Dal 10 al 12 Settembre a Chianciano: per tornare a sperare in un’Italia migliore

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Giuseppe Portonera

Quando qualcuno mi chiede perché ho scelto di impegnarmi in Politica, rispondo sempre che l’ho fatto pensando che oggi più che mai c’è bisogno di novità, di energie nuove e giovani, in grado di cambiare una situazione sempre più marcia e malmessa. Quando poi mi si chiede perché ho scelto proprio l’Udc, allora chiudo gli occhi per un momento e penso. Di motivi ce ne sarebbero tanti e molti di loro sono classici: la provenienza da una famiglia di tradizione democristiana; l’ispirazione cristiana e moderata della politica di questo partito; il fatto di riconoscermi pienamente negli insegnamenti e nell’eredità di Don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. Ce n’è però uno, che li supera tutti e che amo riassumere in un solo sostantivo: “coraggio”. È stato proprio il “coraggio” dimostrato dall’Udc che mi ha spinto ad abbracciarlo e a sostenerlo giorno per giorno, fin dal 2008, da quando Pier Ferdinando Casini ebbe il coraggio e la forza di dire no a una confluenza di comodo nel PDL (come fece allora qualcuno che ora ne piange le conseguenze) e di affrontare una campagna elettorale tutta in salita. Che ci avrebbe potuto benissimo far sparire dal Parlamento, come se niente fosse. E invece, per fortuna, quella scelta di coerenza e di coraggio convinse tanti come me, che non se la sentivano di dover scegliere ancora una volta tra Berlusconi e la Sinistra. Allora io, che avevo quattordici anni e nessuna esperienza concreta all’attivo, mi chiesi: “Perché una terza scelta non è possibile? Perché, fin da quando ne ho memoria, l’elettorato è sempre stato costretto a scegliere tra due radicali possibilità?”. E mi risposi dopo aver letto il programma elettorale dell’Udc (divenuto nel frattempo Unione di Centro): “Sì. Un’altra scelta è possibile”.

Da allora non ho mai smesso di sognare, non ho mai smesso di aspettare la nascita dell’alternativa concreta ai due blocchi dai piedi di argilla. Dopo il risultato delle elezioni, erano in molti quelli che mi dicevano che “sprecavo il mio tempo”, che “nell’Udc non c’è futuro”, che “prima o poi sarete fagocitati”. “Figurarsi”, rispondevo io. E infatti, dopo due anni, l’Udc è ancora qui e insieme a tanti altri adesso sta finalmente realizzando quel sogno per cui mi sono sempre battuto. Ed ecco che sempre quelli che prima mi invitavano a cambiare partito, adesso mi dicono che “siete degli opportunisti”, che “il Centro non esiste” e che “il vostro unico scopo è contrattare posti di governo”. “Figurarsi”, continuo a rispondere: questa è l’Estate dei Moderati, di un vasto e composito quadro di uomini “liberi e forti” (per usare un termine a me molto caro) che si sono stancati di rimanere ingabbiati in un “bipolarismo forzato” e che vogliono costruire sul serio la nuova “Alternativa”. Costruita sui temi concreti e, purtroppo, dimenticati: la difesa delle istituzioni democratiche fino in fondo, contro ogni cesarismo; un lavoro di ricucitura del Paese, anziché di divisione; riforme in grado di riattivare il nostro circuito sociale ed economico; la volontà di ridare ai cittadini il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti (con il ritorno al proporzionale e al voto di preferenza); la concretizzazione di una vera “rivoluzione liberale”, con l’eliminazione degli sprechi eccessivi, degli enti inutili e delle burocrazie superflue; una convivenza armonica e rispettosa tra laici e cattolici; il ripudio di ogni fanatismo ed estremismo. Ci siamo sempre confrontati su questi temi, e proprio su queste fondamentali tematiche abbiamo costruito il nostro futuro: ci siamo battuti con forza, consci di essere minoranza, ma convinti di poter costruire la maggioranza. Altro che Terzo Polo. Qui si lavora per costruire il Primo, sia chiaro. Il Polo della ragionevolezza, della responsabilità, del futuro.

La festa annuale dell’Unione di Centro a Chianciano Terme, è sempre stato un appuntamento chiave in questi anni. Proprio l’anno scorso, con la partecipazione di Francesco Rutelli e di Gianfranco Fini, i giornali si lanciarono nella descrizione di retroscena ed alchimie varie. Mere manovre di palazzo. Il Centro che vogliamo costruire è ben altro. È la convinzione che un’Italia diversa e migliore sia possibile. Ecco perché l’evento di Chianciano di quest’anno (dal 10 al 12 settembre) è l’ultimo tassello sulla nostra strada: è il momento che aspettavamo da tanto e che non possiamo permetterci di perdere. Per raccogliere i frutti della lunga “traversata nel deserto” compiuta dall’Udc, per non gettare alle ortiche tutto il lavoro di questi anni. A Chianciano lanceremo l’Alleanza del Futuro, per far si che l’Alternativa diventi reale!

5 Commenti
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Sofia Gallo Afflitto
13 anni fa

“A Chianciano lanceremo l’Alleanza del Futuro, per far si che l’Alternativa diventi reale!”
Queste parole le apprezzo solo perchè le scrivi tu Peppe, nel senso che se fosse stata una vecchia conoscenza del partito a parlare di futuro mi sarei messa solo a ridere, credo quindi che all’interno dell’udc debbano esserci nuove menti pronte a collaborare con me e te, e con tutti gli altri nostri coetanei, per costruire un partito giovane, che ovviamente non dimentichi il passato e il presente!

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13 anni fa

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Rosa Marianna
Rosa Marianna
13 anni fa

Finalmente qualcuno che si occupa di sprechi e di enti inutili in un paese che va a fondo! E’ necessario recuperare denaro pubblico da quelle centinaia di ENTI INUTILI che non hanno nulla da invidiare all’isola che non c’è: roba tipo Sviluppo Italia, i vari Osservatori Nazionali (Rifiuti, salute della donna, sulla famiglia, sul miele ecc.), Ente Colombo, Cassa conguaglio zucchero, Ente nazionale per l’addestramento dei lavoratori del commercio, Consorzio anagrafe animali, Cassa depositi e prestiti, Italia Nagivando, Innovazione Italia, Infratel Italia, Italia Lavoro, Italia Turismo e tante altre migliaia di società intrecciate in una infinita ragnatela di altre società perfettamente prive di scopo dell’esistere.

mariagrazia brandara
mariagrazia brandara
13 anni fa

dobbiamo anche avere il CORAGGIO di:
recidere, senza esitazione, qualunque tipo di collegamento che si potesse intravedere tra mafia e politica, perché questa è la vera grande sfida che la classe dirigente del Paese deve affrontare e vincere; attuare un monitoraggio degli enti locali sciolti per mafia e di quelli che si trovano in gestione commissariale, impedendo le candidature di tutti i rappresentanti pubblici con condanne per associazione a delinquere o favoreggiamento.
lottare contro ogni forma di clientelismo, in modo da privilegiare il merito nello studio e nell’accesso al mondo del lavoro;
a promuovere iniziative volte alla valorizzazione dei talenti, all’educazione alla legalità e alla lotta alle mafie, attraverso attività da svolgere nella scuola e nelle istituzioni.



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