postato il 14 Settembre 2010 | in "Esteri, Interventi, Politica"

Peschereccio mitragliato, il governo riferisca al più presto


Quello che è accaduto ieri al peschereccio di Mazara, mitragliato da una motovedetta libica, è un episodio gravissimo e inquietante, una pagina buia della nostra politica estera.
Già il leader maximo della Libia, durante la sua visita a Roma, ha dato uno spettacolo che ha profondamente sconcertato tutti i cittadini italiani. E li ha sconcertati perché è vero che per un Paese come l’Italia sono importanti i rapporti di buon vicinato, ma niente autorizza chi viene da noi a dar vita a sceneggiate squallide che nulla hanno a che fare con il rispetto della dignità nazionale di un Paese in cui si viene in visita di Stato.
Dopo questo danno, ieri è stato il momento delle beffe. Il danno della visita è stato spiegato dagli illustri conoscitori di politica estera come un prezzo minimo da pagare per il nostro Paese per avere il controllo del mare, per avere la collaborazione delle autorità libiche.
Ma quello di ieri è stato un episodio gravissimo, inquietante perché a bordo della motovedetta c’erano militari della Guardia di finanza.
Credo che raramente nella storia ci sia stato un episodio di questo tipo.
Chiediamo a questo punto una discussione in Aula sul trattato con la Libia, che l’Udc non ha votato perché è un trattato che non vede la premessa di un momento di collaborazione e di pacificazione, ma solo un pericoloso cedimento agli umori di un regime.
Infine, rivolgo la solidarietà mia e di tutto il partito a coloro che erano a bordo dell’imbarcazione italiana mitragliata, ai loro familiari, e anche agli uomini della Guardia di Finanza che si sono trovati in una condizione di grande disagio professionale e umano.

Pier Ferdinando

4 Commenti
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13 anni fa

[…] Per approfondire consulta articolo originale: Peschereccio mitragliato, il governo riferisca al più presto … […]

Estremo Romagna
13 anni fa

Ecco la ricompensa per noi ” pettinatori di cammelli”. Non ci siamo..

francesco (aq)
francesco (aq)
13 anni fa

Questi sono i risultati di una politica spicciola,di facciata,di chi confonde gli affari industriali con gli affari di stato.

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno
Mi chiedo: e se, per caso, ci fosse scappato il morto, che cosa avrebbe detto il ministro degli esteri Frattini? A chi ne avrebbe attribuito la responsabilità? Ai libici? Ai militari italiani presenti sul motoscafo libico (dono degli Italiani)? O, come ha già fatto, avrebbe attribuito la colpa ai suoi connazionali, con la scusa delle acque extraterritriali? Limiti territoriali ed extraterritoriali che la Libia disconosce!
Io l’avrei visto come un omicidio di stato! Come omicidio di stato è stato il suicidio del giovane palermitano senza prospettiva di lavoro! Riporto qui di seguito la notizia data dall’ANSA:

Dottorando si suicida all’università, “per me non c’è futuro”
Cercava lavoro per sposarsi. I genitori, “un omicidio di stato”
14 settembre, 19:39

ROMA – “La storia di questo ragazzo mi fa venire i brividi. E’ presto per commentare questo gesto. Quando uno decide di togliersi la vita è possibile che ci siano un milione di cose in mezzo”. Simone Canese ha 41 anni, è di La Spezia, nel curriculum una laurea in Scienze Biologiche e un dottorato in Scienze Ambientali a Genova. Così commenta la morte di Norman Zarcone, il dottorando siciliano di 27 anni che si è suicidato ieri gettandosi da un terrazzo della facoltà di Lettere di Palermo.

Canese è un ricercatore precario dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), lo è da cinque anni, da 11 è a Roma, è uno dei 100 studiosi che un anno fa, sotto Natale, occuparono il tetto del loro Istituto per due mesi, protestando contro i tagli del Governo alla ricerca, che avrebbero significato l’addio a quei 1200-1300 euro al mese che costituiscono la busta paga. “Se quello che spende il Governo per la ricerca è sempre di meno – dice – poi ha poco da dire parole. Tutti noi ricercatori, noi precari passiamo attraverso questa esperienza per la quale é passato questo ragazzo siciliano. Molti di noi mettono tutto quello che loro hanno nello studio. Molti di noi ci si dedicano più che al 100%. Quando poi tutto questo 100% ti manca, è logico che vai in crisi”. Ora, lui come altri, ha avuto il rinnovo di un contratto a tempo determinato per tutto il 2010. Ecco che quindi fra tre mesi si ritroverà nella stessa situazione di un anno fa.

“Fra tre mesi – prosegue – si ripresenta il solito problema, e sicuramente in maniera più grave, perché di anno in anno i tagli che stanno facendo sulla ricerca sono sempre di più. Questo vuol dire che ci sono meno soldi per la ricerca, meno soldi per i contratti, soldi per le assunzioni non ce ne sono, la situazione è complicata. Adesso a dicembre si presenterà il nodo, penso, per un centinaio di persone, 100-150. Però molti sono quelli che sono andati a casa già nel giugno 2009 e non sono rientrati, dopo 10-15 anni di precariato. Molti dei miei colleghi, pur precari, hanno ruoli internazionali riconosciuti da varie parti. Questo perché il fatto di essere un precario, di avere un contratto a termine, non pregiudica la carriera. La cosa brutta è quando ti dicono che il lavoro che fai, che tutto l’impegno che tu hai messo per anni non serve a nulla. Anche noi sul tetto abbiamo avuto momenti molto duri. Dopo 60 giorni di tetto molti ragazzi erano stanchi e provati psicologicamente. Questo però è stato poco visibile”

Il fatto che venga riportato il commento di un precario, tale Canese, ci dice qualcosa?
Presidente faccia anche questa interrogazione, seguita dalla seguente proposta: il governo ha il dovere di assumersi tutte le responsabilità per i suicidi motivati da questa realtà che sta contribuendo a peggiorare; il governo si devee assumere tutte le responsabilità per le morti bianche, visto che la sicurezza sul lavoro, per il ministro Tremonti, è solamente un optional.
Tutto questo mentre i media ci aggiornano sulle lacrime della strapagata Clerici alla prova del cuoco! Vergogna!
Perdoni lo sfogo, ma il suicidio di questo ragazzo e la terrificante, dolorosissima lucidità di quei genitori, questa mattina mi hanno sconvolto.
Una citoyenne



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