Un Paese malato di corruzione. (Errico Novi, Liberal)
Berlusconi ha scelto- si torna a Forza Italia. (Carmelo Lopapa, la Repubblica)
Casini: una follia allo stato puro. (il Messaggero)
Pensioni, riforma equa e non solo rigorosa. (Elsa Fornero, Corriere della Sera)
Monti disponibile fermo restando i saldi invariati
Pier Ferdinando
Addio Seconda Repubblica ma la Terza ancora non c’è. (Ilvo Diamanti, la Repubblica)
Incandidabilità, i «codici» dei partiti. (Dino Martirano, Corriere della Sea)
Liste cattoliche, al via Todi2 tra proposte e defezioni. (Franca Giansoldati, il Messaggero)
Todi 2 senza partitino. Meglio per i cattolici. (Domenico Rosati, l’Unità)
Manuale ad uso dei pochi garantisti. (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)
Monti: Presto la ripresa, non sprecare la fiducia. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)
Severino: Italia fuori da black list. (Micaela Barone, il Sole 24 Ore)
Inventate il Ppi e datelo a Monti. (Giampaolo Pansa, Libero)
La trasparenza è l’antidoto alle oligarchie. (Guido Rossi, il Sole 24 Ore)
Europa federale, la lunga marcia. (Giovanni Sabbatucci, il Messaggero)
Incontro pubblico
Conferenza stampa
L’Erasmus, il famoso progetto nato per incentivare lo scambio culturale tra studenti appartenenti ai vari Paesi dell’Unione Europea promuovendo periodi di studio e di vita all’estero, rischia di chiudere per fallimento. Dopo aver fatto viaggiare più di 3 milioni di studenti, il fondo di finanziamento sembrerebbe essere rimasto al verde, lasciando così un velo di mistero sul futuro dell’intero progetto esistente fin dal 1987.
Il fondo sociale europeo “non ha più un euro”, questo è il grido d’allarme lanciato dal Parlamento Europeo circa la pesante situazione in cui versa il Progetto Erasmus che, dalla prossima settimana resterà con le casse vuote e, insieme ai fondi europei per la ricerca, rischierà di affondare in un mare di debiti (solo per il 2012 ammontano a 10 miliardi di euro): una enorme mole di fatture relative a progetti che sono già in esecuzione e che, per il momento, difficilmente saranno saldate. Nel Parlamento europeo sono stati presentati diversi emendamenti che esprimono la volontà di evitare i tagli prospettati dal Consiglio europeo sul programma Erasmus, ma il problema del buco da coprire, denunciato da Lamassoure, resta.
Il progetto Erasmus ha permesso di fare sino ad oggi una concreta esperienza all’estero, imparando lingue e costumi che hanno contribuito a dare ai giovani una visione più coerente e concreta di che cosa possa essere una ”identità” europea.
L’Europa deve rappresentare oggi più che mai un riferimento politico e sociale. E il progetto di mobilità studentesca Erasmus ha rappresentato sino a oggi una delle realtà fondanti di una nuova generazione di cittadini europei. Tanto che il numero di borse dovrebbe essere ampliato andando a garantire anche gli studenti con maggiori difficoltà socio-economiche di partenza.
Dunque, gli Stati membri dell’Unione dovrebbero mettere la propria quota per il raggiungimento della cifra prevista secondo i normali criteri di contribuzione. Ed è proprio qui che potrebbero sorgere delle difficoltà, visto lo stato di crisi economica in cui versano molti governi di Eurolandia. Con la bocciatura del bilancio correttivo della commissione per il 2012 verranno a mancare gli investimenti europei in quelli che sono sempre sbandierati come fattori di crescita: l’educazione, la riqualificazione professionale, la mobilità di lavoratori, studenti e ricercatori, le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione.
Mi auguro che i fondi per il programma di scambi internazionali delle università del nostro continente siano ripristinati al più presto: è in gioco un progetto in grado di far crescere e vivere un Europa dei cittadini, non dei poteri forti. E’ in gioco l’identità stessa del sogno europeo. Non possiamo pensare di mettere Erasmus in pericolo. Come è inconcepibile che il Consiglio non voglia rendere disponibili le risorse necessarie per finanziare questi progetti.
Il sogno di quel ragazzo di Nizza che riuscì a mettere insieme una rete di 12 mila universitari in 70 città europee e che divenne realtà organizzata grazie all’appoggio del presidente francese François Mitterrand, rischia di naufragare per mancanza di risorse.
Speriamo che non sia così.
Alfano e Casini a Bucarest, ma il Ppe italiano non decolla. (il Messaggero)
Corruzione, sì al Senato. Severino: nessun inciucio. (Dino Martirano, Corriere della Sera)
Un passo piccolo, un tentativo serio. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)
Rao (Udc): Ora il falso in bilancio. (Avvenire)
La lunga notte delle famiglie. (Maurizio Ferrera)
Bloomberg: E’ la leadership la chiave per superare la crisi. (Mario Calabresi, La Stampa)
Udite, udite, lo spread è ai minimi da aprile. I “gufi” imparino a starsene zitti. (il Portaborse)
Nel piano B di Albertini l’ipotesi scissione nel partito. (Elisabetta Soglio, Corriere della Sera)
Riceviamo e pubblichiamo di Attilio Biancalana
La nascita del governo Monti non può essere disgiunta dal contesto socio economico e politico in cui si è formato. Il Presidente Berlusconi (la cui credibilità personale e politica era scesa nel frattempo ai minimi termini) aveva preso impegni di risanamento economico con gli organismi europei che il suo governo non voleva/non poteva onorare. Da ciò l’iniziativa del Presidente della Repubblica di dar vita ad un governo in grado di assolvere a quel grave ed oneroso compito: rimettere i conti in ordine perchè la nazione italiana rischiava il fallimento. Il sen. Monti, che ha onorato gli impegni presi da Berlusconi, è il curatore fallimentare del bipolarismo italiano, ricattato dalle estreme (Idv e Lega) e fondato sulla feroce contrapposizione su tutto. Bipolarismo che aveva fatto tante promesse e suscitato tante illusioni ma che è sprofondato negli scandali e nella più assoluta inefficienza.
E’ paradossale che si rimproverino all’Udc serietà di comportamenti, capacità di analisi, coerenza politica e coraggio morale. L’equità e la ricerca del consenso sociale sono nel Dna dell’Udc (q
uando ha potuto lo ha sempre dimostrato) e proprio per questo che il partito deve lottare perchè la nazione italiana non scada nella miseria. Miseria che metterebbe in discussione anche la libertà e la democrazia nel nostro Paese.