postato il 11 Gennaio 2012 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Trasporti"

Volevo solo prendere il treno.. Milano-Mortara-Alessandria (La Freccia delle risaie)

Inauguriamo oggi una nuova rubrica del blog dedicata ai trasporti pubblici (anche locali), con un occhio particolare a ciò che corre su rotaia. Attenzione rivolta alle periferie della nostra Italia, alle novità, pure all’altà velocità… a tutto ciò che è sostenibile e trasporto collettivo. Riempiamo questo spazio di contenuti!

Buona lettura e inviateci nuovi post.
La redazione

“Riceviamo e pubblichiamo” di Christian Condemi

E’ complesso entrare dentro ogni micro storia e ogni binario che unisce e collega la penisola, ma è nella difficoltà di chi vive quotidianamente questa complessità che si instaura la ricerca di sapere ciò che cambia e ciò che ci circonda, questa è la sfida che ci dovrebbe accomunare tutti i coraggiosi e solidali passeggeri che estate e inverno scelgono questo mezzo per muoversi.
Qualunque pendolare è vaccinato ad annunci che ringraziano per la preferenza accordata, che si scusano per il ritardo. Il rapporto di un pendolare è sempre diverso, egli non è abituato a viaggiare in business class, le storie dei pendolari parlano di straordinaria quotidianità.
La linea su cui vorrei aprire una riflessione è la Mortara – Milano Porta Genova che annovera il suo record di soppressioni e spesso al centro delle cronache. E’ uno snodo importante che passa i popolosi agglomerati urbani di Vigevano e Abbiategrasso per poi risalire fino nel cuore della vecchia Milano, nelle stazioni di San Cristoforo prima e di Porta Genova poi.
Binari che dall’Oltrepò fanno il loro dovere sin dentro la città, oltre risaie e alzaie del naviglio, dove agricoltura e industria fanno a gara nel paesaggio. Una Ferrovia Locale che dovrebbe essere maggiormente curata, dovrebbe godere di più manutenzione anche perché vive di un rapporto quotidiano e non occasionale della sua fascia d’utenza, sempre più popolosa e mista. Ma chi è quest’utenza?
Uomini in 24 ore e cravatta, suore, badanti, migranti, matricole universitarie, lavoratori atipici, a ogni fascia oraria il suo tributo di umanità in movimento su e giù per la bassa, quasi anche il pendolare fosse divenuto un lavoro usurante.
Il disagio si avverte in quelle carrozze post restyling, coi finestrini sigillati. Treni regionali che in caso di guasto all’impianto di condizionamento creano evidenti problemi ai viaggiatori. In questi anni sono fortunatamente aumentate le carrozze e il livello sostanziale di pulizia è migliorato, anche se questo è in relazione pure con il senso civico di tutti.
L’impegno delle istituzioni dovrà portare al raddoppio della Ferrovia Milano-Mortara e a un contestuale ammodernamento del materiale rotabile. Investimenti che in modo tangibile miglioreranno anche la qualità della vita degli utenti.
Chiudo con una filastrocca di un viaggiatore che pur nel disagio, sdrammatizza con ironia:

Grazie per tutti i treni aspettati
… Grazie per tutti i ritardi accumulati
Noi che li aspettiamo tutte le mattine e le sere
ma vederli arrivare sono solo chimere.
La speranza è ormai vana
non ci spaventa neppure la tramontana.
Attorno ad un tavolo qaudrato
gli accordi abbiamo firmato.
Constatiamo gli abbindolamenti
nonostante i soldi dei nostri abbonamenti.
Grazie per averci messo la S9
che spesso non c’è anche quando non piove.
Grazie per tutte le coincidenze programmate
che chissà perché quasi mai son rispettate.
Sapete che vi dico?
Non sono il Bambino Gesù
perciò non vi credo proprio più.

1 Comment
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Franco Argeri
Franco Argeri
12 anni fa

ho letto l’intervento interessante e condiviso. Putroppo il trasporto pubblco locale oggi paga i mancati investimenti degli anni passati, investimenti dirottati a favore delle autostrade e delle auto private. La privatizzazione del servizio ferroviario peggiorerà ulteriomente tale situazione. Il servizio di trasporto pendolari, strategico per lo sviluppo del territorio e per l’ambiente, deve essere controllato e ben gestito dal pubblico, il privato riverserebbe i costi sulle tariffe e dopo averlo “spolpato” lo abbandonerebbe, come è accaduto in passato negli Stati Uniti.
Un caro saluto



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