postato il 13 Giugno 2018 | in "Spunti di riflessione"

Aquarius: serve spirito di continuità istituzionale. Insulti francesi? Respinti da tutti italiani

Salvini offra una caffè a suo predecessore Minniti


Il mio intervento nell’Aula del Senato sull’informativa del Ministro dell’interno sulla vicenda della nave Aquarius

Signor Presidente, signor Ministro, questa mattina 932 persone sono state salvate e portate nel porto di Catania dalla nave Diciotti della Guardia costiera italiana. 932 persone che si aggiungo alle tante che abbiamo salvato in tutti questi anni. Apro una parentesi e la chiudo, solo per una piccola correzione al Ministro che ha dimenticato di dire che diverse delle persone che erano sulla nave Acquarius sono state ivi trasportate da imbarcazioni della Guardia costiera italiana.
Scusatemi, cerco solo di ragionare. In quel caso, quindi, la ONG ha svolto un’azione di supporto anche rispetto ad un servizio richiesto dalle autorità italiane. 932 persone che sono sbarcate sono l’ultimo tassello di una catena. Io vorrei dire alle autorità estere, agli Stati amici, all’Europa: i Governi passano, gli Stati rimangono. Noi non possiamo non privilegiare sempre, e lo dico anche a voi in quest’Aula, uno spirito di continuità istituzionale perché su questo principio è fondata la Repubblica. L’Italia non può accettare lezioni e gli insulti che i francesi ci hanno rivolto in queste ore, non sono respinti solo dal Ministro pro tempore Salvini, sono respinti da tutta l’Aula del Senato e da tutti gli italiani.

Questo lo voglio dire perché, signor Ministro, lei deve sapere che nessuna polemica politica, anche aspra, che ci potrà dividere nei prossimi anni, ci potrà portare ad assumere un connotato e una veste anti-istituzionali e anti-italiani. Mai, perché questo contrasterebbe con la nostra storia. Tra l’altro, è inutile che si ricordino i comportamenti inumani che i nostri colleghi hanno avuto a Bardonecchia o a Ventimiglia, ma io vorrei aggiungere un aspetto importante: in questi mesi, c’è stato un traffichìo che non mi è piaciuto, in Libia, da parte delle autorità francesi, che sono le stesse che negli anni scorsi hanno lavorato, probabilmente sottobanco, per una tripartizione della Libia, mentre i Governi Renzi e Gentiloni lavoravano per garantire l’unità della Libia e aiutare il Governo legittimamente insediato dalle Nazioni Unite. 
Qui, allora, non si tratta solo dell’inumanità di certi respingimenti, ma anche di un lavoro sottobanco che noi dobbiamo portare all’attenzione della comunità internazionale e dell’Europa, perché non è possibile che i principali attori, o player europei giochino parti diverse nella stessa commedia su uno scenario come quello libico. Non è un caso che in queste ore dalla Libia ci segnalino 50.000 persone pronte a partire, mentre questo fenomeno si era attenuato o per lo meno era in qualche modo diminuito.

Noi siamo stati lasciati soli, lo ha ricordato la signora Merkel. Signor Ministro, lei fa benissimo a parlare con tutti, siamo stati lasciati soli da tutti. Lei ha ricordato i dati della Spagna, io vorrei ricordare gli atteggiamenti delle autorità di Visegrad, quando, davanti all’idea della redistribuzione sono stati i primi a dire: «In casa nostra no». Ora, noi oggi cerchiamo le alleanze con questi, è vero che San Paolo si è convertito sulla via di Damasco, io mi auguro che lei sia più bravo di chi ha convertito San Paolo, ma constato che i Paesi di Visegrad sono quelli che dicono no alla riforma dei regolamenti, come noi, ma per motivi diametralmente opposti rispetto a noi. Non so, quindi, come sarà possibile in futuro.

Passo al secondo punto: la continuità istituzionale. Le posso dare un suggerimento? Io sono un vecchio, qualcuno dice anche troppo, ma tollerate anche gli anziani, perché la società è fatta di giovani e anziani (dicevano che si difendono le città con le armi dei giovani e con i consigli degli anziani). Io le consiglio di offrire un caffè al suo predecessore, proprio nello spirito di continuità istituzionale a cui ho fatto riferimento, perché c’è un portato di esperienza di chi, a mio parere, ha operato bene – perché le statistiche dimostrano che il suo predecessore ha operato bene – che non può essere disperso oggi.  Un’ultima cosa vorrei dire. E la dirò solo con un flash. Facciamo tutto quello che vogliamo su questo tema decisivo (50 milioni di persone si muovono nel mondo) ma smettiamola di fare la campagna elettorale, tutti insieme, sulla pelle di questi disgraziati, perché questo non porterà nessun vantaggio all’Italia, al Governo che lei autorevolmente rappresenta e neanche all’opposizione. Questo è un tema troppo importante per fare su di esso una campagna elettorale permanente.



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