Pubblichiamo da “Il Mattino”
«Piano per il Sud, pronti a dialogare ma la Lega va frenata. La classe dirigente del Mezzogiorno ha fallito»
di Antonio Troise
«Dialogare sul Mezzogiorno è un obbligo per tutti. Ma il governo deve scoprire le carte». Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, non nasconde la sua preoccupazione sul «peso» della Lega nell’esecutivo. Ma chiede che gli impegni siano messi nero su bianco. «Come sarebbe possibile opporsi alle buone intenzioni di chi annuncia un “new deal” per il Sud – riconosce nell’intervista al Mattino – Abbiamo tutti un desiderio: che si passi dalle parole ai fatti. Mi sembra, però, che Berlusconi sia più impegnato in una gigantesca propaganda mediatica che a mettere in piedi un progetto serio per il Meridione. Speriamo che tutto non si risolva nell’ennesima presa in giro degli italiani».
Ma siete pronti o no a discutere con l’esecutivo sul Sud?
«L’accordo è indispensabile. Però bisogna essere seri. Invece abbiamo assistito semplicemente alla rappresentazione mitologica di quello che il governo ha fatto. Forse ci sarebbe più da sorridere che da arrabbiarsi per un esecutivo che il giorno dopo contraddice quello che ha fatto il giorno prima. Basta pensare al caso delle badanti, o alle crisi di coscienza sulle ronde da parte dagli amministratori del centrodestra».
Insomma, non vi fidate?
«Non abbiamo preconcetti. Abbiamo votato a favore di Berlusconi sulle misure contro l’emergenza rifiuti a Napoli. Ma siamo stati i soli, in Parlamento, a denunciare l’enorme esproprio di risorse dal Sud al Nord che c’è stato in questi mesi. Il resto, lo ripeto, è solo folklore».
Si riferisce alla Lega?
«Voglio essere chiaro. Sono sinceramente convinto che Berlusconi abbia intenzioni buone per il Sud. Ma è la Lega a dettare i ritmi e l’agenda del governo, influenzando non solo la maggioranza ma anche l’opposizione. Il caso più emblematico è quello del federalismo. Solo noi ci siamo opposti a questa finta riforma che è uno spot per Bossi e che rischia di dare un’amara sveglia al Mezzogiorno quando ci saranno i decreti attuativi. L’Italia dei Valori ha votato a favore e il Pd si è timidamente astenuto».
Possibile che il Carroccio eserciti tutto questo fascino?
«Non c’è da meravigliarsi: quando Berlusconi stabilì che l’unico alleato ammesso era la Lega, molti sottovalutarono il significato di quella scelta. Che si è tradotta in una sovranità limitata degli altri partiti della coalizione».
Torniamo al Mezzogiorno. È vero che le risorse sono state tagliate. Ma il governo accusa le regioni di non saper spendere.
«La scusa non regge. Il fatto che ci sia un’inefficace qualità della spesa non giustifica il dirottamento delle risorse al Nord».
Però dimostra i limiti della classe dirigente del Sud…
«Dobbiamo dirlo senza esitazioni: questa classe dirigente ha fallito e merita una condanna senza appello. Così come va bocciato quel partito del Sud invocato proprio da coloro che sono responsabili del grande spreco di risorse. Qualsiasi politica a favore del Sud deve partire da un processo di autocritica. Non si possono chiudere gli occhi davanti a realtà come la Calabria o la Campania dove lo Stato è stato costretto a svolgere un ruolo di supplenza. O la classe dirigente meridionale si sveglia, riesce a isolare i fenomeni criminali e diventa protagonista di un nuovo meridionalismo. Oppure, come si dice, chi è causa del suo mal pianga se stessa…»
Nel piano c’è anche un’agenzia per il Sud guidata direttamente dal premier. Cosa ne pensa?
«Vedo con preoccupazione la creazione di nuove strutture, mi fanno paura questi nominalismi propagandistici. Con i meccanismi ordinari si possono raggiungere buoni risultati. Ci manca solo un nuovo carrozzone…».
E l’ipotesi delle gabbie salariali?
«In linea teorica, si può ragionare sulla possibilità di introdurre indici di carattere territoriale che vadano a formare la base retributiva. Ma non si può dimenticare che i cittadini meridionali devono fare i conti con un contesto dove le infrastrutture sono insufficienti e i servizi sono scadenti rispetto a quelli del Nord. Un gap che non può essere compensato dall’ipotetico vantaggio di un costo della vita più basso. Senza considerare il fatto che le famiglie che assolvono anche a un ruolo di ammortizzatore sociale. Prima di parlare delle gabbie bisognerebbe risolvere questi problemi».
Che cosa pensa, invece, della Banca del Sud?
«Sono un grande assertore del movimento cooperativo e del ruolo che può essere svolto dalle casse rurali. Ma dubito che un’iniziativa così ambiziosa possa camminare solo su queste gambe. Speriamo solo che non resti un biglietto da visita senza contenuti».
Ma allora qual è il vostro piano?
«Non abbiamo ricette. Il piano Marshall per il Sud, va bene. Così come l’elenco delle priorità. Ma ora bisogna passare alle scelte concrete»
Può dare qualche suggerimento?
«Si punta sull’innovazione. E allora, perché non si creano tante ”Silicon valley”, dei distretti tecnologici in cui ci sia un gigantesco incentivo fiscale? O, ancora, si parla di fiscalità di vantaggio: riduciamo le tasse per chi investe o assume nel Sud. Infine, il turismo. Abbiamo una rete di porti turistici indecente da Napoli in giù. Perché non lanciare un grande piano in questo settore? Ma qualsiasi progetto non può che partire da una determinazione ancora maggiore per combattere la criminalità. Guai ad abbassare la guardia su questo fronte».
La lega nord è nata per coprirsi i loro panni sporchi, perchè se veramente esistesse la padania verrebbe tutto galla e fallirebbero subito, ma loro lo sanno è tutta una messa in scena, senza il sud non potrebbero nascondere le loro nefandezze che fanno al nord. In effetti Bossi l’altro giorno aveva dichiarato: ” A noi senza l’imprese del sud non potrebbero neanche lavorare le imprese del nord ” Se per ipotesi tutti gli altri partiti decidessero: “ma si diamo ragione alla lega facciamoci fare la padania”,loro sarebbero i primi a rinunciare subito, anzi faccio un appello a tutti gli altri partiti volete far fallire la lega cambiate la costituzione e fattegli fare la padania, vedrete cosa succede !
quando si fa riferimento ala clasee dirigente è bene consioderare anche quella che non ha governato ma aveva il dovere di controllare ma evidentemente ha controllato poco….poi se si vuole prendere il posto della Lega nel Governo lo si dica chiaramente è inutile girarci intorno…lo sforzo dovrebbe essere quello di essere alternativi al Governo nel suo complesso visto anche che il principale bersaglio rimane il Preseidnete del Consiglio….Doemnico SAVINO
Sono esattamente d’accordo con l’on. Casini. La chiave per la rinascita del sud sta proprio in un piano di infrastrutture di cui tutto il meridione ha disperato bisogno da anni. Perchè darebbe ossigeno alle aziende del sud e permetterebbe ai giovani di restare nella loro terra oltre che mettere in sesto una volta per tutte le arterie di trasporto, da cui dipende in maniera forte l’economia di queste terre, il commercio e il turismo che è una grandissima risorsa.
Aggiungo che assieme a questo contributo, dovremmo esigere dal governo uno scrupoloso controllo nella gestione di questi fondi, affichè essi non vengano sperperati come da anni succede, per milla motivi. Quando critichiamo l’inadeguatezza della classe dirignete nel sud, dobbiamo fare in modo che essa si possa rinnovare, fornendo degli strumenti che mettano in luce le reponsabilità degli ammiistratori locali nella gestione dei soldi pubblici.