postato il 13 Marzo 2014 | in "Politica"

Renzi ha archiviato belzebù, pure i moderati adesso ci devono stare

Il dialogo tra il premier e il Cav. fa bene a tutti. Alfano lo capisca. La legge elettorale? Non piace, ma si fa
Casini Pier Ferdinando

L’intervista di Salvatore Merlo a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Il Foglio”

Pier Ferdinando Casini fa finta di parlare di sé , ma in realtà, senza dirlo, parla dei centristi, da Ncd al suo stesso partito: “E’ sbagliato vivere con irritazione il dialogo tra Berlusconi e Renzi. Piuttosto i moderati dovrebbero aiutare questo dialogo. Renderlo più solido. In passato noi abbiamo subìto sulla nostra stessa pelle le contraddizioni di una sinistra ossessionata, che combatteva ideologicamente il Cavaliere. Adesso che la sinistra è cambiata, non possiamo essere noi a farci ossessionare. Ne va del futuro del sistema politico e del centrodestra”. E insomma, mentre passeggia su e giù per il suo studio di Palazzo Giustiniani masticando sigari e barrette dietetiche (“qui prima ci stava Andreotti”) il leader dell’Udc dice di voler essere “un facilitatore” di questo dialogo: “Si può aprire una fase del tutto nuova. Di pacificazione. E credo sia ineludibile che tra le riforme istituzionali ci si metta anche quella della giustizia. Il ministro Orlando ha una prova difficile davanti a sé. L’Italia non può più permettersi di vivere tra tabù e belzebù, siano questi i magistrati o Silvio Berlusconi. Abbiamo tollerato per anni che le procure diventassero il piedistallo per le carriere politiche di qualche magistrato. Ciò non è accettabile”.
La Camera ha approvato la riforma elettorale, e Renzi ha centrato il suo primo successo. Ma con i voti del Cavaliere. Dice Casini: “Questa è una legge che in realtà non piace a nessuno. E come tutte le leggi disconosciute da padri e madri è destinata a diventare in fretta legge. Non piace alla gente, perché non assicura ai cittadini la scelta dei parlamentari. Non la voleva Berlusconi che ha sempre preferito lo spagnolo. Non la volevo io, che ho sempre preferito il sistema tedesco. Non la volevano le donne parlamentari, perché non contiene nessuna tutela di genere. E non la voleva nemmeno Renzi. Inoltre è una legge elettorale che di per sé non assicura niente, nemmeno una maggioranza solida. Anche se, d’altra parte, come dimostra anche il sistema elettorale inglese, non esiste una legge elettorale garantisca maggioranze solide e omogenee. L’unica cosa seria di tutto questo pacchetto, che comprende anche la riforma costituzionale del Senato, è che viene seppellito il Titolo V e con questa parte della Costituzione anche tutto il velleitarismo federalista in salsa leghista. Che ha fatto moltissimi danni, come peraltro le regione italiane”.
Si farà sul serio la riforma del Senato? “Renzi si sta già predisponendo a un compromesso. Sa bene che così com’è questa riforma non passa. E’ un argomento negoziale con chi, come noi dell’Udc, come Alfano e come Anna Finocchiaro, pensa che il bicameralismo vada superato, sì, ma senza trasformare le riforme istituzionali in uno spot. Costituire un Senato che ha come unico vantaggio quello di poter esibire la gratuità dei suoi elementi, cioè un Senato che non costi denaro pubblico, è semplicemente ridicolo. Il primo dei problemi è l’inefficienza dell’Istituzione, a quello dobbiamo pensare. Il costo è il secondo problema”.
Rino Formica sostiene che la riforma non si può fare, che l’articolo 138 non consente modifiche di architettura costituzionale. “E’ un dibattito di forma, che non mi appassiona. La riforma va fatta e basta, se ne parla da troppo tempo. E’ una condizione minima per poter poi andare a votare”. E Renzi vuole le elezioni? “No. Renzi adesso sta cercando di capire se questa strana maggioranza ‘assistita’ – assistitita dai voti di Berlusconi – può essere utilizzata per fare delle cose serie”. Dunque Renzi non è andato al governo per ottenere le elezioni il prima possibile. “Renzi non poteva che prendere il posto di Letta. Non poteva permettersi di pagare i conti di Letta senza alcuna responsabilità nella gestione del governo. Non era possibile. Gli si chiedeva di non contare nulla, ma di subire l’impopolarità del governo. Una follia. E mi meraviglio che tanti, intorno a Letta, adesso facciano gli sdegnati”.
Dunque Renzi è andato a Palazzo Chigi per governare, a lungo. “Ha preso il bastone del comando. Poteva gestirlo a mo’ di spot: ‘prendo Palazzo Chigi e al primo ostacolo alzo le mani, denuncio tutti e chiedo le urne. Ma non ha fatto così. Renzi cercherà di andare avanti. Ma adesso dipende anche da noi, dai suoi alleati e dai suoi strani oppositori come Berlusconi. Io penso che il ruolo della mia generazione, che comprende tutti i protagonisti degli ultimi vent’anni, dev’essere quello di facilitatore. Doabbiamo aitarlo. Ha una vena di follia, sembra un po’ pazzarello, ma ha anche una straordinaria capacità di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda dell’opinione pubblica. E credo che anche Berlusconi l’abbia capito. Il Cavaliere sta dando grande prova d’intelligenza politica aiutando Renzi. Spero che in futuro non sia condizionato dai suoi guai giudiziari nel rapporto con il presidente del Consiglio”. In che senso? “Berlusconi aveva detto che il suo rapporto con Letta non sarebbe stato turbato dalle condanne e dalle inchieste. Ma non è stato così. Spero con Renzi non accada la stessa cosa in futuro”. E qui Casini parla di cose che stanno parecchio a cuore. Forse manda anche qualche messaggio in codice: “I moderati, i centristi, dovrebbero avere il ruolo di cerniera tra Renzi e Berlusconi”, dice. “E’ anche l’unico modo per parlare del futuro del centrodestra. Renzi ha invitato Berlusconi nella sede del Pd, al Nazzareno. Ha dato un messaggio fortissimo al suo mondo di provenienza e sta dimostrando una superiorità di visione politica anche rispetto agli alleati moderati del suo governo. Ha archviato definitivamente ciò che è stato il collante della sinistra italiana, cioè l’antiberlusconismo. E’ una sfida d’innovazione formidabile. Adesso sta a noi: ad Alfano, a Scelta civica, ai Popolari per l’Italia… Mi riferisco a tutta questa entità più o meno vaporosa che è destinata a stare con Renzi o a creare un’alleanza diversa imperniata sul Ppe”. Cioè con Berlusconi. “O i suoi epigoni e successori”.



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