Sfiducia: il discorso in Aula
Signor Presidente, io non parlo perché, poiché non offendo nessuno e mai l’ho fatto in quest’Aula, vorrei parlare con il Presidente del Consiglio.
Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, mi è sembrato, nelle parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio al Senato e poi alla Camera, di sentire spartiti e melodie già visti, evocazioni di tradimenti e di ribaltoni, soliti anatemi contro la sinistra, programmi mirabolanti, come se lei venisse dalla luna e non avesse governato negli ultimi dieci anni.
Non una parola, signor Presidente, nemmeno accidentale, di autocritica. Non un gesto concreto, che desse valore al proposito di unire i moderati in un rinnovato patto di legislatura. Infatti, onorevoli colleghi, se si intende riunificare i moderati in questa legislatura o nella prossima, non bisogna lasciare questo evento al catalogo delle buone intenzioni, bisogna compiere degli atti politici affinché questo si verifichi.
Intanto, si continuava in questo refrain tradizionale: la caccia all’uomo, la frenetica roulette della compravendita parlamentare che – diciamo la verità – umilia tutti noi.
Ieri ho sentito un parlamentare del Popolo della Libertà che, in una dichiarazione giornalistica, ha detto: se non ci fosse stata questa inchiesta giudiziaria, avremmo vinto con più voti. Si abbia almeno un po’ di prudenza nel fare certe affermazioni, perché i sottintesi sono peggio di quello che ciascuno di noi può immaginare.
Francamente, io vi confesso – lo vorrei confessare a tutti gli italiani – che non ho capito a cosa serve questa affannosa corsa che stiamo facendo tutti assieme. Io non ho capito, colleghi, a cosa serva tanto affannarsi per un voto o due in più, e vi spiego perché non l’ho capito: o è un’esibizione muscolare fine a se stessa, o è una lucida corsa che, tramite un voto in più, si vuole fare verso le elezioni anticipate, come peraltro correttamente ha sempre detto Bossi, dopo aver constatato ieri e aver detto a tutti i deputati e a tutti i senatori che con un voto in più non si governa e che bisogna andare alle urne.
La Lega Nord Padania, da questo punto di vista, ha iniziato la legislatura comandando e vuole terminare comandando. Ai deputati dice: è inutile un voto in più, andiamo alle urne. In entrambi i casi, colleghi, sia ci sia l’esibizione muscolare sia ci sia il voto, si perde l’occasione per un sereno esame di coscienza, per l’assunzione di una responsabilità più alta, per indicare all’Italia una rotta nuova. Onorevole Berlusconi, sa che quando parlo di lei sono privo di sentimenti di inimicizia e di ostilità, ma la richiesta di dimissioni, prima del voto, che noi le rinnoviamo, e la sua eventuale accettazione, non sono, da parte nostra, una pretesa e non sarebbero per lei un atto di debolezza e di resa, ma solo la consapevolezza che serve al Paese cambiare passo.
Perché, altrimenti, un voto in più o un voto in meno non serviranno a nulla, e invece, marciamo incoscientemente verso il baratro. Le stanno a cuore i moderati; ci sono partiti in quest’Aula che si sono espressi per un rinnovato patto tra i moderati e le chiedono solo di non ostacolare questo processo, di favorirlo. Non lo vuole fare, per carità, è un suo diritto, ma non scomodiamo l’evocazione di vecchi politicanti, tra cui io sarei a pieno titolo collocato, dediti solo ai propri interessi, mentre lei sarebbe l’unico cavaliere senza macchia, perché si rischia, veramente, di irridere anche al buon senso e a quello che possono pensare tutti gli italiani.
Più senso della misura non guasta, e questo vale anche nell’esame di questo polo, che si è creato, della Nazione e della responsabilità. Lei non può far finta di non vedere, a parte l’evocazione di questi accordi tra me e D’Alema che veramente fanno parte di cose ridicole, fantasiose e non di realtà, lei non può far finta di non vedere la realtà. Lei nel 1994 è sceso in campo contro la sinistra, oggi, altro che fronte moderato, qui c’è una nuova opposizione di moderati al suo Governo di più di ottanta parlamentari. Due anni fa noi dell’Unione di Centro eravamo soli, oggi la compagnia si è allargata e si è consolidata perché non c’è un’esclusiva sui moderati; amici, non ci sono congiure, poteri forti e balle simili. C’è solo la conseguenza di una politica che Berlusconi ha determinato, non con le parole, ma con i fatti e con i gesti che in politica sono più importanti delle parole. Due anni fa ci fu il predellino, ci fu un’alleanza esclusiva con la Lega Nord Padania, una cacciata del mio partito, a cui fu intimato: o venite sul predellino anche voi, oppure fuori dall’alleanza. Prendemmo dignitosamente i nostri stracci, ci rivolgemmo agli italiani che ci hanno voluto bene, e io voglio ringraziarli.
Tre mesi fa Fini, cofondatore del Popolo della Libertà, fu cacciato da voi, non da noi; a questa espulsione è seguita una campagna mediatica senza precedenti alimentata da chi ha fatto del garantismo il suo DNA. Ma il garantismo deve valere per tutti e non solo per sé, altrimenti non è più credibile. In questi anni c’è stato un continuo di campagne acquisti, di acquisizioni, di piccoli movimenti che sono nati alla faccia del bipolarismo o del bipartitismo. Il tutto per debilitare il nostro partito a cui pure si rivolgono apparentemente appelli; è una strategia incomprensibile. Da domani, forse, questa strategia sarà fatta verso Futuro e Libertà per l’Italia, o è già in atto. Bene, qual è l’alternativa? Perché il punto forte del discorso di Berlusconi è quando Berlusconi, ieri mattina, è andato al Senato e ha detto: qui mi vogliono mandare a casa. Ma quale alternativa proponete? Non c’è alternativa, dice Berlusconi. L’alternativa c’è Presidente Berlusconi, e io gliel’ho indicata in pubblico e in privato già da sei mesi. L’alternativa è che chi governa smetta e dismetta quel delirio di autosufficienza che ha e si rivolga alle forze responsabili del Parlamento in nome dell’Italia, in nome di quello che c’è realmente e non di quello che facciamo finta di non vedere.
Il 5 per cento di famiglie che non riesce a pagare le rate dei mutui, la disoccupazione (un ragazzo su tre è disoccupato), le infrastrutture bloccate, l’ANCI in piazza a manifestare, i poliziotti che assediano la Camera, social card, bonus famiglia, banca del sud, malessere sociale, LEA. Tutti questi tagli lineari sono l’abdicazione della politica perché quando tagli a tutti la stessa cosa vuol dire che non colpisci le aree di privilegio e nello stesso tempo tagli magari sul sociale dove non è possibile tagliare. Noi vogliamo un Governo che faccia come fanno in tutto il mondo. Scusi, Presidente Berlusconi, ma perché lei si deve sentire vulnerato a chiamare i leader dell’opposizione, ad associarli ad un atto di responsabilità, se Obama parla dal mattino alla sera con il Parlamento e con le opposizioni, se negozia i provvedimenti e non si sente per questo sminuito nella sua dignità presidenziale?
Rispetto per gli altri, amore per le istituzioni, coinvolgimento delle opposizioni per fronteggiare problemi italiani atavici: tutto questo non è nostalgia della Prima Repubblica, è responsabilità nazionale! La Germania cresce del 5 per cento dopo la grande coalizione, hanno pagato, hanno perso voti sia i democristiani che i socialisti, ma quell’armistizio tra i partiti ha consentito di porre le basi per una ripresa tedesca che oggi è l’unica e vera locomotiva dell’Europa.
Mi auguro, signor Presidente, che lei voglia fermare in «zona Cesarini» – lo può ancora fare – la dissennata corsa verso l’ignoto, perché tali sarebbero le elezioni. Vorrei terminare facendo una considerazione rivolta non so bene se al Presidente Berlusconi o all’onorevole Bonaiuti.
Leggo queste agenzie secondo cui Berlusconi avrebbe detto: «Anche il Vaticano interdetto sul comportamento di Casini»; «Il Vaticano si chiede perché l’Unione di Centro non mi dà l’appoggio esterno»; «La chiesa si è chiesta perché l’Unione di Centro non appoggia il Governo»; «Neanche pressing e ambienti cattolici smuovono Casini». Poi c’è il patto Casini-D’Alema, ma questo lo lasciamo perdere.
Mi auguro che a quest’ora lei abbia già smentito le frasi dissennate riportate in queste agenzie. Infatti, premesso che nessuno da quella sponda ha mai pensato di interferire – concludo – nella politica mia e del mio partito, ma Presidente ci vuole più rispetto. La chiesa si serve per convinzioni, se si hanno, non per usarla strumentalmente nelle nostre beghe politiche. L’Unione di Centro difende e difenderà valori in cui crede, ma è un partito laico di ispirazione cristiana ed è un partito che se, in questa sede e in altre, difende il diritto alla vita, la famiglia e ha una concezione della bioetica, lo fa perché ha assolute convinzioni.
A queste condizioni non verremo meno, ma evitiamo di dire frasi sciocche e di coinvolgere autorità terze che hanno ben altri impegni.
Grande Intervento Presidente! Responsabilità fino alla fine. Ottimo il passaggio sulla Chiesa!
CHE FALLIMENTO!!!
TUTTO E’ RIMASTO COM’ERA CHE DELUSIONE.
presidente continui a mantenere la barra dritta. Non ceda alle lusinghe che in queste ore del dopo voto vengono da varie parti.Se esistiamo è perché facemmo una scelta chiara e coerente.Andiamo avanti su questa strada,sono certo che prima o poi arriveranno i frutti.Il risultato della sfiducia in un primo momento mi ha deluso ma riflettendoci bene i guai per i vincitori cominciano proprio adesso.
Bravo Presidente Casini!
Aspetteremo sulla riva del fiume,
di sicuro galleggerà portato dalla corrente.
Ma quale fallimento? Una maggioranza che in meno di due anni perde 100 deputati e riesce comprando un paio di voti a restare in piedi? Quella di Berlusconi è una vittoria di Pirro! E dove va cosi? E’ in minoranza in tutte le commissioni e ha tre voti di vantaggio alla Camera! La sua chiamata alla “responsabilità” ha destinato il Paese all’instabilità. Il fallimento è di tutta la politica italiana, ad inziare dal suo Presidente del Consiglio, che non riesce a governare ed a risolvere i VERI problemi del Paese!
credo che con questa maggioranza non si possa governare uno, due voti, quanto puo’ durare, allora i politici con la P maiuscola quelli seri queli che lavorano per l’italia si sarebbero gia dimessi , ed il popolo forse avrebbe anche un po di consederazione
Spero solo che ora non si ceda alle sirene del potere! C’e’ bisogno di pulizia onestà e chiarezza. Basta svendite per trenta denari, basta corruzione e interesse per il proprio tornaconto.
Buongiorno,
scrivo a Lei, considerato quanto ha enunciato stamani.
Dichiaro sin da ora che le Sue idee politiche differiscono non poco dalle mie.
Tuttavia devo ammettere che Lei, con pochi altri, avete sempre portato avanti le Vostre idee. Giuste o sbagliate che fosserò. Non le avete tradite.
Per questa ragione, vorrei che ricordasse quanto ha detto oggi, e non cedesse alle lusinghe di taluni partiti (non guardiamo ora quali siano).
Mantenga la Sua identità e continuerò a rispettare il Vostro Partito ed il Vostro pensiero.
GlieLo chiedo da Italiano, che vorrebbe per una volta, non essere disgustato da quanto, trito e ritrito, ho subito in questi 30 anni.
La prego di farmi ricredere,di farmi tornare a gioire per il mio paese.
I miei distinti saluti, con la speranza che questa venga letta.
Fabio G.
Milano
Caro Pierferdinando, alcuni quotidiani scrivono che “saremmo” pronti ad entrare nell’esecutivo. Spero che tu non faccia questo errore, dopo tutto quello che si è detto e scritto in questi ultimi giorni. Altrimenti sarò il primo a rimettere nelle mani del partito la mia tessera. E non credo di essere il solo a pensarla in questo modo. Stiamo dicendo che con il Berlusconismio ammiamo chiuso, quindi “coerenza!”
Con Stima
Pino Montedoro
Portavoce e Componente
direttivo UDC Casarano (LE)
IL GOVERNO SALVATO CON 3 VOTI IN PIU’ RACCATTATI E’ COME UN AMMALATO TERMINALE TRATTATO CON FARMACI ADULTERATI
Il governo Berlusconi riesce nell’impresa di ottenere la fiducia al Parlamento, grazie a pochi voti in più, raccattati con una vergognosa “campagna acquisti”, ma è indiscutibile il fatto che l’esecutivo non ha una maggioranza politica capace di poter garantire un vero governo al nostro Paese, afflitto dai gravi problemi abbastanza noti a tutti. Questo voto di fiducia non risolverà nulla per la nostra povera Italia, anzi sarà come protrarre la vita ad una politica “ammalata terminale”, con un accanimento terapeutico usando i farmaci adulterati della disonestà consueta alla quale ci ha abituati il premier…
Tirare a campare mai come ora non serve a nulla, se non agli interessi personali di questo delinquente che abbiamo come premier. Dopo il voto di fiducia il Governo è ancora più debole di prima ed impotente più che mai, di fronte ai problemi del Paese, che non può sfuggire ad alcuni punti fermi della situazione politica e sociale italiana.
Infatti se analisiamo ci rendiamo conto che siamo alla conclusione di un ciclo politico durato oltre 15 anni, quello apertosi dal dopo tangentopoli. In questo ciclo politico si è consumato anche la leadership del Berlusconi colluso con le mafie, massone, evasore fiscale e chi ne ha più ne metta, presentatosi come il campione del benessere spensierato e del consumismo facile degli anni 80, quello dell’era antecedente al fenomeno della globalizzazione e della nuova competitività economica mondiale. Berlusconi è stato per l’Italia una sorta di “sogno nostalgico” in un mondo che invece cambiava velocissimo, per tutti quelli che avevano visto in lui l’identificazione dell’arrivismo facile e veloce al potere dei soldi…
L’attuale ciclo politico non potrà perdurare ancora a lungo, perché non lo consentono le condizioni economiche del Paese e soprattutto la nuova competitività internazionale. Ostinarsi a farlo sopravvivere porta a far crescere le tensione tra le difficili condizioni sociali dell’Italia e l’incapacità di governo de questa cricca di inquisiti, che oggi governa il paese, generando un grave conflito tra le esigenze della popolazione e la degenerazione morale della classe politica. Alcuni dati parlano chiaro sulla distanza tra politica e Paese. L’Italia,pur sempre tra le otto maggiori economie del mondo, è quasi cinquantesima per competitività, molto più inddietro per tasso di legalità. Negli ultimi dieci anni l’Italia è classificata 179° su 180 Paesi del mondo per crescita economica. Ma se non c’è crescita, quale garanzia sociale è possibile offrire e quanta richezza redistribuire?… quale benessere si puo’ proporzionare ai cittadini, ai giovani, alle donne cinquantenni che non riescono ad inserirsi nel mondo de lavoro, dopo averlo perso, ed ai più deboli? In questi fattori di crisi ci sono le cause scatenanti delle prime vere rivolte sociali dei giovani delle università, delle scuole, dei precari, dei lavoratori delle fabbriche, della cultura in generale. In questi fattori ci sono i motivi del malessere e della sfiducia verso la politica, come dimostra la crescita dell’astensionismo nelle ultime elezioni con 3 milioni e mezzo di italiani in più che non sono andati a votare…
Chi si assumerà, dopo la caduta di Berlusconi, l’onere di guidare il nostro paese, ha davanti a se una grande sfida:quella di saper intercettare i nuovi bisogni della società ed attrezzarsi a rappresentarli. Qualcosa incomincia a muoversi, nonostante la fiducia di oggi questo governo è moribondo, per cui a breve aspettiamoci di ritornare a questa situazione d’impasse vissuta da alcune settimane, ma bisogna dire che servono più coraggio politico e coerenza, altrettanta dosi di determinazione. Si notano ancora troppe oscillazioni da manovra e da ingegneria coalizionale. Serve la consapevolezza che bisogna uscire da una crisi politica di sistema con una strategia politica lungimirante ed un progetto politico di cambiamento per il Paese. Urge qualcuno che sappia candidarsi ad essere una forza trainante di innovazione nei programmi, nei comportamenti, nei governi locali e nelle classi dirigenti, non poche volte discreditate. Bisogna avere il coraggio e l’ambizione di un progetto politico riformista, che possa conquistare la fiducia degli italiani. Divenire la forza di riferimento di quanti vogliono un paese più prospero, più giusto, più competitivo, più dinamico, più liberale…
Non ho mai votato Berlusconi…sostenevo Fini da quando ha avuto il coraggio politico di dire basta!….questi (dis)onorevoli devono essere mandati a casa…basta con i vari riciclati di deputati, non ci servono tante persone mangiando con i soldi degli italiani…hanno ridotto le pensioni nonostante i versamento per anni e anni dei propri contributi, ma quetsi signori per pocchi giorni di presenza alla Camera hanno una lauta pensione vitalizia….siamo stanchi, Onorevole Casini!…cordialmente, Aurora Lopes
Gentile Sig. Casini
non sono una sua elettrice, anzi a dire il vero sono sempre stata elettrice del centro sinistra
ma voglio complimentarmi per il suo discorso di ieri alla camera, efficace, responsabile, educato e coerente, in un momento in cui la coerenza e l’educazione sembrano valori preistorici; per questo concordo anche con il post che mi ha preceduto, del sig. Montedoro.
con stima
giuliana lucidi
ormai è chiaro che non si può governare…. nessuno schieramento può governare…
la soluzione è fare una legge elettorale condivisa da quais tutti i partiti e poi votare.
caro Pier continua così. Sei sempre stato una persona schietta e questo ti fa onore. Mi fa piacere che tu non sia cambiato perchè io ti conosco dai tempi della Zavattaro. Un saluto
Valerio Bonfiglioli