postato il 2 Novembre 2015 | in "Spunti di riflessione"

Stop alla retorica destra-sinistra, magari ci fosse già il Partito della Nazione

Pier Ferdinando CasiniL’intervista di Giuseppe Alberto Falci a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Repubblica”

«Renzi deve avere lo stesso coraggio che ha dimostrato in questi due anni di governo. Alle prossime elezioni amministrative casi flop come quelli di Marino potrebbero affossare la maggioranza di governo. È arrivato il momento di puntare su esponenti della società civile che non abbiano complessi di superiorità verso la politica». È questo il consiglio di Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, oggi presidente della commissione Esteri, ultimo rappresentante della tradizione centrista.

Presidente, alle amministrative del 2016 si vota in grandi città Milano, Roma e Napoli. Sosterrà i candidati del Pd di Renzi?
«Nessuno di noi può sostenere a scatola chiusa candidati scelti esclusivamente dal Pd. Ma il tema è un altro. In molte città hanno fallito prima la destra poi la sinistra.
Io sostengo Renzi perché amo il mio Paese e si è dimostrato capace di fare cose concrete. Ma lo vedo un po’ sfuocato sulla questione amministrative».

In che senso?
«Tutti vedono che con la liturgia delle primarie si sono creati disastri che hanno fatto giganteschi regali ai Cinquestelle».

Quale sarebbe la soluzione?
«Alcuni giorni fa mi è capitato di rileggere Don Luigi Sturzo, il quale scrisse più di 60 anni fa pagine profetiche sul degrado della politica per l’occupazione da parte dei partiti degli enti locali. Capisco la diffidenza dei nuovisti ma andrebbero rottamati tanti candidati, non Sturzo….

Dunque, più società civile e meno apparati dei partiti?
«Le personalità migliori di una città hanno il dovere di mettersi in gioco».

Presidente, con queste parole sta tirando la volata a Marchini e a Sala per Roma e Milano?
«Il modo migliore per screditare questo ragionamento è riportarlo ai singoli. Penso che entrambi, Marchini e Sala, non accetteranno di farsi fagocitare dalle primarie dei democratici o dai riti del centrodestra. Alfio comunque è una persona seria e lo ha dimostrato in questi due anni in Campidoglio».

Così facendo non crede che la politica si sia arresa alla superiorità della società civile?
«Usciamo da questo presunto dualismo: rottamiamo ali imbecilli e non le competenze; valorizziamo la professionalità politica e incominciamo a diffidare dei dilettanti allo sbaraglio. Si tratta di fare un passo in avanti insieme».

Lei fu il primo, già nel 2012, a parlare di Partito della nazione. Sta gettando le basi?+«Vedo che l’evocazione del Partito della nazione suscita una certa indignazione. In particolare, nei pressi degli amici della minoranza del Pd. Forse avrebbero fatto meglio a indignarsi quando hanno privilegiato la scelta di Marino bocciando personalità competenti e sperimentate come Paolo Gentiloni. Magari ci fosse un partito o una coalizione capace di uscire dalla retorica destra sinistra per fare solo e semplicemente le cose giuste».



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