Pubblichiamo dal Corriere della sera

Casini: in Puglia con il Pd, per noi è un test importante. Siamo equidistanti, a fine legislatura tireremo le somme di Paola di Caro
ROMA -Il segretario Cesa ha commissariato il responsabile cittadino del partito, Luca Ruffino, perché si è permesso di «utilizzare il nome dell’UdC» per esprimere sostegno a Guido Podestà alla provincia di Milano. E conta molto sul risultato dei ballottaggi in Piemonte, Lazio e Puglia, dove i centristi sostengono candidati del Pd. Ma Pier Ferdinando Casini nega che dietro l’atteggiamento dell’Udc ai ballottaggi ci sia l’imbocco di una via che porta all’alleanza con il centrosinistra: «Noi siamo equidistanti, e non possiamo dimenticare l’appartenenza al Ppe con il Pdl». Almeno finoo alla fine dell’anno, quando il congresso sarà chiamato a decidere le alleanze per le Regionali. Che dipenderanno da quali risposte Pdl e Pd sapranno fornire alle condizioni che pone l’Udc: niente «dipendenza dalla Lega» nel primo caso, nessuna «riedizione dell’Ulivo» nel secondo.

Presidente Casini, a Milano l’udc si è divisa.
«Niente affatto, c’è massima concordia tra dirigenti nazionali e periferici sul fatto che dare libertà di voto significa scegliere di votare chi si vuole, ma non sostenere l’uno o l’altro candidato usando il nome del partito».

Ma perché non avete sostenuto Podestà a Milano?
«C’erano elementi che ci potevano convincere a farlo, come la collaborazione positiva con la Moratti e Formigoni, ma ce n’erano di negativi, come la sempre maggiore incidenza della Lega nell’alleanza, simboleggiata dalla presenza di Podestà sul palco di Pontida con tanto di fazzoletto verde … ».

Però in altre realtà siete alleati con la Lega.
«In pochi casi, e quasi ovunque senza apparentamenti. La verità è che solo oggi alcuni, come Alice nel paese delle meraviglie, si accorgono che l’Udc non è più nel centrodestra. Nell’85% delle città dove si è votato siamo andati da soli. Molto è cambiato nella politica italiana, e l’Udc è un soggetto di centro, autonomo, che a fine legislatura tirerà le somme e deciderà come muoversi.

Vi rimproverano di approfittarvene, alleandovi con gli uni e con gli altri per trarre il massimo profitto .
«Scherziamo? Un conto è andare da soli, e sacrificando peraltro assessorati e posti di potere, altro è sterilizzare il nostro voto facendo un gran piacere a tutti gli altri. Eh no, noi vogliamo pesare, fare la differenza. Sarebbe stato da barzelletta fare gli alleati di comodo del centrodestra, con Bossi che dà le carte al Nord e noi che facciamo i donatori di sangue al Sud, peraltro per chi con le eccezioni di pochi come Bondi e Cicchitto ci attacca, ci insulti».

Insomma, con questo centrodestra non sono possibili alleanze strategiche?
«Con un centrodestra così squilibrato a favore della Lega, non si pensi che noi facciamo da ruota di scorta».

Con il Pd l’alleanza sembra più vicina.
«No, siamo equidistanti. In moltissime realtà il centrodestra, senza l’alleanza con noi, non avrebbe vinto. lo non vedo sbilanciamenti. In Piemonte, nel Lazio e in Puglia, dove il nostro rapporto con il centrodestra è conflittuale, abbiamo fatto scelte diverse».

In Puglia siete alleati quasi ovunque con il Pd, e D’Alema già parla di un possibile «Patto per il Meridione» tra il suo partito, «lo sud» e l’Udc. E’ nato il «laboratorio Puglia»?
«Tutto è laboratorio e niente lo è. Ma è vero che sono molto interessato a quel risultato. E devo dire che D’Alema in Puglia si è mosso bene, senza egoismi di partito».

Il congresso del Pd sarà importante per decidere come vi alleerete alle Regionali?
«Guardi, al momento chi capisce cosa sta succedendo tra loro è bravo … A me sembra di assistere solo a posizionamenti sulla base di personalismi, con Franceschini che cerca i voti a sinistra e Bersani a destra. E speriamo che non sia vero quello che alcuni dicono, che al congresso si assisterà all’ennesimo scontro tra Veltroni e D’Alema: sarebbe davvero l’asilo infantile».

Per fare un discorso serio con voi invece il Pd che dovrebbe fare?
«Dovrebbe archiviare totalmente e definitivamente la suggestione bipartitica, bocciata dagli elettori alle Europee e spero nel prossimo referendum. E chiudere la stagione dell’Ulivo. Perché una sommatoria di sigle delle più varie, un Ulivo-due con l’Udc dentro, è impensabile. La discontinuità è il presupposto di ogni rapporto».