postato il 30 Novembre 2009 | in "Giovani, Lavoro e imprese"

Meritocrazia? “Per i nostri figli una situazione preoccupante”

Il mio ufficio ideale, foto di Zu78In Italia c’è una situazione molto preoccupante e tanti ragazzi che oggi lasciano il nostro Paese non ci torneranno più. Stiamo vivendo una situazione epocale drammatica: dalla situazione demografica al debito pubblico ci sono dati esplosivi, per non parlare dell’arretratezza del processo di modernizzazione. C’è una situazione di disagio sempre maggiore che tutti i genitori sentono nei confronti dei propri figli. L’avverto io stesso per le mie figlie. Quelli, come me, che oggi sono cinquantenni, hanno avuto la fortuna di nascere dalla parte giusta, di vivere in un sistema che ci ha garantito libertà, democrazia, sviluppo economico, mentre oggi sono molto preoccupato per la situazione che si è creata”.

Pier Ferdinando Casini

 

Meritocrazia, riflessioni sulla lettera di Pier Luigi Celli

Giovani, futuro e meritocrazia. Un tema sempre attuale quando ci si trova ad analizzare le prospettive lavorative che il nostro Paese è in grado di offrire. Un discorso difficile tanto più in un anno in cui la crisi economica ha fatto migliaia di “vittime” lavorative, in particolare giovani precari.

Parla di meritocrazia la lettera inviata da Luigi Celli (direttore generale della Luiss) a Repubblica : parole rivolte al figlio (anche simbolicamente), con le quali sottolinea l’immobilismo della nostra società, la mancanza di meritocrazia e opportunità, con conclusivo invito ad andare all’estero: “Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita” scrive Celli.

E puntuale si riapre il dibattito. Il nostro è un Paese che non premia il merito? Quanti giovani laureati sono stati costretti, dopo aver ostinatamente cercato un lavoro, a fare le valigie per l’estero? E la politica cosa fa?
Il tema del merito è al centro delle attenzioni dell’Udc, che ha istituito un dipartimento per il merito, per promuovere l’applicazione e la cultura del merito nel mondo del lavoro e della politica.

Più volte Casini ha sottolineato l’importanza del collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro, la necessità della creazione di condizioni per fare in modo che la flessibilità non si trasformi sempre più in precarietà, come in questa intervista che riproponiamo.

11 Commenti
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Maria Concetta Valentini
Maria Concetta Valentini
15 anni fa

sono una mamma divorziata e disoccupata che fa anche da padre a due figli.Il maschio di 28 anni iscritto all’Università di PZ con notevole profitto è stato costretto a lasciare l’università per problemi esclusivamente economici,e la ragazza di 25 dopo un anno nell’esercito,con un elogio,la stecca e l’attestato OSA l’hanno mandata a casa.Entrambi bravi ma privi di raccomandazioni.Ora vogliono andare via perchè dicono che non c’è di che lavorare.Sono ITALIANI!!!!.Vi sembra giusto?E tutto il loro merito?????????????

orazio
orazio
15 anni fa

Siamo il Paese con la piu’ bassa mobilita’ sociale e ad alta vocazione familiarista.Non e’ tollerabile:servono riforme strutturali.

Niccolò Susini
Niccolò Susini
15 anni fa

Purtroppo l’Italia è un paese di caste. La situazione è drammatica per le nuove generazioni di lavoratori. Il tema sulla meritocrazia è uno dei capisaldi del programma dell’Unione di centro. Il Governo attuale non può rimanere indifferente di fronte a questa vicenda anzi prenda provvedimenti per evitare, che molti giovani “cervelli” per ottenere maggiori opportunità lavorative emigrano in altri paese europei e non.

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

L’Italia è un Paese che ha bisogno di rimettersi in cammino, ma, per farlo, ha bisogno di riforme strutturali importanti.
Queste dovranno puntare sui giovani, la meritocrazia e la ricerca scientifica.
Per questo è importante vedere che noi giovani non siamo soli, vedere che c’è qualcuno che si interessa concretamente a noi e al nostro futuro come l’UDC!
Marta

Filippo
Filippo
15 anni fa

Riprendiamoci la bandiera della legalità e del rispetto delle regole. La nostra proposta sul legittimo impedimento “legitima” solo, come dice Fini, le ambizioni da imperatore romano al di sopra della legge di Berlusconi.
La situazione non è buona. Non diamo appigli a chi vuole l’imbarbarimento della nostra società, dove ci sono le regole per il popolo e quelle per i potenti. A questo punto anche il popolo cercherà di farsi le norme per sè. Riflettiamo su questo.

Mimmo da Ardore (RC)
Mimmo da Ardore (RC)
15 anni fa

Le valigie le fanno soprattutto i giovani del Sud !
Se un’auto fora una gomma, la cosa più logica e immediata è quella di intervenire su quella gomma piuttosto che risolvere il problema in qualsiasi altro modo.
Se il problema dell’Italia è il Sud perché ci ostiniamo a trascurare il Mezzogiorno, pensando solo al Nord ?
L’Italia sarà sempre un’auto con una gomma forata se non sviluppiamo il Sud !!!

Di seguito riporto le parole di un economista della LUISS:
“Sono ormai anni che si dice che il problema del Sud è una vera emergenza nazionale!
In effetti il divario tra le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno negli ultimi 20 anni si è ampliato anziché ridursi.
Se poi andiamo a leggere la classifica delle regioni dell’Europa dei 15 troviamo che le regioni del Mezzogiorno sono precipitate agli ultimi posti di questa classifica.
In effetti ormai fare l’imprenditore al Sud è diventato una vera sfida. Le imprese pagano più o meno le stesse tasse che si pagano al Nord, ma devono fronteggiare una burocrazia meno efficiente, infrastrutture che non ci sono, la criminalità organizzata e addirittura devono pagare tassi di interesse più alti.
Una ulteriore conseguenza di tutto ciò è che i migliori cervelli vanno via dal Sud, scappano e non tornano più nel loro Paese e si impoverisce anche di risorse umane.
Credo che sia tempo di fare un’agenda chiara per risolvere questi problemi e di cercare di fare in modo che le imprese tornino nel Sud, perché senza imprese il Sud non uscirà mai da questa situazione gravissima.”

Giovanni Fiori
Economista Università LUISS

“Il Punto” dell’economista Giovanni Fiori (LUISS)
Il video (dura 1 minuto) al link (al minuto 00:05:25)
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e6b340ff-7c43-466f-922c-d147a01cfbb7.html

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
15 anni fa

nel rapporto annuale Censis risulta che l’80% dei ragazzi fra i 15 e i 18 anni considera inutile per il proprio futuro l’andare a scuola…questioni di merito!!!

alberto.m
alberto.m
14 anni fa

io sono uno studente di giurisprudenza e vivo a palermo, non credo tanto che un sistema meritocratico possa risolvere del tutto questa situazione.il problema infatti è all’inizio.Chi è che dovrebbe stabilire chi è il più meritevole?e sopratutto come si puo ritenere che il curriculum ad es. universitario sia del tutto limpido(mi riferisco alle varie raccomandazioni per gli esami da sostenere ,o per amicizie o perchè si è figlio dell’altro proff etc.etc…..)
quindi magari chi non è figlio di “nessuno” e magari ha avuto una carriera universitaria non brillantissima non potrà mai fare nulla nella vita?!

MurgoloRoberto
MurgoloRoberto
14 anni fa

Ciao a tutti,
sono Roberto, ho 36 anni e vivo a Bari.
Vorrei raccontarvi brevemente la mia storia che unisce tre problemi oggi tanto discussi: “meritocrazia”, “riforma della giustizia “ e “disoccupazione”
Fino al 2005 avevo una mia azienda nel settore elettrico con 15 dipendenti ed un indotto di almeno altre 20 persone, nel mio piccolo riuscivo a “vivere e far vivere” oltre 30 famiglie. Siamo stati i primi in Puglia a progettare, a mettere in servizio e gestire impianti di produzione di energia elettrica da fonti alternative, e non mi riferisco a impianti fotovoltaici o eolici, ma a biomasse, es. sansa esausta, o biogas di r.s.u. (per capirci la puzza dei rifiuti).
Nel 2005 ho dovuto chiudere la mia azienda, con la grande beffa di aver vinto gare di appalto vinte per un valore di oltre 1ml di euro e non aver mai iniziato i lavori.
Da allora ho iniziato tutte le procedure legali per tentare di recuperare le penali dovute dagli enti per inadempienza contrattuale.
Dal 2005 ad oggi ho lavorato in piccole realtà locali rivestendo vari ruoli (nell’ultima i miei compiti oscillavano dal manovale al dirigente)
Oggi con una figlia di 18 mesi ed un figlio in arrivo sono disoccupato.

Non voglio lasciare la mia terra, ma cosa dovrei fare?

rosario
rosario
14 anni fa

Caro Presidente ma che Meritrocazia cortesemente veda un pò in Campania verso un call center di ARZANO dove vanno avanti solo le Figlie dei sindacalisti CISL, che fanno sindacato solo per fare assumere i parenti.
Saluti

trackback
14 anni fa

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