postato il 24 Giugno 2010
di Gaspare Compagno
L’onorevole del PDL, Lucio Stanca, voluto da Berlusconi per rilanciare l’attività di EXPO 2015 bloccata fino all’aprile 2009, ha deciso di chiudere la sua avventura con l’EXPO 2015 in maniera netta e definitiva, in queste ore ha dato le dimissioni dalla carica di Amministratore Delegato e dal consiglio di amministrazione.
Ma le sue non sono semplici dimissioni, ma un vero e proprio “jaccuse”, come dimostra la inusitata lunghezza delle lettera che spiega le sue motivazioni: ben quattro (4) pagine, nelle quali attacca anche la presidente Diana Bracco.
Ma queste non sono semplici dimissioni anche per un altro motivo: riguarda infatti la gestione dell’EXPO 2015, una grande vetrina per Milano e l’Italia, oltre che una opportunità per una miriade di imprese coinvolte nei progetti miliardari delle infrastrutture necessarie.
Ed è proprio su questo punto che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, anche alla luce delle recenti notizie sulla gestione degli appalti per le infrastrutture pubbliche.
In 14 mesi di gestione, Stanca non sembrerebbe avere brillato per attivismo, almeno a sentire l’autorevole voce di Filippo Penati, vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, che anzi chiede al manager di restituire i soldi, visto il suo doppio incarico (manager e onorevole) che, sempre a sentire Penati, non ha prodotto nessun risultato, addirittura non si sa se vi sono i soldi necessari per l’Expo e le aree da utilizzare.
Di contro Stanca, in una sua intervista al Corriere della Sera motiva le sue dimissioni inizialmente con un mutamento di fase nella gestione del progetto: a sentire lui si è passati da una fase di programmazione a quella realizzativa che l’articolo 54 della Finanziaria, sostiene Stanca, affida alla collegialità dei soci.
In realtà i problemi sono molteplici, a cominciare dalle polemiche innescate da Diana Bracco agli ulteriori tagli operati con l’ultima finanziaria: infatti il presidente Bracco, solo un paio di giorni fa, aveva fatto a pezzi il business plan concepito da Stanca, motivando i suoi rilievi con i rischi connessi alla gestione dei costi operata da Stanca.
Possibile? Vediamo un po’ i conti.
Intanto il piano di contenimento dei costi operativi della spa (perchè Gestione EXPO 2015, è una società per azioni) prevede per il momento tagli per oltre 5 milioni sul preventivo di quest’anno di quasi 24 milioni di euro. E in percentuale non è neanche il taglio più grande, infatti se consultiamo la voce “progetti nazionali e internazionali” osserviamo che da 2 milioni si è scesi a solo 100mila euro, mentre i viaggi e le trasferte sono calati di circa il 20% da 1,3 a 1 milione di euro. Ma il disastro dei conti non si ferma solo a queste voci, se guardiamo alle entrate osserviamo che le sponsorizzazioni erano state iscritte a bilancio per 8,5 milioni, ma, complice anche la crisi internazionale, non si supereranno i 3,2 mentre anche la cassa piange: ad aprile c’erano solo 200mila euro arrivati dai privati. E non abbiamo finito: anche il personale sta subendo una sforbiciata e circa una diecina di dipendenti, su un centinaio, sono stati licenziati.
Queste come voci ordinarie di bilancio. Passiamo alle vera “polpa”: gli investimenti.
Se analizziamo il bilancio e il business plan, osserviamo che sono fermi. Anzi in alto mare.
Perchè? Perchè la società non ha ancora preso possesso dei terreni tche sono di proprietà di Fondazione Fiera e gruppo Cabassi, si tratta di un milione di metri quadrati a Rho-Pero dove dovranno sorgere i padiglioni del 2015. Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano dovranno creare una società per rilevare i suddetti terreni, ma il problema non è questo, bensì i soldi: i proprietari dei terreni chiedono 200 milioni di euro che il trio formato appunto da Regione, Provincia e Comune non vuole sborsare, ma anzi chiede uno sconto.
Purtroppo non è ancora tempo di saldi.
Nel frattempo si stima che tra progettazione, personale tecnico e opere in vista della partenza dei cantieri (se i terreni verranno acquistati), nel 2010 si sarebbero dovuti spendere 26 milioni.
Siccome i terreni ancora non sono stati acquistati, se ne sono spesi solo 8,9, ovvero il minimo indispensabile per la progettazione e le prime opere. Ma senza i terreni questa spesa resterà una spesa inutile.
E’ finita qui? No. Perchè dobbiamo considerare anche i soldi che non sono stati spesi perchè non sono disponibili Ad acquistarli sarà una società formata da Regione, Comune e Provincia, ma si cerca tuttora una soluzione per pagare meno dei 200 milioni di euro pretesi dai privati. Per il sito espositivo tra progettazione, personale tecnico, e opere in vista della partenza dei cantieri, nel 2010 si sarebbero dovuti spendere 26 milioni. Ma senza i terreni si è già scesi a 8,9. Il minimo indispensabile per la progettazione e quelle prime indispensabili opere (4,5 milioni). Ecco cosa produce il ritardo. Siete stupiti? Non siatelo, perchè l’EXPO 2015 ha una breve storia di costi molto molto alti. Per rendersene conto basta leggere la relazione del tesoriere al rendiconto economico finanziario per l’EXPO 2015 all’anno 2007. Vi invito in particolare a dare una occhiata ai costi per il modellino, il rendering dell’expo 2015 e per il video promozionale (totale: 114.600 euro, senza considerare le spese per le trasferte e così via, per un totale di oltre 4 milioni di euro). Ma sono bazzecole, visto che per i lavori completi, ancora non vi è una stima precisa del costo dei lavori anche se si vocifera di 4,1 miliardi di euro (stima del 2007 e quindi già adesso risulta inadeguata) come si evince a pagina 14 del Dossier EXPO 2015. Però già all’epoca questa stima era stata reputata sottostimata. Visto il prezzo ipotetico dei terreni, è ipotizzabile che la cifra finale lieviterà.
Nel frattempo sorge anche un altro problema: una volta che l’evento è completato, che fine faranno le aree utilizzate? E’ la domanda che pone il consigliere regionale della Lombardia, Enrico Marcora dell’UDC, mentre l’on. Libè chiede al governo di fare la massima chairezza, visto che Stanca è stato nominato personalmente da Berlusconi come suo uomo di fiducia. Domande che sono rimaste senza risposta.
Come si vede, quindi, la situazione non è rosea. Nel frattempo Lucio Stanca ha potuto percepire non solo lo stipendio da parlamentare, ma anche l’emolumento come manager della società Expo 2015: 450.000 euro annui. Parafrasando la pubblicità, “du stipend is megl che 1”, giusto? Giusto.
E se vi state chiedendo cosa farà Stanca e chi prenderà il suo posto, state tranquilli, tutto è già stato deciso: Stanca avrebbe chiesto al premier un posto di sottosegretario, stando a quanto afferma il quotidiano di Paolo Berlusconi, mentre il suo posto dovrebbe essere preso dal Consigliere Generale del Comune di Milano, Giuseppe Sala, già manager di Pirelli.