Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘Liberal’ di Vincenzo Faccioli Pintozzi
Il Polo della Nazione nasce in un momento estremamente difficile per l’Italia, caratterizzato da una crisi economica e politica. Ha suscitato tante attese, ma anche più di un’obiezione. Per rispondere alle une e alle altre interviene Pier Ferdinando Casini, leader dell’Unione di Centro, che in un’intervista a Liberal spiega genesi e obiettivi della nuova formazione politica.
Presidente Casini, come è nata l’avventura di questo nuovo Polo?
Il Polo della Nazione nasce non per dividere il Paese, come hanno finora fatto destra e sinistra, ma per unirlo. Abbiamo bisogno di uno sforzo di unità nazionale se vogliamo uscire da una crisi che non è soltanto economica, ma anche, e forse, soprattutto politica e morale. Per farlo dobbiamo liberarci dal giogo della scelta secca tra le proposte fino ad ora presentate dal Popolo delle libertà e dal Partito democratico, che si sono dimostrate fallimentari. A noi interessa parlare degli italiani e dei loro problemi e lanciare un messaggio di pacificazione nazionale. [Continua a leggere]
Ospite di ‘Radio Anch’io’, Pier Ferdinando Casini risponde alle domande del direttore de ‘Il Sole 24 Ore’ Gianni Riotta, del direttore di ‘Libero’ Maurizio Belpietro e dei radioascoltatori sui principali temi di ’attualità politica: dal futuro della legislatura, al sostegno sollecitato dal premier Berlusconi dopo la nuova fiducia, dalle proteste studentesche contro la riforma dell’Università, alla crisi internazionale.
Il 14 dicembre Berlusconi ha avuto la fiducia. La partita è finita: ha preso la maggioranza, ha il dovere di governare e noi non possiamo lavorare solo per mettere i bastoni tra le ruote al governo. Senza confusione di ruoli, chi sta all’opposizione, deve concorrere alle scelte politiche per il bene del Paese ma, nello stesso tempo, la maggioranza deve riconoscere i suoi limiti e abbandonare la sindrome di autosufficienza che non porta da nessuna parte.
Si è coagulata un’area piena di gente responsabile che non vuole mettere in ginocchio l’Italia e che ieri ha spiegato come voterà in Parlamento sui singoli provvedimenti.
Berlusconi faccia appello alla responsabilità e noi risponderemo
Il Polo della Nazione non nasce attorno a un leader ma attorno a un’idea diversa di Paese. Non ci interessano i posti, né le poltrone, né la politica che ruota attorno alla convenienza di qualcuno e credo che vada apprezzata la nostra idea di lavorare per il bene del Paese anche dall’opposizione vada apprezzata. Se Berlusconi, come ha fatto Obama negli Usa, farà un appello alle forze politiche alla responsabilità, viste le difficoltà economiche che attraversa il Paese, l’Udc farà la sua parte ma senza posti, senza ingressi nel governo, perché sarebbe trasformismo.
Alla vigilia della manifestazione annunciata dagli studenti contro la riforma universitaria e’ necessario mantenere i nervi saldi ed evitare di esacerbare preventivamente gli animi. Maggioranza ed opposizione non facciano le ennesime polemiche sulle spalle degli studenti e diano prova di serietà e di capacità di dialogo.
Bossi stia tranquillo: i posti se li può tenere tutti per lui. Noi non siamo interessati, non vogliamo nessun posto e nessuna poltrona. Abbiamo dimostrato di poter fare politica senza nessun posto di potere.
Basta litigi e basta risse perché questa guerra tra guelfi e ghibellini non ha portato niente di buono. E’ necessario, invece, lavorare insieme sui problemi concreti del Paese. Io vorrei un Presidente del Consiglio che non cercasse scorciatoie ma guardasse in faccia la realtà e si rapportasse a noi come Obama ha fatto con i repubblicani. I repubblicani hanno risposto ‘presente’, noi risponderemo ‘presente’. Le scorciatoie non ci interessano.
Pier Ferdinando
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Se tutti parlano di noi, vuol dire che evidentemente ci ritengono l’unica novita’ politica. Il nostro e’ un polo della Nazione che pensa alla pacificazione nazionale. Basta con le polemiche, bisogna occuparsi dei problemi del Paese a partire da una drammatica questione sociale.
Bandire dalla politica italiana l’evocazione populistica
Con Berlusconi non polemizzo più, ho fatto un fioretto per Natale. Ma voglio dire al premier che l’unità dei moderati non si crea sugli appelli o sugli slogan, ma sui fatti. E’ importante bandire dalla politica italiana l’evocazione populistica.
Il Pdl è nato attorno a Berlusconi ed è questo che noi contestiamo: non vogliamo cadere nello stesso errore. Il “nuovo polo”, invece, non nasce attorno a un leader ma attorno a un progetto. Qui da noi non c’è il predellino, non c’è salito né Casini, né Fini né Rutelli.
Stiamo costruendo un disegno politico, e quando ci saranno le elezioni vi faremo sapere chi è il leader della coalizione.
Credo che Berlusconi possa essere facilitato nel dialogo dal fatto che più di 100 parlamentari possano parlare con una sola voce e interloquiscano costruttivamente con il governo. Ci confronteremo per tutte le iniziative da assumere e contrastare quelle che con condividiamo.
Non e’ nostra intenzione fare guerre di religione a nessuno, ma piuttosto cercare di unificare le forze responsabili del Paese. Basta polemiche, basta i toni da giorno del giudizio che abbiamo sentito ieri alla Camera dei Deputati. Guardiamo avanti, guardiamo all’Italia che con le speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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