Rassegna stampa, 14 settembre 2011
postato il 14 Settembre 2011“L’opposizione affonda l’Italia” (Ugo Magri, La Stampa)
Riotta – Ritorno alle antiche potenze (Gianni Riotta, La Stampa)
“L’opposizione affonda l’Italia” (Ugo Magri, La Stampa)
Riotta – Ritorno alle antiche potenze (Gianni Riotta, La Stampa)
In un momento così difficile come quello che stiamo attraversando la gente vuol parlare di crescita, di lavoro per i giovani, di prospettive per le famiglie. Gli italiani iniziano ad essere preoccupati per il loro futuro. Abbiamo molte persone di ceto medio che stanno scivolando nell’area della povertà, una manovra che è stata tale solo dopo cinque stesure; ci siamo fatti un po’ riconoscere da tutti, ma finalmente oggi si varerà. Questa è la questione decisiva che riguarda i prossimi mesi, le prossime ore degli italiani, perché rischiamo di fare la fine della Grecia. Chi non se ne rende conto o è in malafede o è di una sprovvedutezza clamorosa.
Pier Ferdinando
Berlusconi, no al passo indietro: i fedelissimi fanno quadrato (Alberto D’Argenio, La Repubblica)
E Di Pietro attacca il “caro Pier Luigi” (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
Sorgi – Probabile un altro giro di vite sui conti (Marcello Sorgi, La Stampa)
Misure bis? Rispuntano i tre tabù (Lina Palmerini, Sole24Ore)
Signor Presidente, il mio gruppo, l’Unione di Centro per il Terzo Polo, voterà convintamente «no» a questa votazione sulla questione pregiudiziale di costituzionalità. Noi condividiamo pienamente il giudizio che ha dato adesso l’onorevole Ventura ma sintetizzando la cosa potremmo dire: «meglio una cattiva manovra che nulla». [Continua a leggere]
L’intervento integrale [Continua a leggere]
Cesa: il Cavaliere aiuti il Pdl facendo un passo indietro (Alberto Gentili, Il Messaggero)
Cicchitto: “Apprezzo i toni di Pier, ma il Cavaliere resta lì” (Lorenzo Fuccaro, Corriere)
Il partito non chiude su Casini. D’Alema: il Pd vince anche senza (Dino Martirano, Corriere)
Fini non si dimette: “Non vogliamo andare al governo” (Andrea Garibaldi, Corriere)
Da Bersani, a Letta e Casini, a messa tanti big della politica (Corriere)
Milanese appesso ai voti dei leghisti e di Casini (Francesco Grignetti, La Stampa)
Maggioranza appesa al rito padano (Lina Palmerini, Sole24Ore)
Le verità nascoste dello Stato sociale (Maurizio Ferrara, Corriere)
Le nostre metamorfosi (Barbara Spinelli, La Repubblica)
Cari studenti, tra i banchi imparate la ricchezza delle differenze (Cesare Segre, Corriere)
La riforma Gelmini è fallita, ecco da dove ripartire (Giovanni Bachelet, l’Unità)
Il Papa contro il precariato: “Restituire dignità al lavoro” (Alfredo Quarta, QN)
Casini: un passo indietro da premier e opposizioni (Barbara Fiammeri, Sole24Ore)
Casini: tutti un passo indietro per la pacificazione nazionale (Pier Luigi Fornari, Corriere)
Casini: “Serve un’intesa di fine legislatura” (La Stampa)
Casini: per salvare l’Italia passo indietro da premier e Pd (Alberto Gentili, Il Messaggero)
Casini: “Facciamo tutti un passo indietro” (Lorenzo Fuccaro, Corriere)
L’offerta di Casini: se Silvio lascia larghe intese col Pdl (Brunella Bolloli, Libero)
L’attacco di Bersani: “Via il Premier o ci porterà a fondo” (Andrea Garibaldi, Corriere)
Festa Udc: “Raccogliamo l’invito di Bagnasco” (Avvenire)
E nel Pdl si infrange il tabù del dopo Silvio. “Niente ricandidatura” (Monica Guerzoni, Corriere)
Tosi: “Un ciclo si è chiuso. Basta con il Cavaliere” (Corriere)
O la borsa o Lavitola (Micaela Bongi, Il Manifesto)
Confindustria: “Da noi nessun voltafaccia” (Paolo Baroni, La Stampa)
Ce la facciamo (anche da soli) (Ferruccio De Bortoli, Corriere)
Altra manovra in vista, ma stavolta siate seri (Maurizio Belpietro, LIbero)
La carica dei costituenti per caso (Michele Ainis, Corriere)
Concordare con il premier l’agenda di fine legislatura
Il presidente del Consiglio deve fare un passo indietro, ma deve farlo anche l’opposizione che non puo’ salvarsi la coscienza solo proponendo a Berlusconi di andarsene via. Dobbiamo essere disponibili a concordare con lui e con il Pdl l’agenda di fine legislatura, perché si realizzi un grande sforzo di pacificazione nazionale: nelle divisioni e nelle liti c’è la rovina dell’Italia e di tutti noi.
Non possiamo essere ridotti a mendicare fuori dalla porta la benevolenza dei governanti europei. Non aspettiamo che ci salvino gli altri, siamo noi che dobbiamo farlo. Ma maggioranza e opposizione insieme non bastano se non ci sarà un coinvolgimento della società civile: non l’evocazione di uomini della provvidenza ma la chiamata al lavoro di personalità già sperimentate a livello europeo che siano garanzia per i mercati, gli investitori e i nostri partner comunitari di un’Italia che finalmente vuole fare sul serio. Un governo politico con le migliori energie del Paese.
Pier Ferdinando
Casini: “Sistema tedesco per sbloccare il Paese” (Avvenire)
Amici del Pdl: dite a Silvio che la sua era è finita (Rocco Buttiglione, Liberal)
Pisanu: “È come dopo la guerra, uniamoci” (Errico Novi, Liberal)
Patto Alfano-Pier per il dopo Cav (Salvatore Dama, Libero)
Alfano stoppa la fronda pdl. “Dopo questo esecutivo il voto” (Paola di Caro, Corriere)
Quelli che tutto è pronto per sostituire il Cav. (Ma poi chi glielo dice?) (Il Foglio)
Dopo il Cavaliere chi? (Marco Damilano, L’Espresso)
Cazzola: “Meglio un esecutivo di alto profilo che affogare nel fango” (Tommaso Montesano, Libero)
Il Presidente supplente (Federico Geremicca, La Stampa)
Governo sempre a rischio tra inchieste giudiziarie e incognite economiche (Massimo Franco, Corriere)
Due letture per una crisi (Angelo Panebianco, Corriere)
La tassa occulta che paga il Paese (Fabrizio Forquet, Sole24Ore)
Che cosa mi ha insegnato il dolore dell’11 settembre (Barack Obama, La Repubblica)
Quando Berlusconi uscirà di scena sarà necessario che quanto di ragionevole c’è intorno a lui non finisca nella deriva demagogica e populistica, allo stesso modo occorre che quanto di buono esiste nel Pd si emancipi da Di Pietro e Vendola.
L’unico modo per fare questo è una legge elettorale alla tedesca che avrebbe il grande effetto di rendere possibile in Parlamento una situazione in cui ogni partito risponde di se stesso e non degli alleati che si è portato dietro.
Pier Ferdinando