postato il 2 Agosto 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 2 agosto ’11

Le opposizioni non mollano la presa e continuano (forti del sostegno delle parti sociali) ad incalzare il governo: basta chiacchiere o manovre impasticciate, qui servono i fatti; se Berlusconi non ne è capace, se ne vada. Ieri le borse hanno bruciato oltre 15 miliardi e il divario tra i nostri titoli e quelli tedeschi si fa sempre più ampio e pericoloso: il leader Pd lo ripete anche a Goffredo De Marchis, su Repubblica, “il Paese sente la paura e c’è bisogno di una svolta” – che nella sua visione dovrebbe tradursi nel voto anticipato. Soluzione possibile, che però l’Udc vorrebbe scongiurare, in favore di un largo “armistizio” fra i partiti che si traduca in un serio governo di larghe intese (e su questa scelta, leggete il Sole, pare si sia trovata un’intesa tra la Confindustria di Emma Marcegaglia e proprio il nostro Pier Ferdinando Casini): Rocco Buttiglione, su Liberal, spiega il perché di una simile mossa (“una volta il rango di un Paese era determinato dall’esito delle guerre, ora dall’esito delle grandi crisi: sempre guerra è, ecco perché serve una grande coalizione), mentre Giavazzi sul Corriere chiede “decisioni coraggiose”, perché questa è l’ultima occasione per un rilancio serio. Stessa analisi anche da parte del nostro capogruppo al Senato, Gianpiero D’Alia, che – intervistato dall’Unità – attacca duramente l’inconsistenza della maggioranza e sostiene che “tocca alle opposizioni salvare il Paese”: dov’è il Premier? Eh beh, ce lo siamo chiesti più di una volta in questa settimana e finalmente Palazzo Chigi sembra essersi svegliato. Domani, infatti, Berlusconi parlerà alle Camere (ma, come scrive Bertoncini su ItaliaOggi, non sarà semplice convincerle) e giovedì incontrerà finalmente le parti sociali. En passant, poi, ancora spazio al Tremontigate: Giuliano Ferrara intravede un’unica via d’uscita (dimissioni da parte del ministro – che, a giudizio dell’Elefantino, equivarrebbero a pubbliche scuse); Zuccolini e Franco sul Corriere analizzano la freddezza del Premier su questa vicenda (nemmeno l’attacco speculativo sembra ridurre le distanze tra lui e Tremonti); Di Giovanni, infine, sull’Unità si concentra su un altro particolare importante (e che si ricollega al discorso fatto su di un’intesa tra Marcegaglia e Casini): l’abbandono di Confindustria, un tempo alleato di ferro, nei confronti dell’inquilino di Via XX settembre, per giocare – finalmente – una partita in proprio.

Bersani e Casini incalzano: ora i fatti o Silvio se ne vada (Mario Sanganelli, Il Messaggero)

Bersani: “Il paese sente la paura e i mercati chiedono una svolta. Votiamo subito come in Spagna” (Goffredo De Marchis, La Repubblica)

Pd e Udc: passo indietro unica soluzione alla crisi (Luca Ostellino, Sole24Ore)

Crisi: Berlusconi domani alle Camere poi incontrerà imprese e sindacati (Umberto Rosso, La Repubblica)

Il premier domani in Parlamento. Poi il vertice con le parti sociali (Lorenzo Fuccaro, Corriere)

Come una guerra: grande coalizione (Rocco Buttiglione, Liberal)

Le opposizioni: no al governo tecnico (Silvio Buzzanca, La Repubblica)

Ultima occasione per una svolta (Francesco Giavazzi, Corriere)

Per il Cav in Parlamento non sarà una passarella (Marco Bertoncini, ItaliaOggi)

D’Alia: “Governo fantasma. Tocca alle opposizioni salvare il Paese” (l’Unità)

Sud, l’energia dimenticata (Gianfranco Viesti, l’Unità)

Perché Bologna non va dimenticata (Miguel Gotor, La Repubblica)

Ferrara: “Dia le dimissioni e Silvio le rifiuti” (Andrea Garibaldi, Corriere)

Era l’alleato di ferro. Ora Confindustria non gli crede più (Bianca Di Giovanni, l’Unità)

Critiche e nuove difficoltà. L’isolamento del super ministro (Roberto Zuccolini, Corriere)

L’attacco speculativo non riduce le distanze tra premier e ministro (Massimo Franco, Corriere)

La Lega si rimangia la linea Papa: no all’uso delle telefonate di Verdini (Liana Milella, La Repubblica)

Il Terzo Polo attacca: “Stop ai rapporti” (Liberal)

Il dialogo sarà inutile. A meno che Casini… (Davide Giacalone, Libero)

Benvenuti al Sud (con cento e lode) (Roger Abravanel, Corriere)

A Bari immigrati in rivolta (Eloisa Covelli, Il Riformista)



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