Tutti i post con tag: polo per l’italia

Terzo Polo, adesso è il nostro tempo. Cambiamo l’Italia.

postato il 21 Luglio 2011

La convention terzopolista che si terrà venerdì all’Auditorium della Conciliazione a Roma e vedrà uniti Udc, Fli, Mpa e Api, ha un titolo forte: “Io cambio l’Italia”. Che non è uno slogan messo lì per dire tutto e non dire niente, ma la ragione politica e amministrativa per cui in Italia c’è bisogno di un Polo terzo fra due che non funzionano e fanno acqua da tutte le parti. È lo stesso leit-motiv, lo stesso mantra che noi dell’Udc conosciamo bene. Perché ce lo ripetiamo e lo ripetiamo agli elettori da quel lontano (solo temporalmente, però) 2 dicembre 2006, quando – a Palermo – si consumò una drastica scelta: avevamo capito che la Casa delle Libertà era ormai morta e la coalizione di centrodestra non era più in grado di dare soddisfacenti risposte all’Italia: qualcuno ci arrivò più tardi di noi e penso bene di sistemare la faccenda, sostituendo alla coalizione un megapartitone senz’anima, in cui o si vince (e si osanna il capo) o si perde (e si muore).

Noi, che siamo sempre stati piccoli, ma orgogliosi e testardi, abbiamo scelto di imboccare una strada solitaria, una strada impervia e tortuosa: e per molto tempo non c’è stato nessuno che ci tendesse la mano e che ci aiutasse; ci facevamo compagnia tra di noi, ci sostenevamo a vicenda: ci colpivano, ci schernivano (quante volte ho sentito decretare la nostra resa, in cambio di dorate poltrone) e noi restavamo fermi sulle nostre posizioni. È stato il tempo delle formiche: abbiamo affrontano diverse tornate elettorali e siccome (e chissà come mai) i nostri voti non accennavano a diminuire, ma restavano anch’essi saldi, abbiamo cominciato a sentirci dire che dalla nostra posizione di irrilevanza e di assoluta minorità non ci saremmo mai schiodati. Ne abbiamo sentite di così tante e di così grosse: ma tant’è. Perché essere formiche vuol dire anche saper incassare i colpi senza farsi male, lavorando tutti insieme per il bene del proprio formicaio. Ed è stato proprio così che lungo quel nostro cammino, quella lunga traversata nel deserto, abbiamo trovato nuovi compagni. Noi, piccole formiche, non eravamo più sole. E nemmeno più piccole.

Nel frattempo, infatti, l’Italia che i leader del bipolarismo/bipartitismo de noantri non solo non accennava a nascere, ma in più assumeva connotati e fattezze sempre più difficili e dure. L’illusione di un Paese migliore senza quei fastidiosi “uddicinni” è crollata e la realtà ci ha mostrato tutte le difficoltà che incombevano su di noi, peggio della spada di Damocle. E noi, che al formicaio-paese teniamo ancor di più rispetto al formicaio-partito, abbiamo cominciato a predicare “responsabilità”, “coesione”, “unità”. E, vuoi o non vuoi, “loro” – quelli che tanto ci disprezzavano – hanno dovuto ascoltarci. Hanno dovuto darci ragione. Intorno alle nostre parole d’ordine, ai nostri progetti, abbiamo aggregato un Polo – insieme agli amici incontrati per strada e che come noi e con noi vogliono cambiare l’Italia. Il “loro” tempo è finito. È scaduto tra scandali, festini, onesti-solo-a-parole, compravendite e fallimenti. Ora è il nostro momento.

Amici del Terzo Polo, amici dell’Udc, di Fli, dell’Api, del Mpa: è la nostra occasione. Ma c’è bisogno di un’altra prova di coraggio: lasciare le nostre case per aprirci al mondo esterno, per cominciare a progettare anche una grande casa comune che ci ospiti tutti. La fuori c’è l’Italia vera. L’Italia che aspetta solo di essere ascoltata e sostenuta. C’è un’Italia che è stanca delle continue e infruttuose divisioni da stadio che viviamo ogni giorno, stanca di dover lottare per arrivare a fine mese, stanca di non poter sognare un futuro migliore. C’è un Nord che non ne può più delle sparate leghiste, che si trova costretto a dover fare i conti con un’agricoltura e un’industria in crisi, che non ne vuole più sapere di essere ingannato quotidianamente. E c’è un Sud che lotta e non si arrende, che ne ha fin sopra i capelli di classi dirigenti fallimentari e spreconi e che non vuole più sentire parlare di mala sanità o istruzione scadente. Ci sono giovani e giovanissimi che come me e tanti altri che sono convinti che le cose si possano cambiare davvero e che lottano per riuscirci; laureati che sono costretti ad emigrare e scappare e che invece rappresentano il futuro del nostro Paese; operai, insegnanti e dottori che dopo aver lottato una vita, si vedono chiusi il proprio posto di lavoro per assenza di fondi; imprenditori soffocati da tasse eccessive e spesso incomprensibili; e si potrebbe continuare per pagine e pagine.

Non possiamo più perdere tempo. Cambiamo l’Italia. Ora. Insieme.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

7 Commenti

Lo slancio di Casini per governare Torino e l’Italia

postato il 4 Aprile 2011

Nella splendida cornice del teatro Carignano, gioiello sabaudo nel centro di Torino, l’UDC si è data appuntamento per tirare le somme della sua azione politica e sostenere il candidato del Polo per l’Italia al comune di Torino, il liberale Alberto Musy, espressione di quella viva e operosa società civile che in tempi migliori ha contribuito in modo determinante alla crescita del Paese. A Torino si riparte da lui, un avvocato, un professionista di quella borghesia cattolica, liberale e riformista che da Giolitti in poi ha operato in vista di quel “bene comune” che oggi sembra scomparso dal vocabolario concettuale della politica. Il volto giusto per il nostro progetto, le bandiere dei nostri partiti sventolano orgogliosamente ma il capofila è un uomo “senza tessera”, potremmo dire, l’ideale per una città che prima della forma bada alla sostanza.

Pier Ferdinando Casini ha voluto ribadire tutto questo nel suo appassionato intervento, spaziando dall’attualità politica nazionale, immigrazione in testa, al ruolo che il Nuovo Polo per l’Italia deve avere nelle amministrazioni, a partire da quelle metropolitane che andranno al voto a maggio. “L’alternativa, finalmente” è lo slogan semplice e azzeccato che caratterizza la campagna elettorale del nostro candidato ed è da questo slogan che hanno preso spunto i vari oratori che si sono alternati sul palco di un teatro Carignano affollatissimo di giovani, dirigenti e gente comune. Il senso di questa alternativa è stata ribadito dallo stesso Casini: il bipolarismo è sul viale del tramonto, Berlusconi le sue riforme le deve contrattare con i nuovi alleati, e così si vive alla giornata senza un disegno generale di robusto e convinto rilancio.

Dall’altra il Pd continua a non decidere il suo futuro: troppo debole da solo per affrancarsi da Di Pietro e troppo timido per concepire nuovi progetti per l’Italia, sfiancato al suo interno dalle varie correnti che ogni giorno demoliscono senza troppi complimenti la linea dettata dal segretario.

Casini ha poi inorgoglito tutta la platea quando ha ricordato che l’opposizione a Prodi come oggi quella a Berlusconi è la prova della lontananza dalle poltrone e dall’opportunismo che pervade la politica. Sulla scorta di questo passato, della dura lotta per difendere l’indipendenza dai “padroni del voto”, della battaglia per restituire ai cittadini il diritto a scegliersi i propri rappresentanti, possiamo dire con forza che destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia mentre il progetto del Nuovo Polo è una breccia sul futuro, l’alternativa a questo stato di cose che non ha migliorato il Paese e, anzi, l’ha fatto regredire.

Bisogna cambiare, inutile star lì coi tatticismi dei leader di una volta, poco inclini alla chiarezza. Tatticismo, questa parola evocativa di un brutto modo di fare politica, che non deve assolutamente caratterizzare il Nuovo Polo. Casini lo ha affermato riferendosi al “convitato di pietra” del Terzo Polo, colui di cui si parla sempre, quello di cui si vocifera l’ingresso in politica: Luca Cordero di Montezemolo. Se decide di partecipare in prima persona, è il benvenuto, perché c’è bisogno di persone nuove e di spessore capaci di interpretare le istanze della società civile, ma è bene che  “dai politici non erediti il brutto vizio dei tatticismi”.

Sabato è stata l’occasione per tirare le somme, per confrontarsi con il presente, con i problemi di questa Italia, stufa di vedere il Parlamento inattivo ma pronto a legiferare per mettere in salvo il premier. Le priorità sono state sottolineate con forza: lavoro, famiglia, giustizia, provvedimenti che rispondono a precise esigenze della gente, lontana anni luce dai tempi e dalle forme della politica di oggi che non trova di meglio da fare che scontrarsi in aula.

Si è respirata aria di grande entusiasmo, il progetto va avanti. A Torino è stata messa in campo una valida candidatura che rappresenta appieno la voglia di nuovo, la voglia di interpretare il cambiamento. E il successo si coglie facilmente: tra gli intervenuti spiccava un nuovo arrivo, il deputato Marco Calgaro che aderisce all’UDC.

Lo slancio dato dal discorso di Casini è un incoraggiamento a procedere su questa strada, non dimenticando mai che l’imperativo è distinguersi, interpretare il buonsenso e la responsabilità e stare saldamente ancorati alla realtà, ai problemi di tutti i giorni, concedendoci qualche piccola grande ambizione: governare questo Paese.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

Commenti disabilitati su Lo slancio di Casini per governare Torino e l’Italia

Rassegna stampa, 1 febbraio 2011

postato il 1 Febbraio 2011
Mi sa che qui ha ragione Bersani (che potete leggere sul Corriere): l’apertura di Berlusconi arriva davvero fuori tempo massimo. La lettera del Premier di ieri (con allegate le proposte di riforma del fisco, il no alla patrimoniale e una maggiore libertà d’impresa) è davvero niente male, ok: ma come ha sottolineato Casini, chi sta al Governo questo genere di cose deve “farle, non scriverle sui giornali”. Il confronto tra maggioranza e opposizione ci deve essere, noi lo sosteniamo da tempo, ma solo se il Presidente del Consiglio è disposto a fare un passo indietro; anche perché, in questo momento, le nostre preoccupazioni sono altre: il Nuovo Polo per l’Italia si rafforza e si consolida ogni giorno di più. ItaliaOggi, infatti, ci racconta della possibilità di uno speaker unitario (così come auspicato a Todi) che possa rappresentare l’unità della coalizione: si tratta di Anna Maria Artoni, già presidente dei giovani di Confindustria Emilia Romagna, un volto giovane e capace, capace di riscuotere consensi dai moderati e i riformisti di ambo gli schieramenti. Solo fantapolitica? Vedremo.

Il premier apre. Pd e Terzo polo lo stoppano (Paolo Festuccia, La Stampa)

Bersani e Casini non ci credono: «Confronto? Sì, ma con un altro premier» (Roberta D’Angelo, Avvenire)

Bersani: proposta che arriva fuori tempo massimo (Pierluigi Bersani, Corriere della Sera)

Artoni for president. E’ l’asso nella manica del terzo Polo (Giorgio Ponziano, ItaliaOggi)

Giovedì la Camera vota sull’ufficio di Spinelli (La Repubblica)

Calderoli tratta ancora: discutiamo (Eugenio Bruno, Sole24Ore)

Federalismo, gelo Calderoli-Maroni. E Bossi teme un disimpegno del premier (Marco Cremonesi, Corriere dell Sera)

Altri no da sinistra: l’ansia della Lega per il federalismo (Matteo Pandini, Libero)

“Pattocrazia”: l’ultima moda del Palazzo (Mario Ajello, Il Messaggero)

Anche Casini boccia il premier (Maria Zegarelli, L’Unità)

Alfano- i voti cattolici restano al Pdl. Il cardinale Martins- parole azzardate (Orazio La Rocca, La Repubblica)

Sorgi – E’ partita la campagna elettorale (Marcello Sorgi, La Stampa)

E nello scontro torna in scena la mano di Ferrara (Antonella Rampino, La Stampa)

Napoli. Il commissario Orlando sulla scena del «delitto». La palla torna ai garanti (Francesca Pilla, Il Manifesto)

Sky Tg24 e le percentuali a tradimento (Il Giornale)

Ballarò, c’è Casini (Avvenire)

Trecentomila richieste per lavorare in Italia. Il primato del Nord (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Alleanza Sky-Fastweb per sfidare Mediaset (Daniele Lepido, Sole24Ore)

Europa divisa sulle dimissioni di Mubarak (Ivo Caizzi, Corriere della Sera)

Egitto – Internet motore della rivolta, forze armate ago della bilancia (Alberto Negri, Sole24Ore)

El Baradei, l’uomo del destino. “Oggi nasce un Paese nuovo” (Fabio Scuto, La Repubblica)

Commenti disabilitati su Rassegna stampa, 1 febbraio 2011

Rassegna stampa, 30 gennaio 2011

postato il 30 Gennaio 2011
Il Polo per l’Italia sfida Berlusconi a viso aperto: le elezioni, in questo momento, sono decisamente meglio che “tirare a campare”, tuona Casini (“e delle signorine”, aggiunge il Riformista). Il Messaggero analizza la due giorni di Todi e spiega come gli aderenti del Nuovo Polo si propongano come un nuovo “centrodestra”, moderato e in linea con i valori europei del PPE: valori che sono chiari, per tutti – anche per quelli come Benedetto Della Vedova (leggete sull’Avvenire). E ha voglia Berlusconi di ostentare sicurezza, di definirci “relitti” (detto da lui, suona come un complimento): il Pdl è ormai ridotto a illusorie operazioni di “maquillage” (Unità) o, peggio ancora, ad affidarsi a un portavoce come la Santanchè; il tutto mentre, nei sondaggi, la fiducia nel premier è ai minimi storici. In questo quadro si inserisce poi la proposta di D’Alema per costituire una larga alleanza che superi il berlusconismo: Casini si dice disponibile a ragionare, pur con qualche cautela, specie nell’ottica dell’apertura di una nuova fase politica, come auspicato da Ferruccio De Bortoli sul Corriere di oggi. Leggete poi: da Liberazione, il ritratto del Ministro Franco Frattini (quello che non c’azzecca niente); da La Stampa, l’analisi di Francesco Guerrera sul rapporto di Davos (le élite devono smetterla di parlare a sé stesse); dal Corriere, il retroscena di Dario Di Vico sull’introduzione della patrimoniale (che graverebbe tutta sul Ceto medio).

La sfida di Casini: meglio elezioni che tirare a campare (Andrea Garibaldi, Corriere)

Casini stoppa Della Vedova: per noi valori chiari (Avvenire)

La lunga marcia dei moderati: noi il nuovo centrodestra (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Casini incalza: “Meglio le urne delle signorine” (Alessandro Da Rold, Il Riformista)

Udc: meglio il voto che tirare a campare (Sole24Ore)

Casini: “Meglio votare che tirare a campare” (Natalia Lombardo, L’Unità)

D’Alema: “Serve una larga coalizione” (La Stampa)

La necessità di una tregua (Ferruccio De Bortoli, Corriere)

Tinagli, Artoni, Todini. L’idea di uno speaker donna (Corriere)

Berlusconi: “Avanti sereno. Il terzo polo? Relitti” (Corriere)

Ma un ricorso alla patrimoniale punirebbe soltanto il ceto medio (Dario Di Vico, Corriere)

E il Pdl teme l’interrogatorio della Minetti. L’ipotesi di Santanchè portavoce del governo (Il Messaggero)

L’ultima illusione del Cav: “operazione maquillage per il Pdl” (Ninni Andriolo, L’Unità)

Franco Frattini: quello che non c’azzecca (Maria Calderoni, Liberazione)

Sempre più italiani vogliono le dimissioni del presidente: il 60,6% (Il Fatto Quotidiano)

Caselli attacca Berlusconi: “Ormai la misura è colma” (Alberto Gaino, La Stampa)

Davos, l’élite che parla con se stessa (Francesco Guerrera, La Stampa)

Commenti disabilitati su Rassegna stampa, 30 gennaio 2011

Rassegna stampa, 29 gennaio 2011

postato il 29 Gennaio 2011
A Todi è nato il Nuovo Polo per l’Italia, la risposta congiunta dei moderati, riformisti e liberali alla crisi della Politica italiana. Il clima è “sereno e disteso”, scrivono i giornali, di grande “coesione e condivisione”, aggiungiamo noi: ieri sera, a cena, i parlamentari del Nuovo Polo – testimoniamo personalmente – erano tutti sulla stessa lunghezza d’onda, “parlavano” la stessa lingua, usavano le stesse parole d’ordine. Certo, i quotidiani oggi sottolineano anche le differenze tra i partiti del Polo, ma è naturale: come è stato ribadito ieri, Berlusconi non si batte costruendo una coalizione di piccoli berluschini; i nostri leader sono le idee, i valori. Guest star di ieri è stato poi il Presidente Casini: il nostro Polo si candida a governare l’Italia, visto che chi c’è adesso, non ne ha più più voglia e capacità; l’alternativi verrà da noi, “siamo noi che dobbiamo salvare l’Italia”, non i giudici. Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, in un’intervista all’Unità spiega poi che non abbiamo paura di andare al voto (le urne anche a Maggio, perché no?), che Berlusconi è cotto e terrorizzato (difatti pensa al rimpasto di governo, aggiunge il Corriere) e che “Casini è il mio leader”. Stefano Folli, su Liberal, ci fa i complimenti e auspica che il processo unitario della coalizione vada avanti, per dare vita a un “nuovo Centro liberal-democratico” che dia una visione di futuro all’Italia. Il tutto mentre: a Davos il nostro Paese fa “un esame di coscienza” (La Stampa); nel nostro contesto politico s’avanza un partito “procrescita” (Il Foglio); Raffale Cantone ci spiega – sul Mattino – perché le primarie del Pd hanno fatto flop.

Casini: “Berlusconi non governa più siamo noi la vera alternativa” (Il Messaggero)

Casini: “La casa di An. Per non parlare di Ruby” (Alberto Gentili, Il Mattino)

Casini: “Siamo noi che dobbiamo salvare l’Italia” (Il Tempo)

Casini lancia il Nuovo Polo: “Ci candidiamo a guidare il Paese” (Ugo Bonasi, QN)

Casini: No a soluzioni giudiziarie, noi l’alternativa (La Repubblica)

Casini rilancia le larghe intese: “Sulle rendite tasse più alte” (Sole24Ore)

Bocchino: “Alle urne a maggio. Berlusconi è fuori, Casini è il mio leader” (L’Unità)

Parola di gran bugiardo (Giuseppe D’Avanzo, La Repubblica)

Folli: L’Italia sta marcendo datele una visione e vincerete la scommessa (Liberal)

Il premier ora pensa al rimpasto. Posti divisi tra Pdl e Responsabili (Marco Galluzzo, Corriere)

La Lega si fa mediatrice per salvare la propria riforma simbolo (Massimo Franco, Corriere)

Fini, Schifani, Frattini: chi dei tre deve dimettersi? (Federico Orlando, Europa)

E l’Italia si fa l’esame: “Perdiamo credibilità” (Stefano Lepri, La Stampa)

Ecco perché queste primarie hanno fatto flop (Raffaele Cantone, Il Mattino)

Nel silenzio tremontiano avanza il partito procrescita (Il Foglio)

3 Commenti

Quell’Italia diversa che spero per i miei figli

postato il 29 Gennaio 2011

Pubblichiamo un commento-appello di una madre che auspica un’Italia diversa per i propri figli.

Gentile Presidente Casini,

condivido la paura di tanti, non si era mai visto che un governo scendesse in piazza contro la magistratura, la politica nella prima Repubblica tanto disprezzata non è mai stata così: l’attentato a Togliatti invece di dividere il paese l’unì, grazie a un governo responsabile e democratico. Così è sempre è stato per l’italia, forti contrapposizioni tra partiti ma sempre tanto rispetto, la dignità di noi italiani non era mai stata calpestata. Ora mi sento offesa, violata come cittadina, come donna e come madre. Come non mai sto seguendo tutte le vicende del nostro premier, ma non per curiosità, per morbosità o per giudicare, ma solo perchè non riesco a comprendere tali comportamenti perversi. Pur non avendo mai condiviso la sua politica, ho cercato fino all’ultimo in questi giorni di credere nella sua innocenza, quello di cui viene accusato è troppo grave, mi vergogno di vivere in Italia, mi vergogno di fare vedere questo squallido spettacolo ai miei figli. Io che dai miei genitori, e ancora di più dai miei nonni, ho ricevuto una educazione di rispetto verso le istituzioni, verso quella democrazia e unità che è costata sangue e sacrifici ai nostri nonni. Credo fermamente in questo Nuovo Polo, ma vi prego fate qualcosa, anche voi avete dei figli.

Patrizia

3 Commenti

Pier Ferdinando: diamo rappresentanza ai moderati

postato il 28 Gennaio 2011

Il Polo per l’Italia sarà una “forza tranquilla”. E’ questa l’immagine che usa Pier Ferdinando Casini per parlare della nuova creatura politica che vede la luce a Todi. Ed è questa “forza tranquilla” che pervade l’intervento di Casini davanti al conclave terzopolista, un intervento, quello del leader dell’Udc, chiaro, pacato ma che non rinuncia ad alcune stoccate. Casini rileva il fallimento di una fase politica la cui liquidazione, avverte, non può essere affidata ai magistrati; ecco perché rivendica per il nuovo Polo il compito gravoso di chiudere questa stagione politica con il coraggio della verità, con il coraggio di dire in faccia a Berlusconi che “lui non ha più voglia di governare questo Paese”.

E’ un Casini che incalza senza esitazione il Premier sulla questione morale denunciando le cosiddette armi di distrazione di massa, come le accuse a Gianfranco Fini, ma evitando ogni deriva giustizialista che faccia degenerare la questione morale in un banale moralismo. Ma non c’è solo l’attualità politica nell’intervento del leader dell’Unione di Centro, c’è anche abbondante spazio per riprendere gli importanti spunti programmatici forniti dagli interventi mattutini di Adornato, Baldassarri, Lanzillotta e Reina: una politica economica diversa da quella di Tremonti, l’attenzione per il Mezzogiorno e per i giovani, il problema sociale e la tassazione delle rendite finanziarie, la chiarezza sui temi eticamente rilevanti.

Nell’enumerare riforme e provvedimenti necessari per il Paese Pier Ferdinando Casini ha anche, a livello personale, espresso la convinzione che soltanto una grande coalizione potrebbe mettere in atto quelle scelte impopolari doverose che costano tanto in termini elettorali. L’intervento all’assemblea di Todi è stato anche l’occasione per mettere in chiaro, specie con i giornalisti, la presunta questione delle leadership del neonato Polo per l’Italia. Casini, che pure nel pomeriggio ha raccolto parole di riconoscimento da parte di Italo Bocchino, ha precisato con forza che il nuovo Polo non è una fotocopia di ciò che ha fatto Berlusconi, ma che la leadership appartiene unicamente a coloro che intendono combattere per cambiare il Paese. Il Polo per l’Italia, ha continuato Casini, è fatto da forze politiche che hanno sicuramente percorsi diversi ma che hanno in comune una sofferenza politica e un’idea di cambiamento.

La conclusione Casini la riserva a indicare la rotta: se elezioni anticipate ci saranno le responsabilità saranno chiare a tutti, ma il Polo per l’Italia sarà pronto a competere con i propri uomini e i propri programmi. Poi un consiglio ai suoi: “non cadiamo nella trappola delle risse”, e in una sorta di procedimento di inclusione richiama il concetto di “forza tranquilla” per marcare la differenza di stile tra il nuovo Polo per l’Italia e le urla e le minacce di Berlusconi.

Adriano Frinchi

1 Commento

Polo per l’Italia per non confondere Aldo Moro con Lele Mora

postato il 28 Gennaio 2011

E’ Ferdinando Adornato ad aprire l’assise tudertina del Polo per l’Italia e a stilare la carta d’identità del nuovo Polo. La riflessione di Adornato sul “cosa sarà” il nuovo Polo però ha la sua necessaria premessa nella necessità del Paese di «uscire dal berlusconismo», da diciassette anni di immobilità politica segnate dalle «metafore berlusconiane eclissate come stelle cadenti», e dal superare il bipolarismo italiano che si è purtroppo configurato come una «nuova guerra civile ideologica tra gli italiani».

E’ una analisi attenta della parabola discendente del Cavaliere quella di Adornato non senza il rammarico per le opportunità perdute di costruire la sezione italiana del Partito Popolare Europeo e la triste constatazione di un Pdl che confonde «Aldo Moro con Lele Mora». Tuttavia – suggerisce Adornato –  non è possibile fermarsi a constatare il desolante quadro politico e a guardare il passato ma è necessario “coltivare il futuro” e questo futuro ha le sue radici nelle scelte di libertà fatte nel 2008 da Pier Ferdinando Casini, nel 2009 da Francesco Rutelli e nel 2010 da Gianfranco Fini. Questo futuro è rappresentato dal Polo per l’Italia, l’alleanza che vede insieme uomini e donne di ispirazione cristiana, liberale, patriottica e repubblicana e  che vuole proporsi come vera chance di cambiamento per un Paese aggredito dai ritardi e dalle incertezze, e di cui Adornato ha stilato una carta d’identità articolata in cinque punti che vede il nuovo Polo come il Polo dell’unità nazionale, della ricostruzione della Repubblica, della modernizzazione liberale, della promozione sociale e della nuova etica pubblica.

E’ anche un ritorno alla politica quello tratteggiato da Adornato, un ritorno che prevede gioco di squadra e la rinuncia al mito dell’uomo solo al comando. Sono parole di speranza e di voglia di cambiamento le prime parole ad uscire dal “conclave” di Todi, ma sembrano anche un percorso politico coraggioso  che non teme il confronto e la prova elettorale.

Adriano Frinchi

Commenti disabilitati su Polo per l’Italia per non confondere Aldo Moro con Lele Mora


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram