postato il 13 Luglio 2010 | in "Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Progetto Citylife: vedrà mai la luce?

di Gaspare Compagno

Con le ultime vicende legate all’Expo 2015 che hanno evidenziato i problemi che sta incontrando, ci si chiede se anche l’altro grande progetto milanese, il Progetto Citylife, vedrà mai la luce.

Ma cosa è esattamente questo Progetto Citylife?

Sostanzialmente si tratta di un progetto di riqualificazione di parte del quartiere storico della Fiera di Milano, ed è nato nel settembre 2005, quando l’Amministrazione Comunale di Milano ha adottato il Piano Integrato di Intervento che, oltre all’area di trasformazione di circa 255.000 mq, prevede la risistemazione di aree comunali esterne al perimetro del polo fieristico urbano, tra cui piazza Giulio Cesare e gli spazi circostanti il Vigorelli, per una superficie complessiva di circa 366.000 mq, per intenderci una estensione tripla rispetto a Potsdamer Platz a Berlino e di poco superiore a quella di Canary Wharf a Londra.

Stando al progetto originario sono previsti parchi, un grande centro culturale per bambini (Palazzo delle Scintille), un nuovo Museo e la ristrutturazione e trasformazione, a cura dell’Amministrazione Comunale, dello storico velodromo Vigorelli, ma quel che caratterizza maggirmente il progetto è l’edificazione di tre grattacieli firmati dagli architetti Hadid, Libeskind e Isozaki.
In seguito all’aggiudicazione della gara per un controvalore di 523 milioni di euro, è stata costituita la società CityLife, partecipata da Generali Properties, Gruppo Allianz, ed Immobiliare Milano Assicurazioni (Gruppo Fondiaria-SAI) sotto la presidenza del prof. Maurizio Dallocchio.

Il progetto sembrerebbe quindi non avere impedimenti, eppure i problemi non mancano, tanto che c’è chi mormora che si potrebbe avere una clamorosa riduzione di tutto il progetto.

Che tipo di problemi? Il primo riguarda la prenotazione e la vendita degli spazi che si verranno a creare: al momento la vendita dei futuri uffici è talmente bassa (a causa della crisi economica è la motivazione ufficiale), che la società ha chiesto al Comune il permesso di cambio di uso per i grattacieli. Uno dei tre grattacieli, la contestatissima torre «gobba» di 35 piani e 170 metri d’altezza progettata da Daniel Libeskind, potrebbe essere destinato esclusivamente ad appartamenti e hotel. La decisione è subordinata anche alle decisioni di Palazzo Marino, che esaminerà nei prossimi giorni la richiesta di cambio di destinazione d’uso avanzata dalla società. Inizialmente si pensava di destinare un 55% della metratura complessiva di CityLife al residenziale e un 45% circa a uffici e terziario; ora, in seguito alla crisi, la proporzione è cambiata e si è su un 70% per gli appartamenti e un 30% circa per uffici e attività commerciali.

Un altro problema è il finanziamento dell’operazione che, a causa della crisi internazionale, ha avuto alcuni problemi che pare siano stati risolti con gli accordi con le banche per il finanziamento dell’opera (per un totale di 1,4 miliardi di euro, mostrando quindi che il valore si è quasi triplicato dalla gara iniziale) e che ha visto nell’accordo la partecipazione di: EuroHypo come banca agente, e Banca IMI, Banca Popolare di Milano, Crèdit Agricole, Mediobanca e Unicredit (casualmente banche fortemente coinvolte negli affari di Generali e Ligresti) come erogatrici del finanziamento. Contemporaneamente hanno dato anche una risistemata all’azionariato: esce Toti (20% circa) e la sua quota verrà acquisita per due terzi da Generali e per un terzo da Allianz, mentre la Fonsai di Ligresti, pur garantendo pro quota il piano di finanziamento e l’ equity necessario, resterà ferma al 27% e avrà un’ opzione per vendere a Generali entro settembre 2011, assicurandosi quindi una via di uscita qualora il progetto riuscisse a mantenere le sue prospettive di guadagno.

Un terzo problema è rappresentato invece dai cittadini milanesi, che in sempre maggior numero (circa due cittadini su tre), protestano contro il Progetto Citylife e contro il Piano di Governo del Territorio (PGT) del comune di Milano che prevede un drastico aumento dei grattacieli e delle costruzioni edili, ed una riduzione dei parchi milanesi. Problema questo molto sentito, se la società Citylife ha deciso di rivedere il disegno originale del Palazzo delle Scintille per una nuova versione più rispettosa della costruzione originaria, mentre la società aspetta il risultato dei sondaggi presso i Milanesi, per capire se l’architettura dei tre grattacieli sia gradita o meno. In questo momento parrebbe di no, se finora sono stati venduti solo 80 appartamenti su 1100-1200 appartamenti in totale.

Dai numeri, pare di capire, che fosche nubi si addensano sull’intero progetto, che rischia di essere il secondo flop dopo la pessima gestione, evidenziata finora, del progetto EXPO 2015.

9 Commenti
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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Gentile signore, leggendo il suo articolo, mi pare di aver capito che neanche il cosmopolita popolo milanese ami i “megaprogetti”. Tengo a precisare che io sono una cityenne del profondo sud, quindi mi si può rispondere che non capisco nulla della fiorente classe finanziario/politica del grande nord… e sarebbe anche vero! Ma un parere, malgrado i miei limiti, lo vorrei dare.
La diffidenza del “popolo milanese” nei confronti di un megaprogetto può avere diverse motivazioni:
1) la crisi economica che si sta attraversando… quella che il cav. defininisce già passata e messa alle spalle, con un parere sommario che assolutamente non viene condiviso dalla gente comune: alla gente comune, dal lattaio al panettiere, dai negozi grandi firme ai megamarket plurifunzionali, dall’impiegato della PA all’operaio in attesa di lettera di licenziamento, vuole che interessi un mega progetto? alla gente comune interessa sapere solo se avranno i soldini per poter apparecchiare “un minuscolo desco”… loro con il grande progetto ci fanno la birra!;
2) poichè la crisi, se non quella economico/finanziaria già superata, secondo il cav., ma la crisi occupazionale è ancora nel vivo, ma non arriva al punto di ottundere i cervelli dei milanesi, questi sanno benissimo che i megaprogetti troppo spesso nascondono forme di riciclaggio di denaro, con le conseguenti infiltrazioni della malavita organizzata, per cui storcono il naso… e magari non avrebbero torto;
3) il megaprogetto porterà “relativamente” nuova occupazione per i bisognosi/disoccupati, perchè ormai è risaputo che la grandi ditte, le grandi banche, i grandi nomi, ecc. pretendono solo di aumentare in maniera esponenziale i loro investimenti, per cui avranno l’accortezza di usare manodopera di basso livello, sottopagabile, e, perchè no?, anche in nero.
Io credo quindi che il referendum che chiede ai milanesi “un’approvazione” del megaprogetto sia destinato a fallire.
Anche questo deriva da una situazione, questa volta politica, dell’amministrazione milanese: quando a gestire la “res publica” milanese (ma questo può anche essere allargato a livello nazionale) ci si mette una persona che risponde al nome Moratti… un nome , una garanzia!, è chiaro che questa persona, dall’alto della sua torre d’avorio, non riesca a vedere il malessere dei cittadini comuni… ha lo sguardo rivolto all’orizzonte, non verso il basso… e anche se, per caso, le arrivasse all’orecchio un brusio di malcontento, inviterebbe i suoi concittadini a continuare a tenere la testa china a lavorare mentre lei pensa alle magnificenze progettate, da progettare…

gaspare
gaspare
13 anni fa

ciao citoyenne, come sai sono palermitano… quindi anche io del profondo sud.
E passiamo ai tuoi punti:
1) crisi finita o no? sinceramente non credo proprio. Sulle affermazioni del berLOSCO…. pardon del berlusca… trovo illuminante questo mio articolo con tutte le sue dichiarazioni: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/05/25/la-crisi-c%e2%80%99e-non-c%e2%80%99e%e2%80%a6-purtroppo-non-sparisce-a-comando%e2%80%a6/

mentre sul desco, invito a leggere questo mio articolo: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/07/07/le-famiglie-diminuiscono-i-consumi-ora-si-taglia-anche-sul-cibo/

2) che ci sia un pericolo di riciclaggio, è palese.

3) i megaprogetti (perchè sno più di uno e sono da vedere correlati tra di loro: citylife è da vedere correlato al progetto Porta NUova e soprattutto all’EXPO 2015) darebbero anche nuova occupazione, se solo partissero. Ma se andiamo a vedere l’expo 2015 (altro mio articolo: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/06/24/stanca-si-dimette-dallexpo-2015-basse-manovre-o-mancanza-di-idee/) si vede che il progetto è ancora fermo. Anzi, ora Sala, nuovo amministratore, dice che presenterà il progetto expo tra 6 mesi. E intanto devono ancora decidere dove fare l’expo.

Infine, che ci siano milanesi a cui il progetto piacerebbe o piacerà, non c’è dubbio, ma ci sono anche molti milanesi che con questo progetto storcono la bocca: soprattutto considerando che il famoso polmone verde che doveva essere focale del progetto citylife, è stato pesantemente ridotto.

gaspare
gaspare
13 anni fa

infine, cara citoyenne, conoscendo i tuoi gusti, ti invito a legger eun mio articolo sul nuovo condono edilizio che il caro berLOSCO…pardon Berlusca….. vuole lanciare: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/06/21/verso-un-nuovo-condono-edilizio-labuso-definitivo/

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Ho avuto modo di leggere gli articoli postati nel tempo, ad ognuno ho dato una risposta… mia. Avevo un caro cognato, che rimpiango sempre che mi chiamava “lotta continua”! Sono sempre la stessa.

Non posso che compiacermi della conterraneità, così sul motivo di “Basta che ce sta ‘o sole, basta che ce sta ‘o mare”, potremo concludere questo canto con: “simme sudice (del sud) paisà”.

Un simpatico saluto. Una citoyenne

gaspare
gaspare
13 anni fa

riungrazio per il simpatico saluto…

e se ti sono piaciuti, falli girare… perchè la gente deve anceh rendersi conto delel magagne che spesso non finiscono sui telegiornali.
ad esempio il condono o questo di citylife o dell’expo.

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Lei, come un altro frequentatore del blog, mi chiedete di farli girare… (sapeste come girano a me… , ma sono altre cose. Perdonate la volgarità!) ebbene non so come si fa per farli girare, io sono vecchiotta e mi sento novella Anita per essere in grado di far quello che faccio. Dovreste darmi delle istruzioni “per l’uso”.
Una citoyenne

gaspare
gaspare
13 anni fa

basta linkarli anceh su facebook, nella sua pagina facebook…

citylife
citylife
13 anni fa

Constatiamo diverse imprecisioni nell’articolo “Progetto CityLife: vedrà mai la luce?” per cui ci sembrano doverose alcune precisazioni ad uso dei lettori di questo blog.
In primo luogo, diversamente da quanto si afferma, la prenotazione e la vendita degli spazi ad uso uffici e terziario non è ancora cominciata. CityLife ha comunque gia’ ricevuto diverse manifestazioni di interesse da parte investitori internazionali.
La variante, già deliberata dal Comune di Milano, relativa a una possibile destinazione di una delle torri a funzione ricettiva/residenziale introduce una flessibilità maggiore nell’ambito della progressiva definizione del progetto, che non può non tenere conto delle tendenze del mercato immobiliare. Con ciò non è detto che tale flessibilità d’uso verrà effettivamente esercitata.
In secondo luogo, come comunicato il 29 giugno, è confermata la sottoscrizione del nuovo contratto di finanziamento da 1,4 miliardi di Euro con il consorzio di banche di cui Eurohypo è banca agente e che vede la partecipazione di Banca IMI, Banca Popolare di Milano, Crédit Agricole, Mediobanca e Unicredit. Il finanziamento e’ in grado di assicurare la totale copertura delle opere previste dal progetto, consentendo di procedere più speditamente nella realizzazione delle stesse. A cio’ si aggiunga che le tre più importanti compagnie assicurative in Italia, socie di CityLife, hanno deciso di confermare o di aumentare il loro impegno nella compagine azionaria della società. Generali Properties e Allianz sono infatti subentrate nella quota già detenuta da Lamaro Appalti, portando la loro partecipazione rispettivamente al 41,3% e al 31,5%. Immobiliare Milano Assicurazioni (Gruppo Fondiaria-Sai) mantiene il 27,2%.
In particolare l’interesse di Generali per CityLife e’ ulteriormente confermato dalle dichiarazioni rese dall’AD Perissinotto al Corriere della Sera http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/14/Generali_pronti_salire_Citylife__co_9_100714039.shtml
Per quanto concerne la vendita delle parti residenziali, gli appartamenti al momento in vendita sono 480 sul totale. Di questi sono stati venduti piu’ di 90 appartamenti. Numerose sono inoltre le trattative in corso.
Da ultimo, basta affacciarsi sull’area dai quartieri circostanti per osservare che il cantiere sta procedendo senza sosta. Confermiamo che CityLife è ben determinata a terminare i lavori per il 2015.

Ufficio Stampa CityLife

gaspare
gaspare
13 anni fa

Per quanto riguarda il primo punto da voi precisato, noi abbiamo registrato quanto dichiarato in una autorevole intervista al Corriere della Sera, dall’Amministratore delegato di Citylife, Claudio Artusi, che in data 18 maggio manifestava la sua preoccupazione sulla difficoltà della vendita dell’immobile a destinazione ufficio (articolo: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_maggio_18/citylife-piu-case-che-uffici-1703040027460.shtml ).



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