postato il 19 Settembre 2015 | in "Politica, Riforme"

Apprendista stregone chi vota contro

Grasso può solo dire no agli emendamenti
Pier Ferdinando CasiniL’intervista di Alberto D’Argenio a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Repubblica.

“Questa riforma passerà tranquillamente, le congiure secondo me esistono solo nell’ intenzione di qualche apprendista stregone e mi auguro che anche Forza Italia dia un segnale di intelligenza politica: ricordo a tutti che dietro l’angolo non ci sono solo le elezioni, ma la vittoria del populismo e dell’antipolitica. Sarebbe l’ennesima prova dell’inconcludenza di un parlamento che volle la rielezione di Napolitano con l’impegno di riformarsi”.
Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri, sprona i colleghi a votare la riforma costituzionale. E si dice certo che alla fine il Presidente Grasso ammetterà emendamenti solo sul comma 5 dell’articolo sull’elezione indiretta del nuovo Senato, come chiede il governo.

Eppure un accordo ancora non c’è e anche alcuni senatori del suo gruppo, Ap, si dicono pronti a votare contro
“E’ sacrosanto rivendicare libertà di coscienza su leggi eticamente sensibili, che non possono vincolare le forze di governo, ma sbaglierebbero a disperdere l’elemento costitutivo del gruppo votando contro le riforme che per molti nell’Ncd sono la ragione di fondo della rottura con Berlusconi e della collaborazione con il centrosinistra. Un no alle riforme sarebbe la negazione della propria ragione sociale:per carità, in politica ho visto di tutto, ma questo sarebbe un suicidio in diretta.

In molti ancora sostengono che legge elettorale e riforma del Senato imprimano una svolta autoritaria al Paese
“sono sempre gli stessi, e col passare degli anni sono diventati anche monotoni. Ma quale svolta autoritaria! Il bicameralismo perfetto e’ da cinquant’anni che si vuole cambiare. E anche sulla legge elettorale, l’Italicum, invito tutti a guardare senza pregiudizi. Questa legge obbligherà il vincitore a “scontare” la sua vittoria facendosi carico di tutti gli eletti con le preferenze mentre le opposizioni usufruiranno dei listini bloccati. E vi immaginate cosa succederà quando i vari cacicchi del Pd da nord a sud imporranno i loro eletti a Renzi? Il rischio è che il vincitore sia proprio un gigante dai piedi d’argilla.”

Dunque trova ingiustificate le accuse a Renzi?
“Diciamo la verità, qui il problema non è il merito, ma che si vuole usare la riforma istituzionale per finalità diverse. Per carità, tutte legittime, dal cambio della legge elettorale al dibattito interno sugli assetti del Pd. Ho troppa esperienza per meravigliarmi di questo, ma diciamo le cose come stanno: non si prepara affatto ad essere un despota.

Dunque la legge elettorale non si tocca?
“No, capisco e condivido le motivazioni di chi chiede alcuni cambiamenti ma ci sarà tempo e modo istituzionalmente corretto per sollevare il problema. Spazio per baratti oggi non ce n’è e sarebbe anche poco decoroso. Prima delle elezioni ci sarà lo spazio per riflettere ad esempio sulla possibilità di prevedere coalizioni al secondo turno.

Il Presidente del Senato è finito nel mirino dei renziani per la gestione della riforma, in particolare sull’ammissibilità di emendamenti all’articolo 2, dunque sull’elezione indiretta dei senatori. Da ex Presidente della Camera, condivide le critiche?
“E’ inutile tirarlo per la giacca, Grasso si è sempre comportato correttamente e sono
certo che ammetterà il voto solo sul comma 5 dell’articolo 2 e non sugli altri. Ripeto, non perché costretto a farlo da Renzi, ma perché il principio della doppia lettura conforme e’ una consuetudine ed e’ previsto dai regolamenti parlamentari. Certo, si citano alcuni precedenti differenti, ma come presupposto avevano un accordo unanime fra le forze politiche e non a caso Grasso spinge per un’intesa ampia che sarebbe l’unico modo di derogare alla rigidità di questa interpretazione.”



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