Tutti i post con tag: montezemolo

Rassegna stampa, 15 Settembre ’12

postato il 15 Settembre 2012
Oggi Pier Ferdinando Casini su Repubblica, intervistato da Francesco Bei: l’argomento centrale è ovviamente la riforma della legge elettorale, che va affrontata senza «furbizie», perché se no si resterebbe «in mezzo al guado» (i problemi ancora da sciogliere sono tre: «primo, gli italiani devono scegliere i propri rappresentanti. Il secondo problema è la rappresentanza delle donne. Il terzo è se dare un premio alla coalizione o alla singola lista e quanto deve essere grande»). Ma ci sono altri temi trattati, in primis l’impossibilità di un’alleanza con Vendola e Di Pietro («oggi per noi la vera discriminante è costruire un’alleanza con chi si sente di rivendicare l’esperienza fatta con Monti», «io a Chianciano ho illustrato un programma di governo chiaro, in continuità con l’esperienza Monti. Che a questi sforzi Sel sia antitetico non lo dico io, è lo stesso Vendola a rivendicarlo»). Il nostro progetto è chiaro: una Lista per l’Italia, che raccolga chiunque si senta in sintonia con l’Agenda Monti e che voglia continuare sulla strada tracciata in questi mesi; lo spiega bene anche Cisnetto, su Liberal, il “partito che non c’è” va costruito rapidamente, e così come non può essere un’Udc allargata, non si può neppure pensare di fare a meno di noi (capito, Montezemolo? – a proposito leggete il ritratto di Rizzini sul Foglio). Perché, come spiega Franchi sul Corriere, rinnovare la classe dirigente e salvare il Paese non è impossibile, rinunciando anche a questo bipolarismo rissoso e inconcludente (e prendendo a esempio Olanda e Germania).

Casini: Legge elettorale al bivio, non faccio tranelli al Pd, ma Bersani decida presto. (Francesco Bei, la Repubblica)

Casini: Ho visto il film, è uno schifo. (il Fatto Quotidiano)

Unitevi tutti. (Enrico Cisnetto, Liberal)

Rinnovare la classe dirigente si può (senza il bipolarismo inconcludente). (Paolo Franchi, Corriere della Sera)

Da mattatore a fantasma politico, i tre mesi di oblio del Cavaliere tra gossip, minacce e fisioterapia. (Filippo Ceccarelli, la Repubblica)

Luca di Montependolo. (Marianna Rizzini, Il Foglio)

Rai, i vertici scoprono il buco. A fine anno rosso di 150 milioni. (Paolo Conti, Corriere della Sera)

Cristiani d’Oriente sempre più accerchiati. (Alberto Negri, il Sole 24 Ore)

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Rassegna stampa, 14 settembre ’12

postato il 14 Settembre 2012
Pier Ferdinando Casini continua sulla strada della riorganizzazione del campo moderato e rimarca il sostegno all’operato del Governo Monti (su Avvenire si augura infatti che il premier Monti possa governare anche nella prossima legislatura, “corroborato” stavolta però dalla legittimazione popolare): questo attivismo probabilmente ha infastidito, non poco, gli altri possibili competitor che puntavano (magari facendo il loro ingresso in campo solo all’ultimo minuto utile) a fare propria l’eredità del Governo. Verderami, sul Corriere, ci racconta infatti di come i rapporti tra Casini e Montezemolo (e quindi tra Udc e IF) si siano deteriorati: i montezemoliani non si decidono su un loro impegno diretto o meno in politica, mentre noi stiamo supportando il lavoro di Monti, sopportandone anche le critiche e gli attacchi collaterali. Il tutto, mentre ancora si discute di riforma elettorale: Napolitano ha affidato al Presidente del Senato Schifani un nuovo appello alla convergenza tra le varie forze politiche, mentre Ainis, sempre sul Corriere, arriva a chiedere a Monti di essere lui a scrivere la legge elettorale, riesumando il Mattarellum (male minore?). Da leggere poi – sul tema crescita e lavoro, dopo la bordata del Premier contro lo Statuto dei Lavoratori – Gentili sul Sole, Ricolfi su La Stampa, Cisnetto sul Foglio e Ravasi su L’Espresso. Merita attenzione anche l’intervista rilasciata a Pinotti, sul Sette, dal Ministro Giulio Terzi, che spiega bene cosa ha fatto finora il Governo per restituire credibilità al nostro Paese (e cosa resta ancora da fare: in primis l’anticorruzione, fondamentale per acquistare fiducia dagli investitori stranieri) e l’analisi di Giuseppe Sarcina sul voto in Olanda, che ha visto il trionfo delle due forze europeiste e il successo, nel dettaglio, del centrodestra liberale di Mark Rutte (ad avercelo anche noi, un centrodestra degno di questo nome).

Casini: dalle urne esca il Mario bis. (Avvenire)

Casini e Montezemolo contro. La crisi nata in due weekend. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)

Il pressing di Napolitano: legge elettorale da cambiare. E Bersani riapre la trattativa. (Giovanna Casadio, la Repubblica)

La lunga notte di una riforma. (Michele Ainis, Corriere della Sera)

Terzi: “Quanto conta l’Italia nel mondo” (Ferruccio Pinotti, Sette del Corriere)

I totem della sinistra abbattuti. (Michele Brambilla, La Stampa)

Donadi si ribella a Di Pietro: Favorisce Berlusconi. (Alessandra Rubenni, l’Unità)

Il nodo del lavoro – Monti: con lo Statuto meno lavoro. (Lina Palmerini, il Sole 24 Ore)

La partita da vincere (Guido Gentili, Sole24Ore)

Che cosa blocca il Paese. (Luca Ricolfi, La Stampa)

Quattro modi per dire lavoro. (Gianfranco Ravasi, l’Espresso)

Stato e mercato (Enrico Cisnetto, Il Foglio)

Fornero: lavoriamo per valorizzare di più l’apprendistato. (Marzio Bartoloni, il Sole 24 Ore)

Start-up, la lunga marcia del decreto per le (piccole) imprese innovative (Massimo Sideri, Corriere)

Lezioni per l’Italia dal voto olandese. Il buon senso può battere il populismo (Giuseppe Sarcina, Corriere)

Il Ministro va in campagna (Denise Pardo, l’Espresso)

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Centri e centrini

postato il 13 Settembre 2012

di Adriano Frinchi

E’ in questi giorni a disposizione una interessante indagine demoscopica condotta da Ipsos e commissionata dalle Acli sugli orientamenti politici dell’elettorato cattolico. La fotografia scattata da Ipsos è molto interessante: crollano le preferenze per il centrodestra, si passa dal 51,7% del 2008 all’attuale 31,2%, che viene superato dal centrosinistra (33,8%). L’area dell’ex Terzo Polo si ferma al 16,4% tallonata a sorpresa dal Movimento 5 Stelle che raccoglierebbe tra i cattolici il 13,7%. Ma il dato più rilevante è che il 43,1% dei cattolici non andrebbe alle urne. Secondo Ipsos questa diserzione delle urne è dovuta alla mancanza di una offerta politica convincente che, sempre secondo l’indagine, dovrebbe essere una lista civica nazionale non catalogabile come “partito cattolico”.

Fin qui l’indagine Ipsos-Acli che a dire il vero non fa che confermare un dato che, se così si può dire, era nell’aria. Non sembra però, almeno fino a questo momento, si muova qualcosa di significativo in questo senso. Ad eccezione di Pier Ferdinando Casini e dell’Udc sembrano infatti prevalere nell’area moderata veti e protagonismi e sullo sfondo rimane un Pdl paralizzato dalla paura e sempre più in crisi di identità. Nessun centro dunque ma tanti aspiranti ‘centri’.

In tutta onestà, e non per il semplice fatto di essere ospitato dal blog di Casini, sembra che gli unici ad aver capito urgenza e metodo di una nuova proposta politica siano proprio i centristi dell’Udc che a Chianciano hanno spalancato le porte ai protagonisti dell’esperienza del governo Monti e al mondo dell’associazionismo e dell’impresa, dimostrandosi anche disposti a fare un passo indietro rispetto alla consolidata realtà dell’Udc.

L’iniziativa di Casini tuttavia non è stata accolta con favore da altri due aspiranti protagonisti dell’area moderata, Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e Fermare il declino di Oscar Giannino, che sono stati piuttosto velenosi con Casini e i suoi. Ora, non voglio fare la difesa d’ufficio di Casini, non penso ne abbia bisogno, ma ritengo che le posizioni di Montezemolo e Giannino, anche se in alcune parti condivisibili, non diano un contributo importante alla costruzione di quella proposta politica che gli italiani chiedono.

E’ il momento, anche per Montezemolo e Giannino, di dire cosa vogliono fare da grandi, di dire se vogliono o meno partecipare alla costruzione di una nuova area politica che raccolga l’eredità riformista del governo Monti. Per far ciò è necessario mettere da parte protagonismi e rispettive diffidenze perché se i moderati italiani pensano di costruire qualcosa cominciando a dire che Casini è troppo vecchio, Montezemolo troppo ricco e Giannino si veste male, non si andrà troppo lontano.

E’ necessario dunque che i ‘centri’ si incontrino, si confrontino e comincino a costruire la nuova proposta politica. Dietro l’angolo c’è il rischio dei ‘centrini’ di una galassia moderata pulviscolare che inevitabilmente farà vincere altri mandando in fumo il lavoro di Mario Monti. Gli anni recenti ci hanno insegnato che i ‘centrini’ danneggiano solo l’area moderata: è sufficiente pensare alle elezioni politiche del 2001 quando Forza Italia sfiorava il 30% e i centristi rimasero sotto il 5% perché divisi tra il tandem Ccd-Cdu (3,2%) e Democrazia Europea di Sergio D’Antoni (2,3%). Nella storia politica italiana ci sono poi altre esperienze politiche che per quanto di qualità e con eccellenti protagonisti rimasero sempre marginali perché incapaci  di incontrare altre tradizioni politiche.

La scelta a cui sono chiamati gli attuali protagonisti dell’area moderata è dunque tra una grande forza politica e l’ennesimo partitino con grandi aspirazioni e pochi voti. Il primo serve all’Italia il secondo è buono solamente per far aggiungere un’altra colonnina ai sondaggisti.

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Al lavoro per unire area vasta, senza personalismi

postato il 11 Settembre 2012

Io lavoro per unire un’area vasta che c’e’ nella politica italiana e che va dal Pd al Pdl, non mi interessa indugiare sulle polemiche e sui personalismi.
Al momento delle elezioni gli italiani non ci perdonerebbero l’incapacità di dare vita a una nuova cosa frutto della buona politica e della società civile. Per questo andiamo avanti con tutte le persone che vogliono lavorare.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 17 Agosto ’12

postato il 17 Agosto 2012
Rassegna stampa, quella di oggi, dominata dalle reazioni (numerose e interessate) alla lettera-appello firmata da un gruppo di intellettuali di area liberale e pubblicata sul Corriere, qualche giorno fa. I problemi messi in risalto e le soluzioni offerte da gente come Giannino, Boldrin, Zingales o De Nicola, interrogano tutti i partiti dello schieramento politico, ma principalmente quelli “centristi”, che si sono fatti alfieri dell’operato del Governo Monti (che, pur tra i mille limiti e difficoltà, è il più liberale e riformatore che abbiamo avuto in questi vent’anni). Dall’Udc (a cui, nella lettera, viene riconosciuto coraggio per essersi aperti a mondi lontani dalla politica) sono arrivate le prime aperture: e su questo si concentra Pigi Battista, che fa un’analisi interessante e condivisibile sulla necessità di organizzare un partito forte e diverso da tanti (tattici) centrini (mentre Menichini, sul Post, è convinto che il problema di leadership dei liberali si possa risolvere solo cercando un’alleanza col Pd – ci permettiamo di dissentire).

Casini promuove il professore, malumori tra i colonnelli Pdl. (il Messaggero)

Tanti centri (piccoli e confusi). (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)

Il problema dei liberali. (Stefano Menichini, il Post)

Dellai e il grande centro: guarderà a sinistra. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Montezemolo e Giannino: ora partito popolare e liberale. (Avvenire)

Tra i 5 Stelle è scontro totale. Grillo attacca Favia per la tv, ma la base processa il leader. (Marco Marozzi, la Repubblica)

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L’appello di Casini: “Un patto di rigore per il dopo Monti”

postato il 13 Agosto 2012

«Chiunque vinca, si impegni prima di tutto sul risanamento»

 L’intervista di Carlo Bertini  a Pier Ferdinando Casini su ‘la Stampa’

L’emergenza non può considerarsi conclusa e quindi auspico che i partiti firmino prima del voto un memorandum d’intesa, con precisi impegni da attuare per il risanamento del paese, siglando un patto che andrà rispettato da chiunque vinca le elezioni». Pier Ferdinando Casini lancia questo assist a Monti per aiutarlo a convincere i mercati che il 2013 non rappresenterà una totale incognita; e chiarisce che la «Cosa bianca» vedrà la luce, ma senza fretta, al momento della convocazione delle urne, quindi non a settembre o ottobre. Anche questo un chiaro segnale di prudenza per mettere il governo al riparo da attacchi strumentali per il possibile coinvolgimento nel progetto di alcuni ministri in carica.

Ma il cantiere della «Cosa bianca» è in piena attività: quando verrà battezzata?
«Noi riteniamo sia giusto presentare un’offerta politica composta da persone perbene, che credono importante continuare lo spirito del governo Monti, e da tante personalità oggi esterne alla politica. Non ci sono uomini della provvidenza, né predestinati. Alle politiche bisognerà presentare una lista in grado di rappresentare queste esigenze. Non serve avere fretta: non credo che le elezioni ci saranno a settembre-ottobre. L’importante è ciò che gli italiani troveranno sulla scheda elettorale. E nessuno si deve sciogliere dentro qualcosa, neanche l’Udc…» [Continua a leggere]

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