Il tema del riequilibrio generazionale è fondamentale. Dall’inizio di questa legislatura, a costo di perdere voti, abbiamo posto il problema semplice, chiaro, che lo stato non riesce a mantenere per 25-30 anni la gente in pensione, perché l’età della vita si è allungata e questo vale per le donne e per gli uomini.
Siamo disponibili ad accettare la sfida dell’Unione europea, esattamente come accettiamo in proiezione futura una sfida nell’ambito dell’allungamento del settore privato dell’età pensionabile. [Continua a leggere]
Ieri il governo tedesco, che ha i conti a posto, ha varato un provvedimento straordinario e fortissimo che ci deve far riflettere. Noi invece stiamo qui a gingillarci: se non prendiamo decisioni drastiche a ottobre-novembre rischiamo di stare punto e a capo.
L’Udc formalizzerà la prossima settimana gli emendamenti alla manovra in Senato e chiede attenzione al governo: non faremo sconti perché dietro l’angolo c’è il rischio Grecia. Bisogna avere il coraggio di tagliare le province al di sotto dei 250mila abitanti e i comuni sotto i mille. Di innalzare l’età pensionabile, di incentivare le assunzioni dei giovani e di colpire la speculazione finanziaria.
Quando Di Pietro vorrà venire in tv per un dibattito sulla questione morale lo aspetto
Di Pietro non faccia finta di non capire: sciacallo è chi approfitta delle disgrazie del Paese per lucrare qualche voto in più. Ci accusa di opportunismo politico. Mi sembra che fu proprio l’Italia dei valori, alle scorse politiche, ad avvinghiarsi al Pd per paura di non ottenere il quorum, salvo poi mollarlo non prima di averlo smembrato al suo interno. L’Udc invece ha affrontato la campagna elettorale da sola, con coraggio e senza chiedere l’aiuto di nessuno.
Se Di Pietro vuole restare nella savana faccia pure, ma impari almeno la differenza tra gli sciacalli e i leoni. Quando vorrà affrontare con me in un dibattito televisivo la questione morale lo aspetto, anche se sarà sempre troppo tardi, perché è bene che tutti capiscano la differenza tra me e lui.
“Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita” (Muriel Barbery)
Credo di essere arrivato ad una constatazione, e cioè che il futuro in realtà non esiste, o meglio non esiste come lo concepiamo noi.
Il futuro non è periodo lontano che ci sovrasta facendo capolino come un gigante fra una nebbia di interrogativi e dubbi, non è nemmeno lo sviluppo di un’età dell’oro o di una realtà utopica ideale. Il futuro è nello stesso tempo una solida barca e un delicato vaso di cristallo, formato da tutti i nostri desideri, le nostre ambizioni, i nostri voleri che si sono aperti e cercano realizzazione nella realtà. Il futuro si costruisce! E lo si costruisce tenendo salda la barra del timone sui nostri progetti e sul nostro talento, sperando che esista una società meritocratica non solo di nome ma anche di fatto che sappia apprezzarlo. [Continua a leggere]
Nel dibattito sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne sono sicuramente di rilievo le proposte dell’Udc che per bocca di Casini e Buttiglione si è dichiarata a favore dell’equiparazione dell’età pensionabile di uomini e donne, come chiesto dall’Unione europea, ma contemporaneamente ha posto il problema importante della tutela del lavoro familiare della donna, soprattutto in quanto madre.
Nello specifico l’Udc pur riconoscendo necessario e giusto l’adeguamento chiesto dall’Europa ha però proposto di concedere alle donne due anni di permesso con contribuzione figurativa per ogni figlio, da utilizzare quando la donna ritenga più opportuno, alla fine della carriera o in un momento importante della vita familiare.
La posizione dell’Udc è assolutamente interessante perché va a toccare un problema che a suo tempo evidenziò molto bene la storica Lucetta Scaraffia: le donne che lavorano “hanno conquistato la possibilità di fare tutto quello che fanno gli uomini, ma hanno perso il diritto di vedere valorizzata e protetta la maternità “. L’età pensionabile più bassa non risolveva questo problema perché di fatto più che agevolare le madri, agevolava le nonne che avevano tempo per occuparsi di tante cose, magari anche dei nipotini, ma non certo dei figli che ormai erano ampiamente autonomi e non più bisognosi di amorevoli cure.
Ecco che la proposta dell’Udc si configura come un reale aiuto alle donne che insieme alla dignità di lavoratrici vogliono salvaguardare anche la loro dignità di madri, infatti verrebbe data la possibilità alle lavoratrici che vanno in pensione a 65 anni di usufruire di una specie di congedo familiare, da uno a tre anni. La lavoratrice a questo punto potrebbe autonomamente decidere il momento più opportuno della sua vita lavorativa per avvalersi di questo diritto: nel corso della vita lavorativa, potendo così dedicarsi serenamente ai primi e fondamentali anni di vita della prole oppure alla fine di questa in una sorta di meritato riposo dalle fatiche del doppio ruolo di mamma e di lavoratrice.
La materia è sicuramente complessa e una riforma efficace merita un’analisi attenta dei tanti fattori che entrano in gioco, tuttavia sembra importante sottolineare il principio della tutela della donna non solo nel ruolo di lavoratrice ma anche nel suo preziosissimo compito di madre. A tal proposito vale la pena di ricordare le parole di John Bowlby, psicanalista britannico padre della teoria dell’attaccamento: “Le forze dell’uomo e della donna impegnate nella produzione dei beni materiali contano come attivo in tutti i nostri indici economici. Le forze dell’uomo e della donna dedicate alla produzione, nella propria casa, di bimbi sani, felici e fiduciosi in se stessi non contano. Abbiamo creato un mondo a rovescio”.
Accettiamo di discutere, ma in Parlamento e per fare cose serie. Non si stratta di prendere una mano tesa.
E’ positivo che la maggioranza sia disposta ad ascoltare i consigli dell’opposizione e siamo pronti ad accogliere l’apertura del premier sulla manovra finanziaria, ma se le condizioni sono un nuovo condono, noi non l’accettiamo perché a forza di condoni si perde il senso della legalità.
“La politica deve rinnovarsi e avere il coraggio di scelte impopolari”
Rinnovamento della classe dirigente, legge elettorale, riforme istituzionali, disegno di legge sulle intercettazioni, manovra economica. E ancora, giovani, lavoro, riforma della scuola e dell’università. Sono alcuni dei temi affrontati da Pier Ferdinando Casini nell’incontro con gli studenti della Rui, la residenza universitaria internazionale di Roma in via Sierra Nevada, nel quartiere Eur.
Ad accogliere il leader dell’Udc una cinquantina di studenti di diverse facoltà. Prima un pranzo nella mensa della residenza, poi un colloquio informale nel soggiorno, dove gli studenti hanno potuto porre i loro interrogativi su temi di strettissima attualità.
I giovani. “Abbiamo tanti giovani che fanno cose straordinarie, che sono impegnati ad esempio nel volontariato, nella ricerca. Ne abbiamo pochi in politica. Il problema è la selezione: dobbiamo innestare criteri di meritocrazia nella selezione della classe politica”. La perdita di peso del Parlamento è anche figlia del meccanismo di selezione attuale perché, spiega Casini, “quando non bisogna più cercare il consenso della gente, ma di un leader, si è di fronte a una distorsione”. Di qui la necessità di un ritorno alle preferenze, in mancanza delle quali sono preferibili i collegi uninominali. [Continua a leggere]
L’Udc sta portando avanti un confronto serrato con le parti sociali per migliorare la manovra in Parlamento. Probabilmente anche le ragioni dei magistrati dovranno avere voce in capitolo, ma questa dichiarazione di sciopero preventivo per il loro stipendio è un errore incomprensibile, che allontana l’intero corpo della magistratura dai cittadini.
Se il messaggio che si vuole trasmettere al Paese è di serietà e rigore, i magistrati dovrebbero rendersi conto che il segnale che danno scioperando va nella direzione opposta, e finisce con il delegittimare il loro lavoro in un momento di aspre polemiche.
di Adriano Frinchi
C’è un libro che si regala ai bambini ma che forse dovrebbero leggere tutti gli adulti perché dice una infinità di cose grandi e belle che purtroppo, presi dalle mille cose che si muovono sotto il cielo, noi adulti spesso dimentichiamo. Mi riferisco a “il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery e da questo splendido libro voglio partire per fare una riflessione sul partito che verrà. So che è un po’ inusuale come punto di partenza, forse avrei potuto citare qualche importante statista o ancora qualche filosofo ma invece voglio partire da questo grande uomo, da questo scrittore ed aviatore che ci ricorda quelle due o tre cose fondamentali della vita che, credo, sono anche indispensabili per la politica. [Continua a leggere]
La manovra economica è inevitabile, ma servono interventi strutturali, misure di sostegno ai giovani e garanzie per le famiglie. Il tasso di disoccupazione giovanile è allarmante: al di sotto dei 30 anni il 30% di loro non ha un lavoro. Per questo chiediamo al governo di introdurre subito un credito di imposta per le aziende che assumono giovani sotto i 30 anni.
L’altro impegno è quello di garantire le famiglie, che rischiano di pagare i minori trasferimenti di risorse alle regioni con una riduzione dei servizi essenziali come asili nido e assistenza agli anziani.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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