che farcene: sono gli “avan-scena” che ci interessano; i mille patemi d’animo su quello che accade dietro le quinte, li lasciamo volentieri ad altri. Casini lo ha spiegato con molta chiarezza, su La Stampa di ieri: «a forza di stare intrappolati nelle casacche del ventesimo secolo, non ci siamo accorti che il mondo è andato avanti». Il solco da seguire è quello che abbiamo tracciato fino ad oggi, e che non ha certo il suo punto d’inizio nella nascita del Governo Monti: che questo sistema bipolare fosse giunto a un punto di non ritorno, non lo sosteniamo certo da quando è nato #ABC; lo avevamo detto già nel 2006, lo abbiamo ribadito nel 2008, lo abbiamo dimostrato adesso. I fatti sono testardi.

Cosa succede, quindi? Succede che abbiamo scelto di slegare le vele e di rimetterci in mare aperto, ridiscutendo quella rendita di posizione che ci veniva dall’aver previsto tutti gli ultimi avvenimenti politici. Succede che, come hanno giustamente scritto Piercamillo Falasca sul Futurista e Carmelo Palma su Libertiamo, sta nascendo una “cosa nuova”: nuova non perché maquillage di idee vecchie, nuova perché fondata su idee nuove; nuova perché è nata nel Paese, prima che nel Palazzo, permettendo l’incontro tra tanti volenterosi (ma forse anche pazzi!) che non ne possono più di vedersi appiccicate addosso etichette vecchie e superate, che sono stanchi di dover ragionare con gli schemi del passato. Personalmente, so che c’è un filo che mi lega alla gran parte degli aderenti degli altri partiti del Terzo Polo, come pure a molti del Pdl o del Pd. Abbiamo valori comuni e visioni affini, siamo noi a costituire il nerbo dell’Italia moderata e liberale. Quell’Italia prima sovra-eccitata a forza di promesse e rivoluzioni e poi tradita e delusa, a cui bisogna necessariamente ridare subito voce.

Per questo chi ci accusa di fare marketing elettorale e basta, sbaglia. Perché la nostra novità non sono né Casini, né Fini, né Pisanu, né chiunque altro (a partire da chi magari è ancora fermo ai muretti del box ad aspettare comodo di scendere in pista). La nostra novità sono le nostre idee, sono gli Italiani con cui costruiremo il partito nuovo.

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«Nel 2013 c’è Monti, non è una parentesi. Saremo alleati solo con chi lo sostiene»

postato il 22 Aprile 2012

Pubblichiamo da “La Repubblica” l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa

ROMA – Monti dovrebbe «continuare a servire il Paese». E le future alleanze elettorali non potranno prescindere «dall’esperienza di questo governo». Pier Ferdinando Casini getta le basi del nuovo partito dei moderati, calamita per i centristi di Pd e Pdl e per quel che si muove fuori dalla politica. Quasi in un capovolgimento dei ruoli adesso è lui a dettare le condizioni ai potenziali alleati. E se Montezemolo critica il progetto e va a trovare Berlusconi, pazienza, «sono amici da vecchia data».

Ieri lo scioglimento dei vertici Udc. E domani, presidente Casini? Cosa accadrà dopo le amministrative?
«Il segretario Cesa ha compiuto un atto tutt’altro che scontato, nei confronti dei dirigenti Udc abbiamo un debito morale forte: ci hanno consentito di fare la marcia nel deserto mentre tutti ci ritenevano velleitari. Non ci siamo arruolati da una parte o dall’altra. Ma oggi comprendiamo che non possiamo essere solo noi artefici del nostro destino politico. Dobbiamo costruire con altri, con gli elettori moderati innanzitutto, un progetto senza predellini».

Chi sono gli “altri”?
«Si avvicinerà a noi chi ha voglia di condividere la nuova avventura. Sono quel che si definisce un professionista della politica, ma al pari di altri mi sento in dovere di fare ancora la mia parte. Insieme a professionisti, sindacalisti, imprenditori».

Anche perché il discredito che travolge politici e partiti è senza precedenti.
«La ragione dell’antipolitica è nella cattiva prova che abbiamo dato in questi anni: tra demagogie, promesse di predicatori e populisimi. Oggi il mosaico va cambiato». [Continua a leggere]

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“Unire laici e cattolici nel solco di Monti”

postato il 21 Aprile 2012

Casini: il nuovo partito con le personalità più illustri

Pubblichiamo da ‘La Stampa’ il colloquio di Carlo Bertini con Pier Ferdinando Casini

ROMA – II punto fermo è il sostegno a Monti «senza se e senza ma», preparandosi al voto «che sarà nel 2013» con l’ambizione di «unire laici e cattolici». Senza restare imprigionati nella definizione un pò stantia di «centristi». Perché «io mi colloco avanti, a forza di stare intrappolati nelle casacche del ventesimo secolo, non ci siamo accorti che il mondo è andato avanti», va ripetendo Pierferdinando Casini. Dopo aver archiviato l’Udc con l’azzeramento delle cariche proclamato ieri mattina da Cesa in una sala a due passi dal «Cupolone», Casini ora si metterà alla ricerca – con Fini, Rutelli e non solo – di un nuovo simbolo, mandando in soffitta lo Scudocrociato di democristiana memoria; e di un nome nuovo per il cosiddetto Partito della Nazione che vedrà la luce da qui a qualche mese. Con un’accelerazione entro l’autunno, se dovesse maturare un voto anticipato non certo auspicato; o entro fine anno, se si andrà a votare a maggio 2013. [Continua a leggere]

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Ora pacificazione nazionale, unire i migliori

postato il 20 Aprile 2012

L’intervento alla Costituente UDC- Auditorium della Conciliazione

Abbiamo l’occasione irripetibile di dare agli italiani la prospettiva di una formazione politica che parli il linguaggio della serietà, della responsabilità nazionale, della coesione sociale, dell’innovazione. L’epoca della demagogia e del populismo e’ finita. Anche se si assiste ad una gigantesca operazione di rimozione della memoria, anche quella più recente: chi ha politicamente fallito, prima col governo Prodi e poi con la coalizione di Berlusconi, mostra sempre più insofferenza per Monti e il suo governo e nostalgia per un bipolarismo i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. [Continua a leggere]

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Ospite di ‘Otto e mezzo’

postato il 19 Aprile 2012
9 Commenti

Abbiamo evitato di finire come la Grecia

postato il 18 Aprile 2012

Il governo ha il compito di evitare all’Italia di fare la fine della Grecia, ha attuato alcune riforme, ha chiesto sacrifici, ma se riparte lo sviluppo e l’Europa fa la sua parte, lo sbocco può essere l’alleggerimento della pressione fiscale, che però non si può promettere oggi. Farlo ora farebbe tornare l’Italia nel mirino dei mercati.

Pier Ferdinando

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