postato il 31 Marzo 2012 | in "In evidenza, Lavoro e imprese, Riceviamo e pubblichiamo"

Viaggio tra gli “esodati”

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

In questi giorni gli italiani hanno fatto l’orecchio con un neologismo: “esodati”. Chi sono questi esodati? In realtà non si sa con certezza, c’è chi parla di 50.000 persone, chi di 350.000, mentre alcuni parlano di 1 milione di lavoratori. Come mai questa confusione? Sostanzialmente gli “esodati” sono i lavoratori che, in base ad accordi collettivi tra azienda e sindacati, hanno accettato il “prepensionamento” o quanto meno una sorta di “scivolo” (in pratica hanno preso soldi) e hanno anticipato la loro uscita dal mondo del lavoro perché vicini all’età della pensione. Il problema è sorto con la riforma delle pensioni operata da Monti, perché spostando in là la soglia di età della pensione, queste persone si sono trovate “scoperte”. Molte dimissioni erano state date perché l’azienda era in crisi o voleva disfarsi di lavoratori giudicati non più utili e quindi premeva per pre-pensionamenti di fatto. Purtroppo chi è stato spinto a lasciare il lavoro in questo modo e per questi motivi oggi si trova senza stipendio e se prima pensava che la pensione sarebbe arrivata in 2-3 anni e poteva tirare avanti con quanto l’azienda aveva pagato, ora si trova a dovere rifare i conti perché i tempi si sono molto dilatati e rischia di vedere la pensione tra 6-7 anni.

Altri “esodi” sono stati frutto di calcolo, l’azienda non era in crisi, ma intavolava una libera trattativa con il dipendente che sollecitava uno “scivolo” ben oliato verso la condizione di pensionato vista come imminente. Anche questi lavoratori vivono un grosso problema, quantunque questo problema sia stato originato dalla fretta di andare in pensione e dalla voglia di cogliere un’opportunità retribuita, insomma di fare un “affare”.

E vi sono tante altre fattispecie, da qui il problema dell’INPS di dare una risposta univoca su quanti siano: il numero dipende a seconda di quali saranno le decisioni del governo per determinare le caratteristica degli esodati.

D’altronde se il numero fosse davvero di 350.000 persone, avremmo un numero enorme: in Italia i pensionati sono circa 19 milioni e gli assegni pensionistici un po’ più di 22 milioni (alcuni infatti percepiscono doppio assegno). Trecentocinquantamila sono circa il due per cento di tutti i pensionati in essere e sono, all’incirca, quanti vanno in pensione in due anni. Se fossero davvero queste le cifre, non si tratterebbe di una eccezione, ma di una modifica sostanziale al piano pensionistico varato dalla Fornero che anzi, di fatto, sarebbe congelato per i prossimi due anni, se si seguissero le prime proposte di modifica che stanno comparendo sui media.

Ma il punto è che qualcosa non torna: due giorni fa, quando il problema prese le prime pagine dei giornali, si parlò di 65mila esodati. Appena ci si mostrò possibilisti verso una riforma del sistema pensionistico, subito, gli esodati sono diventati 350.000 (o addirittura 1 milione secondo alcune stime), ma passare da 65mila a 350mila non è una bazzecola, non è assolutamente un errore di calcolo e anzi mette ko le previsioni del governo: trecentomila persone a cui consentire di andare in pensione con le vecchie regole, sono un costo di molti miliardi che vanno sottratti al risparmio di spesa previdenziale stimato e messo in bilancio. Forse è giusto e inevitabile perché gli “esodati” non possono essere condannati alla fame e liquidati con un “ci dispiace”. Però, in questo caso va detto chiaramente che tutta la collettività dovrà farsi carico di pagare questo prezzo; se invece si procederà a valutare caso per caso, allora questa cifra è destinata a ridursi, non senza polemiche. In ogni caso, la vicenda si presenta molto ingarbugliata.

6 Commenti
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citoyenne
citoyenne
12 anni fa

Buongiorno, sig. Pezzati

Concordo su quasi tutto da lei scritto. Le faccio rimarcare, come da lei stesso notato, che queste persone, 50.000, 350.000 o 1.000.000 che siano, sono state invogliate a mollare il lavoro, anche perhè se fossero state disincentivate, tutti sarebbero ancora al loro posto.
Ma lei dice anche:

“Altri “esodi” sono stati frutto di calcolo, l’azienda non era in crisi, ma intavolava una libera trattativa con il dipendente che sollecitava uno “scivolo” ben oliato verso la condizione di pensionato vista come imminente. Anche questi lavoratori vivono un grosso problema, quantunque questo problema sia stato originato dalla fretta di andare in pensione e dalla voglia di cogliere un’opportunità retribuita, insomma di fare un “affare”.”

Forse lo stesso “affare”, ma in toni molto più ridotti, fatto da gente come Calearo, come Carlucci, come Brunetta, … come tutti quei personaggi prestati alla politica, molto assenteisti in parlamento e molto presenzialisti per patrocinare i loro affari?
Suvvia, non si può puntare un dito verso qualcuno senza che non vengano in mente “tutti” i personaggi che popolano il nostro parlamento! Una citoyenne

roberto
roberto
12 anni fa

chi e’ esodato, come il sottoscritto, lo ha fatto dopo essere stato assicurato dal patronato o dall’inps che avrebbe avuto la pensione in certi tempi. il governo poi ha deciso di modificare le regole anche solo poche settimane prima della maturazione del diritto alla pensione. qualcosa che nessuna assicurazione privata – e direi nessun paese
d’europa, tanto meno la germania – potrebbe mai pensare di fare . togliendo quindi ANNI di pensione a ciascun esodato, e questo e’ il contributo degli esodati alla crisi.
ma per equita’ anche a tutti gli altri , a partire dai ministri e parlamentari, dovrebbero essere tolti ANNI di stipendi. cosi’ proverebbero anche loro cosa prova un esodato e risolveremmo definitivamente il problema del debito pubblico.

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

cara citoyenne, sui vari calearo e compagnia cantante mi trova pienamente d’accordo e non lo dico da ora, ma da tempo…

lo stesso casini, ha rinunciato ai benefits da ex presidente della camera…
Cosa che il “comunistissimo” Bertinotti ha rifiutato di fare (intendo, che non rinuncia ai benefits)…e neanche il “caro” Violante… Anche questi osno esempi negativi… noi nel nostro piccolo stiamo agendo.

citoyenne
citoyenne
12 anni fa

Buongiorno

Vorrei tornare un attimo sul problema degli esodati: non le pare che sarebbe opportuno chiedere ai datori di lavoro, pubblici o privati che siano stati, perchè hanno consentito e pagato l’esodo? Quale beneficio ne hanno tratto?
Ma anche questa è un’impari lotta tra coloro che hanno potuto disfarsi di anziani impiegati e coloro che si sono lasciati “disfare”: i primi, pubblici o privati che siano, hanno sempre ragione; i secondi non “debbono avere voce” perchè, nella nostra “democratica” nazione, a loro non è consentito parlare.
Ma poichè tutto si riduce a mero “sporco denaro”, non le pare che ancora una volta i termini del problema siano spostati? Non le pare che si dovrebbe capovolgere il dilemma?
Ad esempio, parlando di pubblica amministrazione: se non si parlasse più di riduzione della spesa pubblica colpendo solo il pubblico impiego e si parlasse invece di un tetto massimo delle retribuzioni e delle pensioni? se si parlasse di una sola carica per persona, piuttosto che pluricariche strapagate? se si parlasse di costi della politica (lei lo sa che si parla 124 miliardi annui?)? lei non pensa che forse tutto potrebbe rientrare nei termini di un’equa distribuzionne? E questo solo per quanto riguarda il pubblico…. Per il privato le faccio un nome per tutti di una persona che mi è estremamente simpatica: Luca Cordero di Montezemolo…. in quanti consigli di amministrazione siede il suddetto? quanto percepisce?
Questo per dire che i problemi vanno visti da un’ottica sovraelevata se si vuole avere una visione più ampia e una soluzione che possa contentare tutti. (lei non trova miserrime e pretestuose le motivazioni per cui tre ex presidenti delle camere, Bertinotti, Violante e Pivetti non vogliano rinunciare ai loro benefit? Di Ingrao non parlo perchè mi pare di non aver sentito commenti da quella parte).
Una citoyenne

Renato
Renato
12 anni fa

BUONGIORNO
HO 55ANNI E LAVORO DA QUANDO NE AVEVO 15, PURTROPPO DURANTE LA MIA VITA LAVORATIVA CIRCA TRE ANNI DI CONTRIBUTI LI HO PERSI PERCHE’ NON MI SONO STATI VERSATI..
ORA CON 37ANNI DI CONTRIBUTI E LA MIA AZIENDA CHE STA CHIUDENDO
IO CHE FACCIO ALLA MIA ETA’? E DOPO UNA VITA DI LAVORO,HO DIRITTO A 52 SETTIMANE DI CASSA INTEGRAZIONE PERCHE’ SIAMO IN MENO DI 15,LE SEMBRA GIUSTO?
E GLI ANNI RIMANENTI VADO A RUBARE PER MANGIARE?
IO MI CHIEDO COME SI POSSA AVERE FATTO UNA COSI PAZZESCA RIFORMA DELLE PENSIONI GIOCANDO CON IL FUTURO DELLE PERSONE.
E DAVVERO PENSATE CHE CI SIA ANCORA GENTE CHE ABBIA VOGLIA DI VOTARE PERSONE CHE SONO LI DA UNA VITA E CI ANNO PORTATO A QUESTO?
PENSO CHE SIATE ANCORA FORTUNATI CHE LA GENTE NON SIA SCESA IN PIAZZA CON BASTONI E FUCILI MA NON LA VEDO COSI’ LONTANA…

guido
guido
12 anni fa

Renato, credi che freghi qualcosa a qualcuno del tuo problema ?? io dico di no … Ai prof. stipendiati dalle banche, interessa solo tagliare e tassare. Esclusi ovviamente i privilegi della casta pubblica : politici, manager, magistrati, imboscati. Tutto il resto è zero assoluto.
Ovviamente sino a quando non scoppierà il problema…nella pubbliche piazze…Ma la Grecia insegna che alla europa (con la p minuscola) neppure questo interessa. Auguri !!!!!!!!!



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