postato il 13 Maggio 2019 | in "Esteri, Politica, Rassegna stampa"

Venezuela: L’Italia riconosca Guaidó presidente

Roma dovrebbe riattivare la cooperazione allo sviluppo. E’ ridicolo parlare di elezioni libere: organizzate da chi e gestite da chi? Da Maduro? Serve una transizione.

L’intervista di Daria Gorodisky a Pier Ferdinando Casini pubblicata sul Corriere della Sera

«L’Italia,da Paese serio, riconosca finalmente Juan Guaidó come presidente di transizione del Venezuela, così come hanno fatto gli Stati Uniti e più di 50 nazioni al mondo». Pier Ferdinando Casini senatore ed ex presidente della Camera, non condivide la linea del governo.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scritto una lettera a Guaidó…
«Per la prima volta in termini ufficiali Conte ha riconosciuto che l’Assemblea nazionale presieduta da Guaidó e legittimata democraticamente,mentre non lo è l’elezione di Nicolas Maduro. E’ un atto di coraggio rispetto alia posizione dei 5 Stelle, ma non basta».

Conte sostiene che così favorisce il dialogo fra le parti.
«E un’ingenuità totale. Si è visto che cosa e successo dopo la conferenza di Palermo sulla Libia: altro che mediazione fra Haftar e Sarraj, invece della pace è scoppiata la guerra. Sul Venezuela sono al lavoro signori come Mike Pompeo e Sergej Lavrov, non dei dilettanti alio sbaraglio».

Palazzo Chigi afferma di agire contro la spirale di violenza e pro elezioni libere.
«La nostra posizione, purtroppo, è del tutto irrilevante. Le violenze e gli arresti aumentano. I parlamentari d’opposizione, come la mia amica Mariela Magallanes con la quale sono in chat permanente, devono rifugiarsi nelle ambasciate straniere. Ed è ridicolo parlare di elezioni libere: organizzate e gestite da chi? Da Maduro? Persino la Chiesa cattolica venezuelana si è ritirata dal tavolo della trattativa perché il regime lo usava per prendere tempo. Per un nuovo voto serve un passaggio di transizione e garanzia democratica che oggi soltanto Guaidó può guidare».

Guaidó ora chiede l’attivazione di una cooperazione militare con Usa e Colombia.
«Truppe scelte cubane e russe sono presenti in Venezuela. Mentre penso che la politica “America First” di Donald Trump non consentirà un intervento Usa».

C’è qualcosa di concreto che l’Italia potrebbe fare?
«Riattivare la cooperazione alio sviluppo, visto che ormai i venezuelani hanno un reddito infimo; incrementare di molto le somme fin qui simboliche per gli aiuti di emergenza sanitaria e alimentare, soprattutto per i cittadini di origine italiana; attivare un piano straordinario di sostegno alla nostra sede diplomatica: quello approntato dal ministero degli Esteri è un palliativo».



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