postato il 5 Novembre 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 5 novembre ’11

Le strategie della maggioranza e quelle dell’opposizione.

E spunta un «piano B» «Pericoloso votare subito». (Francesco Verderami, Corriere della Sera)

Larghe intese, Pd e Udc insistono Casini: armistizio tra i partiti. (Claudio Terracina, il Messaggero)

Incubo quota 306. Il Pdl perde pezzi e spera in Pannella. (Brunella Bololli, Libero)

Elezioni! Contro i governi inciucìoni s’avanza nel Pd un bel fronte bipolarista. (Il Foglio)

Cose da sapere sul dopo Berlusconi.

Silvio decida: Letta o il voto. (Bruno Vespa, QN)

Il centrosinistra sarà credibile se smetterà di essere conservatore. (Matteo Renzi, Corriere della Sera)

La sindrome da lettera politica (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)

Il premier resiste ma si avverte un clima da ultima spiaggia. (Massimo Franco, Corriere della Sera)

Il punto di non ritorno. (Mario Calabresi, La Stampa)

Montezemolo: «Berlusconi finito, reagire tutti uniti» (il Sole 24 Ore)

Dopo il Cav non c’è solo buio. (Emanuele Macaluso, il Riformista)

Da Berlinguer a Casini Perché il 51 per cento in Italia non basta mai. (Michele Prospero, l’Unità)

II partito unico, un modello fallimentare. (La Voce Repubblicana)

Sulla fine di Silvio la firma Scudocrociata

Pomicino arruolatore «Loro offrono posti noi udc la politica».  (Alessandro Trocino, Corriere della Sera)

Pomicino, Scotti, Zecchino dietro la grande foga dal Pdl. (Filippo Ceccarelli, la Repubblica)

Calamità Udc, il partito del premier rischia di dissolverei a vantaggio dei centristi. (Nicola Maranesi, La Discussione)

Lettera del sottosegretario Scotti: Silvio dica si a un nuovo esecutivo. (Roberto Zuccolini, Corriere della Sera)

Cattolici e dintorni.

La linea della Chiesa: ora un passo indietro e spazio a larghe intese. (Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)

Chiarezza e dialogo per rimetterci sulle gambe . (Savino Pezzotta ed Enzo Carra, Avvenire)

La tragedia di Genova.

L’apocalisse di Genova. (Massimo Calandri, la Repubblica)

Non era imprevedibile. (Massimo Gramellini, la Stampa)

 

 

 

 

 



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