postato il 13 Aprile 2021 | in "Politica, Rassegna stampa"

Caso Gregoretti: «Su Salvini avevo ragione. Ora riforma della giustizia»

Il centrosinistra ha perso l’ennesima occasione sul garantismo, per fissare principi che oggi valgono per Salvini e domani per il suo opposto.

L’intervista di Giuseppe Alberto Falci pubblicata sul Corriere della Sera

«Sul processo a Salvini mi dispiace ma avevo ragione: era fuori luogo qualunque giudizio politico. Il centrosinistra ha perso l’ennesima occasione sul garantismo e un giorno tutti capiranno l’errore. Infine, la riforma della giustizia: se un pubblico ministero le sbaglia tutte è evidente che c’è un problema». L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini parla del caso Gregoretti e, più in generale, sul dossier giustizia.

Cosa ha pensato quando ha letto le valutazioni del pm di Catania?
«Ho riflettuto molto sul fatto che fui l’unico eletto nel centrosinistra a chiedere che Salvini non venisse processato in base a un principio molto semplice».

Quale?
«Il Parlamento non era chiamato a dare un giudizio di merito sulla politica di Salvini da ministro dell’Interno, ma semplicemente rispondere a questa domanda: Salvini agiva per interessi privati o in coerenza con le valutazioni collegiali dell’Esecutivo?».

Non ritiene che agì in maniera errata dunque?
«Il pm stabilisce una chiara distinzione tra il reato e la discrezionalità politica rimarcando giustamente che i due piani non si possono confondere. Detto questo, c’è una cosa che vorrei dire agli amici del centrosinistra».

Prego.
«Avete perso un’occasione importante per fissare dei principi che oggi possono valere per Salvini e domani per il suo opposto».

Si riferisce al garantismo a corrente alternata?
«Non solo. Anche alla necessaria tutela di valutazioni politiche che non possono in alcun modo essere piegate per ragioni di parte e utilizzando la magistratura. È arrivato il momento finalmente di porre dei limiti a tutela dell’indipendenza della magistratura e della politica».

Ci riuscirà questo governo?
«Non so se tirerà a campare o troverà la forza per fare alcuni interventi correttivi. Ma io penso che sia necessario e non solo sulla prescrizione».

Cos’altro meriterebbe un tagliando?
«Il reato del traffico di influenza va rivisto. Come minimo, precisato e definito. Così è una cesta in cui si mette tutto, anche comportamenti che non sono giuridicamente riprovevoli».

Poi?
«La riforma del Csm, la separazione delle carriere. Bisognerà prima o poi fare una valutazione che abbia rilievo per le carriere delle singole persone sull’esito delle indagini».

Se ne parla da anni…
«Sì, ma se un pubblico ministero le sbaglia tutte qualche problema ci sarà o no in termini di valutazione delle sue capacità professionali? Urge una regolamentazione che non ha niente a che fare con elementi punitivi. Qui si tratta di rispettare tutti e valorizzare i migliori».



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