Tutti i post con tag: Berlusconi

Berlusconi pensa alla crisi? E’ spiritoso

postato il 3 Ottobre 2011

Decida almeno la nomina del governatore di Bankitalia

Oggi Berlusconi ha fatto una battuta di spirito non male dicendo che lui si occupa dello sviluppo del Paese. Ma se ne è reso conto solo lui. Abbiamo le parti sociali che lamentano l’assoluta latitanza del governo davanti ai problemi della crescita. Così i costruttori, la Confindustria, i sindacati. Il fronte si sta allargando e non riguarda solo le opposizioni. Se se ne occupa lo fa con poco costrutto. Ma se finalmente ha deciso di fare il Presidente del Consiglio, faccia almeno in una settimana la nomina del governatore della Banca d’Italia, visto che questo dipende solo da lui.

Pier Ferdinando

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L’orizzonte dei cattolici in politica è ben più ampio dei problemi di Berlusconi

postato il 2 Ottobre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Il dibattito che si è sviluppato nei media e in campo politico intorno alla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco è stato in molti casi riduttivo se non ridicolo. Certa stampa ha colto del complesso discorso del cardinale Bagnasco esclusivamente il richiamo al pubblico decoro, che ha inevitabilmente indirizzato al Presidente del Consiglio, e su questa scia si sono mossi i commenti di altre illustri firme e di autorevoli esponenti del mondo politico. Da qui le inevitabili elucubrazioni sulle “manovre occulte” della gerarchia ecclesiastica  per riposizionarsi dopo il crepuscolo berlusconiano lanciando una specie di Dc 2.0 o Tecno Dc, secondo la versione di Marco Damilano su L’Espresso, che vada da “Formigoni a Fioroni”. I retroscena, le grandi manovre e le strategie politiche sono sicuramente la specialità di alcuni notisti politici e rappresentano un piatto succulento per quanti si interessano di politica, capita però che questi diventino esaustivi di tematiche ben più complesse, come nel nostro caso; ridurre il dibattito sulla presenza politica dei cattolici in Italia alle bacchettate al Premier per la sua condotta morale o alla risurrezione della balena bianca non è solo riduttivo, ma anche offensivo per i cattolici italiani. Ciò non significa assolvere i discutibili comportamenti privati del Presidente del Consiglio, ma significa dire chiaramente che dietro le parole dei vescovi italiani non c’è nessuna volontà di abbattere Berlusconi, con buona pace di quei “bacchettoni e fedeli per finta” che pensano di battere Berlusconi anche con l’ausilio delle parole dei prelati che in altre occasioni hanno definito “indebite ingerenze”.

Le parole chiare dei vescovi italiani hanno fini più nobili, e se queste fanno male al Presidente Berlusconi e alla sua parte politica evidentemente lui e i suoi sodali hanno qualcosa da rimproverarsi, delle incoerenze da risolvere. E ciò è sotto gli occhi di tutti. Assodato che le immoralità del Primo ministro non sono l’orizzonte dell’impegno dei cattolici italiani occorre ricordare alcune cose fondamentali per una discussione più ampia e profonda.

Le gerarchie ecclesiastiche non si occupano di formare partiti politici, la Chiesa, e quindi non solo le gerarchie, si occupa soltanto di formare coscienze e non lo fa ripetendo semplicemente e solamente le parole della società civile, di cui pure c’è bisogno per mostrarsi consapevolmente partecipe di una sensibilità civile, ma lo fa ricorrendo al suo patrimonio peculiare: il Vangelo.

Le coscienze formate dalla Chiesa devono essere coscienze scomode per i poteri mondani, scomode come quelle dei santi, come scomodo fu lo stesso Gesù per i farisei, i sadducei e i dottori della Legge. I cattolici in politica devono essere capaci dello stesso grido dei profeti biblici: essi devono gridare perché sia applicata la dottrina sociale della Chiesa in difesa dei poveri, dei più deboli e della moralità della vita pubblica.

Coscienze scomode, capaci di denuncie forti ma anche di essere propositive. La Chiesa ha a cuore la giustizia e il bene comune, se nel nostro Paese ci sono innumerevoli problemi, la Chiesa, nel suo compito educativo, e i laici nella vita civile non possono non farsi carico di questi temi. Se la Chiesa e i cattolici si mettessero da parte, questo loro appartarsi o defilarsi sarebbe la spia di un grave problema ecclesiale. Dunque è necessario un impegno che, però, richiede qualcosa in più: la charitas, l’agape, cioè lo Spirito Santo, l’amore di Dio diffuso nei cuori degli uomini. Pertanto il cristiano non può non caricarsi di questi problemi, omettendo di portare il suo specifico contributo. Il cristiano crede di vivere in comunione con Dio e cioè crede che lo Spirito Santo lo ha unito a Gesù Cristo. Il cristiano quindi partecipa di questo corale sforzo della società civile che favorisce la crescita di ogni uomo e ogni donna con lo specifico della carità, del dono dello Spirito, che attinge nella comunità ecclesiale di cui è membro.

Questi in estrema sintesi i contenuti, a cui deve seguire non una strategia ma persone che sappiano incarnare e vivere questi valori.  Quel che conta, come ha recentemente sottolineato Giuseppe De Rita, per il futuro dei cattolici in politica è l’identità nuova, una cultura fondante e soprattutto chi riuscirà ad impersonarla.

 

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Il nodo è il fallimento del governo Berlusconi

postato il 1 Ottobre 2011

Come può il Pdl essere credibile nella costruzione della casa dei moderati se non riesce a fare un’autocritica sui cinque anni di Berlusconi? Capisco che ci si possa trovare a metà strada ma non si può fare prima la mitologia del Governo Berlusconi e poi chiedere a noi di fare insieme un partito dei moderati sul modello del Ppe. Questa è una impasse che non si scioglie se non si scioglie il nodo del giudizio sul fallimento politico del governo Berlusconi.

Pier Ferdinando

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Bankitalia, Berlusconi si assuma la responsabilità di governare

postato il 30 Settembre 2011

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Abbiamo un presidente del Consiglio che si lamenta di non avere poteri per governare ma quando ce li ha non decide, è paralizzato dai veti del ministro dell’Economia e non fa una proposta per il nuovo governatore della Banca d’Italia. E’ una proposta che spetta a lui e noi speriamo che si muova, perché tenere la situazione bloccata è da irresponsabili.
Berlusconi non ha bisogno di vertici, si svegli e si assuma la responsabilità di governare.

Pier Ferdinando

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Accogliamo l’appello delle parti sociali

postato il 30 Settembre 2011

La paralisi del governo è inaccettabile
Accogliamo l’appello delle forze sociali, lo riteniamo importantissimo perché supplisce l’assenza del governo e lo accettiamo nel merito. Pensiamo che i cinque punti indicati – riforma delle pensioni, riforma fiscale, gestione del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia – debbano essere i capitoli di un’iniziativa per la crescita che il governo aveva promesso entro questa settimana e che sta rinviando a metà mese.
E’ inaccettabile la paralisi di un governo che dopo aver annunciato il decreto per la crescita lo rinvia sine die. Questo fa parte della noncuranza completa che questo esecutivo ha rispetto ai problemi del Paese. Il governo si muova, perché il Paese sta andando a fondo e non possiamo assistere inerti.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 30 settembre 2011

postato il 30 Settembre 2011
La nostra rassegna stampa di oggi è assai “succulenta”, con diverse “matrici” di lettura. Si parta da quella squisitamente politica, con i guai e i rimescolamenti interni al centrodestra: ieri il deputato Pdl Santo Versace ha abbandonato il suo partito, aderendo al Gruppo Misto (anche se voci insistenti lo danno prossimo a un passaggio con l’Udc), che ormai è in fase di “sbriciolamento” (così come spiega a Roncone sul Corsera): altri 15 deputati starebbero meditando un passaggio simile e Monica Guerzoni ci racconta di un pranzo con Pisanu di 12 senatori “inquieti”, delusi dalla linea attendista e inconcludente del governo e orientanti verso nuovi lidi politici (“c’è il rischio di qualche sgradita sorpresa”). Quali siano, però, questi lidi politici non è semplice definirlo: dopo la prolusione del Card. Bagnasco al Consiglio permanente della Cei, molti opinionisti si sono detti convinti che il rapporto politico che c’era tra la Chiesa e Berlusconi possa dirsi definitivamente concluso e che, molto presto, il centrodestra potrebbe riarticolarsi in modo assolutamente nuovo, mettendo finalmente da parte il berlusconismo: come spiega bene, infatti, Damilano sull’Espresso, il vero succo del discorso di Bagnasco non sta nell’attacco sferrato al Premier (ormai da molto tempo i vescovi italiani non lo considerano più un interlocutore) ma nell’esplicita richiesta ai cattolici di riorganizzarsi e tornare ad essere centrali in uno schieramento politico ben definito (tesi contestata dal direttore dell’Unità, Claudio Sardo). Ma come? Rifacendo la Dc, forse? No. Un partito cattolico monolitico non serve più a nessuno: l’esempio da seguire c’è e si chiama PPE (Labate sul Riformista ci racconta delle strategie a tal proposito di Angelino Alfano). È senza dubbio una strategia affascinante, ma che non ci convince in pieno: Alfano ci ha deluso più volte, non riuscendo a dimostrare un’autonomia di pensiero e di azione politica che gli permetta di superare la “sindrome del berlusconismo” e finché il centrodestra non si decide a chiudere questa deludente fase politica e ad aprirsi a nuove sfide, un dialogo tra noi e loro (come auspicato da Balardinelli sul Foglio) è impensabile, oltre che impossibile. Altra matrice di lettura è quella economica: ieri il contenuto della lettera inviata da Draghi e Trichet al Governo italiano è stato svelato e ha dimostrato, ancora una volta, come Berlusconi e Tremonti siano stati incapaci di affrontare adeguatamente la crisi – che pure poteva essere, come abbiamo sempre ripetuto noi e sostiene oggi Sofri su Repubblica, un’occasione (vi abbiamo selezionato tre commenti da leggere a tal proposito: uno di Palmerini sul Sole, un altro di Sabatucci sul Messaggero e un ultimo di Menichini su Europa); il grave è che questa incapacità cronica si riflette in ogni azione del governo: prova ne è la mortificante gestione della successione alla Banca d’Italia: non si riesce a scegliere tra Grilli e Saccomanni, minando così l’autonomia gestionale di Palazzo Koch.

Casini: “Non devono scegliere il direttore di un Tg” (Il Giornale)

Versace: “Esco dal Pdl, si sta sbriciolando tutto” (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera)

A pranzo con Pisanu 12 senatori ribelli. Il rischio di sorprese (Monica Guerzoni, Corriere)

Alfano a Bruxelles per sposare il Ppe (Tommaso Labate, Il Riformista)

Ricomincio dalla Tecno-Dc (Marco Damilano, L’Espresso)

Cattolici dopo Berlusconi (Claudio Sardo, l’Unità)

Il pubblico decoro non basta, ci vuole la politica (anche con il Pdl e l’Udc) (Sergio Balardinelli, Il Foglio)

Pensioni e liberalizzazioni, lettera Bce senza risposte (Lina Palmerini, Sole24Ore)

La lettera della BCE senza risposte (Giovanni Sabbatucci, Il Messaggero)

Una lettera indirizzata anche a noi (Stefano Menichini, Europa)

L’occasione della crisi (Adriano Sofri, La Repubblica)

Cellulari, l’asta delle frequenze porta allo Stato 3,9 miliardi (Sara Bennewitz, Repubblica)

«No alla legge bavaglio», la protesta arriva in piazza (Ettore Colombo, Il Messaggero)

Tg1, Minzolini indagato per il caso della Ferrario (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)

Geremicca – Terzo polo, una chimera per il Pd (Federico Geremicca, La Stampa)

Buttiglione – Una proposta da prendere sul serio (Rocco Buttiglione, Liberal)

Nel partito assedio a Tremonti. E Saccomanni resta in pole (Amedeo La Mattina, La Stampa)

Fuori dal tunnel (Massimo Gramellini, La Stampa)

Perché Bersani s’è infilato in quel radicale pasticcio (Salvatore Merlo, Il Foglio)

Ma che si aspetta? (Luigi Campiglio, Avvenire)

Commenti disabilitati su Rassegna stampa, 30 settembre 2011

Serve un patto serio per la crescita

postato il 24 Settembre 2011

Pier Ferdinando Casini ospite del dibattito “Cambiare Partecipare Unire l’Italia”.

Serve un patto serio per la crescita, come propone la presidente di Confindustria Marcegaglia, prima che l’Italia affondi. Ci sono dati impressionanti sui posti di lavoro che vengono persi, sulla chiusura delle aziende, per questo non bisogna perdere tempo in buffonate e discussioni inutili sulla legge elettorale quando il rischio Grecia sembra concretizzarsi.

E non perdiamo tempo nemmeno con i litigi tra Berlusconi e Tremonti. E’ surreale quello che capita. Se c’è un gran responsabile degli errori del ministro dell’Economia, questo èil rpesidente del Consiglio, perché non esiste Paese in cui il premier delega ad altri la politica economica. Se il governo non è in grado, meglio andare al voto. In questo momento drammatico non c’è spazio per il settarismo, e anche l’opposizione deve far prevalere lo spirito costruttivo.

Pier Ferdinando

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Passo indietro del premier, e avanti uomini migliori Pd e Pdl

postato il 24 Settembre 2011

Se la parte migliore del Pdl, penso ad Alemanno, Pisanu, Mantovano, e la parte migliore del Pd, ad esempio Letta e Fioroni, si mettessero a discutere, io sarei il primo ad essere contento. Se Berlusconi avesse a cuore l’Italia e gli italiani e non solo se stesso, sarebbe lui stesso a fare un passo indietro. Io non rifiuto un coinvolgimento o le alleanze, ma questo deve avvenire su basi di serietà, e per essere credibile la strada che porta ad un rapporto tra noi e il Pdl ci vuole un’autocritica e un riconoscimento degli errori fatti, soprattutto sul rapporto con la Lega. Chi guida il governo oggi ha un gigantesco problema di credibilità, e qualsiasi Manovra senza la credibilità di chi lo guida sarà inutile. Berlusconi e Tremonti ci dicevano fino a pochi mesi fa che il peggio era passato e che non ci sarebbe stato bisogno di nuove manovre. E invece oggi siamo vicini al rischio Grecia.

Pier Ferdinando

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