postato il 2 Febbraio 2013 | in "Agricoltura, In evidenza"

Quote latte, una truffa in salsa leghista che ci è costata quanto e più dell’IMU

di Mario Pezzati e Giuseppe Portonera

Tutti sappiamo che il latte è dolce, ma il conto che l’Italia ha pagato sulle quote latte è stato estremamente salato a causa della Lega.

Volete sapere quanto salato? Circa 4,5 miliardi di euro, che pesano sulle tasche dei cittadini italiani

Come si arriva a questa cifra? Da anni, pochi allevatori (stando alla Coldiretti si parla di circa il 5% di tutti gli allevatori italiani e tutti riconducibili all’area dei COBAS) violano sistematicamente il sistema delle quote latte, e per ogni anno di violazione l’UE ha comminato una multa. Lo Stato italiano si è accollato le multe dei primi anni (dal 1984 al 1996), con il patto che il resto sarebbe stato pagato dagli allevatori. Se non fosse stato per la Lega che ha scelto di favorire e sostenere la loro situazione di illegalità.

I numeri parlano chiaro: 1.700 milioni sono stati versati dallo Stato per sanare il periodo 1984-1996. Il prelievo complessivamente richiesto ai produttori per il periodo successivo ammonta a 2.264 milioni di euro: ma di questi solo 246 stati riscossi e altri 346 milioni sono in rateizzazione con la legge n. 119/2003. 175 milioni sono ormai irrecuperabili per fallimento, per incapacità definitiva di versare, per sentenza di annullamento. Restano quindi da riscuotere circa 1.500 milioni, di cui 700 non sono al momento esigibili a causa di sospensive giurisdizionali mentre 800 sono esigibili. L’Agea ha intimato il pagamento del prelievo esigibile ai circa 2.000 produttori coinvolti. 600 di loro devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioè la gran parte del debito. La stragrande maggioranza dei circa 40mila allevatori presenti in Italia, nel corso degli ultimi anni – conclude la Coldiretti – si è invece messa in regola, acquistando o affittando.

A queste cifre sarebbero da aggiungere alcune quote di interessi passivi che si stanno accumulando e portano il totale oltre i 4 miliardi di euro.

Queste cifre vi sorprendono? Bene, sappiate che da anni l’UDC è l’unico partito che ha condotto una battaglia forte perché questa incresciosa e costosissima situazione fosse conclusa: ricordiamo, per fare un solo esempio, la contestazione subita da Pier Ferdinando Casini nel 2009, quando chiese che la legge fosse rispettata, richiesta reiterata nel 2010 e nel 2011 assieme all’onorevole Mauro Libè.

Ma la Lega, che evidentemente ritiene “sprecona” solo la parte d’Italia a sud di Roma, si è sempre opposta alle richieste dell’UDC di fare rispettare la legge, e si è eretta a baluardo dell’illegalità, difendendo gli allevatori legati ai Cobas, loro elettori. Uno di questi è perfino stato eletto prima Senatore e poi Europarlamentare proprio nelle fila della Lega: Giovanni Robusti, che è stato condannato a pagare 182 milioni di euro per evasione (tramite un sistema di società fittizie) e a 4 anni e mezzo di reclusione dalla Corte di Appello di Torino con sentenza dell’estate scorsa, secondo la quale Robusti si è posto come promotore di «un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa nei confronti degli enti pubblici».

La Lega è la principale responsabile dei 4,5 miliardi di euro di multe che siamo stati costretti a pagare – tutti, dal Veneto alla Sicilia – per le illegalità perpetrate da pochi agricoltori: sono ben 75 € a cittadino. “Quanto l’Imu e più dell’Imu”, come ha scritto su Twitter proprio Pier Ferdinando Casini. Un salasso che porta la firma e la responsabilità di Berlusconi, Tremonti e Maroni e che è stato pagato da cittadini onesti e incolpevoli. Altro che 75% delle tasse trattenuto al Nord: l’asse PDL-Lega faccia ammenda e la smetta di difendere le pretese di chi viola le leggi e poi accolla il costo all’intera collettività! 

9 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
gianluca
gianluca
11 anni fa

Peccato che….
http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20130202_130819.shtml

ma chi c’era nel consiglio di amministrazioen del monte dei paschi di siena?
http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_26/caltagirone-massaro_7e313320-4831-11e1-9901-97592fb91505.shtml
tanto per capire il perchè di tanto livore nei confronti del Nord da parte di Casini…

TONINO
TONINO
11 anni fa

DELLA SERIE…CHIUDETE QUEL VASO DI PANDORA .. O NON RIUSCIREMO A FERMARE LE PORCATE CHE USCIRANNO “”FORA”” .. E CI SARA’ UN NORD CORRETTO ..ONESTO, LEGHISTA E TROMBONE .. CHE CONTINUERA’ A VIVERE SULLE SPALLE DI UNA INTERA NAZIONE DA LADRONE…..

lorenzo poggi
lorenzo poggi
11 anni fa

La quota latte sara anche costata piu dell imu ma diciamo un due cosette.
La prima all epoca delle quote latte l udc era alleato con berlusconi
La Francia per lo stesso motivo ebbe numerosi scioperi molto duri…per evitare questo si e scelta la solita via all italiana ovvero pagare lo scotto europeo.
Io pago volentieri lo scotto di una maggior tassazione per salvare la nostra zootecnia cosa ben diversa da pagare l imu per interessi privati. Diciamocela chiara le tasse non potranno essere abbassate
non viene minimamente preso in considerazione perche la struttura di questo stato non lo permette. Si smetta di dire che Monti ha salvato l italia, l italia l hanno salvata gli italiani con le loro tasche e pazienza. Io Io vorrei tanto sapere perche non e possibile postare direttamente sulla pagina dell onorevole Casini, ma bisogna passare poer questa eppurazione. Non e molto democratico come dire che pulendo la pagina gli si lava il peccato? Ma siamo seri. La rete ha tutte altre regole. Saluti

@ lorenzo poggi
@ lorenzo poggi
11 anni fa

@ lorenzo poggi: per favore, non diciamo cazzate e prima di parlare colleghiamo due neuroni e documentiamoci.
Sulla questione quote latte, l’UDC ha sempre votato contro la Lega, e ci sono i registri degli atti parlamentari a dimostrarlo.
Secondo: con le multe della quota latte non abbiamo salvto la nsotra zootecnia, perchè le multe delle quote latte furono causate solo dal 5% di allevatori italaini che le sforavano regolarmente (fonte del dato è coldiretti, non certo una fonte governativa). Secondo te il 5% in più o in meno di allevatori mette a rischio la zootecnica di un’intera nazione?
Sul lasciare commenti. guarda che quasi tutti i siti applicano la regolamentazione per evitare commenti illegali (ad esempio un commento che inneggial fascismo). La netiquette lo prevede e si attua da anni. La prossima volta, prima di scrivere boiate, infomrati bene

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

piccola nota: il commento dell’utente “@lorenzo poggi” è mio e rispondevo a lorenzo, ma usando l’ipad ho fatto un errore nell’intestazione del messaggio.

patrizia
11 anni fa

Sig Pezzati, il suo post è correttissimo però credo sia sempre importante precisare e ricordare a tutti, inclusi ai leghisti che vedo non mancano neanche qui, che i soldi pagati dell’IMU fanno parte delle entrate dello stato presenti nel conto economico e determinanti nel conseguimento dell’utile, al contrario del prestito al Monte dei Paschi di Siena che va a confluire nello stato patrimoniale dello stato, non determinante nell’utile, questo ovviamente i politici leghisti lo sanno ma preferiscono nasconderlo spudoratamente alla gente. Tra l’altro il M.P.S.paga un interesse del 9% allo stato, interessi molto più alti a quelli che molte ditte italiane affidabili pagano alle banche.
Ritengo inoltre fondamentale raccontare la verità a coloro che ancora si sentono salvaguardati dal partito di Maroni, la lega aldilà di quello che vuol far credere ai suoi elettori è molto ben piazzata nelle più grandi fondazioni che controllano le pìu importanti banche del Piemonte, della Lombardia e del Veneto ,e posti di rilievo non solo nelle fondazioni bancarie del Nord ma anche nella Rai e nei consigli di amministrazione dei grandi enti pubblici, Eni, Enel, Finmeccanica, Autostrade, Aeroporti, Asl e in tutte le partecipazioni a Comuni e Province, (ved. la loro contrarietà sull’’abolizione di province). Insomma una bella parentopoli, quasi una società segreta nata per imbrogliare la povera gente e per distribuire posti e stipendi milionari a mogli, figli, cognati e amici, se poi si vogliono conoscere nomi e gradi di parentela dei leghisti coinvolti (praticamente quasi tutti) basta andare sul Web. La battaglia delle quote latte della lega è solo uno zuccherino per alcuni elettori del nord, che però sembra stia costando cara a tutto il paese, insomma sempre una guerra tra poveri, e loro? Loro ancora una volta insieme al loro compagno di merende, il cavaliere , a singhozzo tanto disprezzato, cercano più che mai a non degli potere e soldi, con slogan di insulti ed offese per il paese e per chi lo rappresenta.

pier antonio sesenna
pier antonio sesenna
11 anni fa

chi scrive e’ un vostro ex che senza polemiche ha chiuso con l’Udc; io non so se qualcuno legge questo messaggio. Che lo scrivente sia un elettore di centro è fuori discussione e ciò che l’Udc continua a sostenere lo valuto in modo positivo vedi ad esempio il tema MAGISTRATURA e non solo.
Francamente è vero che tra politica e Paese reale c’è un abisso. Lotta all’evasione è la ricetta, MONTI NO.
pier antonio sesenna 06.02.2013

redazione
redazione
11 anni fa

Caro Pier Antonio, vorremmo evidenziare che l’Udc Unione di Centro ha un suo programma ben definito, con proposte nuove e interessanti per un futuro di crescita e sviluppo per il nostro Paese. Non intendiamo costruire un’alleanza indifferenziata dove i nostri valori e le nostre proposte non emergano. La coalizione con Monti per l’Italia si fonda sulla valorizzazione di queste differenze. Dal momento che lei apprezza le battaglie e i contenuti della politica del nostro partito la invitiamo ad analizzare attentamente il nostro programma e rivalutare la sua e nostra posizione. Casini sta portando avanti iniziative importanti ed è altrettanto importante il contributo che ciascuno di noi può recare. Avanti tutti insieme!

salvatore
salvatore
11 anni fa

… la vecchia alitalia chiama ma voi non rispondete mai …

Il Sole 24 Ore – Data 09-02-2013 – Pagina 28 – Foglio 1 – Pronta azione di responsabilità verso 5 ex amministratori – La «vecchia» Alitalia chiede i risarcimenti per il caro carburante – Causa da un miliardo contro Eni, Esso e Q8 – Gianni Dragoni – ROMA – I commissari straordinari della vecchia Alitalia hanno chiesto quasi un miliardo di euro di risarcimento danni all’Eni e, in solido, a Esso e Q8 per maggiorazioni di prezzo nelle forniture di carburante per gli aerei tra i1 1998 e il 2006 che avrebbero contribuito al dissesto. La richiesta è contenuta in due azioni depositate nei giorni scorsi al Tribunale di Roma. La causa più importante, per 907 milioni, riguarda i1 jet fuel, i1 principale accusato è l’Eni. I commissari fanno riferimento a1 cartello tra petrolieri già sanzionato dall’Antitrust nel 2096. I tre commissari, Stefano Ambrosini, Gianluca Brancadoro e Giovanni Fiori, nominati dal Governo Berlusconi l’8 agosto 2011, dopo le dimissioni di Augusto Fantozzi che era in carica dal 29 agosto 2008, stanno facendo partire anche altre azioni di risarcimento. C’è una richiesta di arbitrato internazionale Contro McKinsey, per una favolosa consulenza da circa 51 milioni di euro assegnata dall’ex a.d. Giancarlo Cimoli. A un anno e mezzo dall’insediamento, i professori Ambrosini, Brancadoro e Fiori spiegano in quest’intervista che hanno impostato i1 contenzioso con gli ex amministratori «ritenuti responsabili di atti di mala gestio» rivedendo l’impianto di Fantozzi. Il quale in un’intervista del 30 gennaio al Sole 24 Ore ha criticato i successori: «Forse sono in dopo che i giudici fallimentari 1i hanno invitati con ben sette provvedimenti ad essere più trasparenti e a fare meglio i1 loro mestiere». «L’iniziativa più rilevano – spiegano i commissari – è la costituzione diparte civile nel procedímento penale dinanzi a1 tribuna1e di Roma contro sette ex amministratori e dirigenti, per non meno di 745 milioni di euro richiesti». La Procura ha chiesto i1 rinvio a giudizio degli ex a.d. Cimoli e Francesco Mengozzi e altri cinque ex Alitalia. I commissari inoltre sono «presenti» nel giudizio della Corte dei Conti in appello per rìvalersi del premio di 750mila euro a Cimoli. Il profilo più delicato riguarda le azioni di responsabilità, verranno promosse contro 5 ex amministratori, Fantozzi le voleva fare contro 43 persone. «Lo stesso giorno in cui si è dimesso, il 18 luglio 2011, Fantozzi ha depositato al ministero dello Sviluppo – spiegano i commissari – una richiesta di azione di responsabilità che sarebbe stata promossa indistintamente, con una richiesta generica di risarcimento danni di 3,06 miliardi» «La ríchíesta di Fantozzi è stata bocciata dal comitato di sorveglianza. Secondo i nostri consulenti erano azioni destinate al sicuro insuccesso», precisa Brancadoro, aggiungendo: «Era un’azione contro l’universo mondo e todos caballeros, ci sarebbe costata 50-60 milioni, in caso di soccombenza nelle spese» missari hanno seguito una strada diversa: «Abbiamo fatto la richiesta píù elevata di danni costituendoci nel giudizio penale. Per i fatti che vanno oltre abbiamo fatto un’azione di tipo chirurgico: abbiamo depositato a1 ministero una bozza di atto di citazione per razione di responsabilità per 82 milioni, contro gli ex amministratori Cimoli, Mengozzi, Marco Zanichelli, Roberto Ulissi e l’ex presidente del collegio sindacale Bruno Steve». L’azione partirà dopo il via del ministero. Altro capitolo scottante, il pagamento dei creditori. Benché in cassa ci siano 436 milioni a 2012 (più 16 milioni all’estero), molti ancora aspettano. Spiega Fiori «Ci dicono che non paghiamo i creditori. Quando siamo arrívati l’8 agosto 2011, a quasi tre anni dall’avvio della procedura, lo stato passivo non era ancora stato reso esecutivo e ñnché questo non avviene per legge non si possono pagare i creditori, salvo casi eccezionali. Mancava 1a documentazione contabile, era in un magazzino a Budapest, abbiamo dovuto rimpatriarla. Lo stato passivo della società più importante, Alitalia Lai, è stato reso esecutivo dal tribunale solo nel dicembre 2011. A quel punto abbiamo comunicato a ognuno dei 23 mila creditori la sua posizione con raccomandate individuali, il tribunale non ci ha consentito di mettere un avviso sui giornali e farlo via internet, come per Bondi alla Parmalat. Così siamo arrivati a oggi. Il 30 gennaio abbiamo depositato i1 piano di riparto con il primo acconto di Alitalia Servizi, prevediamo di pagare il 50% dei crediti verso i dipendenti diversi dal Tfr, diamo 46,63 milioni. Entro i1 22 febbraio depositeremo quello di Az Lai, paghiamo tutti gli aeroporti e probabilmente un acconto sulle spettanze dei dipendenti diverse dal Tfr». Per sbloccare i1 Tfr, dicono i commissari, «c’è stato un lungo lavoro con l’Inps che era ancora alla penna d’oca. Insieme a1 vertice dell’Inps è stata messa in piedi una procedura automatizzata che sta consentendo a tutti gli ex dipendenti di ricevere le loro spettanze». Alle critiche di Fantozzi replica Brancadoro: «Siamo dispiaciuti delle critiche del noto tributarista Fantozzi. I giudici natura]mente in una sola occasione ci hanno sollecitato il deposito del piano di riparto, come poi sta avvenendo in questi giorni per Alitalia Lai ed è già depositato per Alitalia Servizi, ampiamente nei tempi tecnici ridotti all’osso e necessari. Natura1mente queste sono tecnicalità delle discipline concorsuali che possono sfuggire a chi non è del mestiere».



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram