postato il 20 Novembre 2010 | in "+Nord, Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Marcegaglia e Bonanni dialogano all’Assemblea “-promesse +Nord” dell’UDC

I temi dell’economia tornano al centro del dibattito politico, rilanciati dai segnali davvero preoccupanti che provengono dal mondo produttivo: le imprese hanno il fiato corto, cala l’occupazione (380 mila unità in meno dal 2008 al 2009), gli investimenti crollano.

Nel pieno di una crisi che sta cambiando pelle ma che non ci ha ancora lasciato, il Nord produttivo del Paese soffre: con le sue aziende in liquidazione, le sue cattedrali della produzione della ricchezza costrette a tagliare dipendenti e forza lavoro. Dobbiamo constatare, seppur malvolentieri, che nessun territorio, nessuna comunità socioeconomica è immune dalla virulenza di questa crisi. A coloro che hanno a cuore la crescita del Paese preme che si riparta da qui: i centri produttivi del Nord, Milano, Torino, l’ex-locomotiva del Nord-Est hanno bisogno di risposte chiare, perché la “ripartenza” a cui si punta rappresenta a ben vedere la via d’uscita più convincente.

Responsabilità è la parola chiave. La rilancia in modo deciso il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che dialoga con il segretario della CISL Raffaele Bonanni, in un’affollatissima assemblea UDC dall’emblematico  titolo “-promesse, +Nord, per far ripartire l’Italia”, in corso in queste ore a Milano. Il leader degli industriali chiede alla politica un’attenzione puntuale alle questioni economiche, lasciando da parte l’interesse di facciata che tanta classe dirigente rivolge all’Italia che produce, in attesa di politiche economiche robuste.

Si parte dall’assunto che la politica ha un grande ruolo: può decidere le sorti della crescita di un Paese, legiferando pro o contro quella spina dorsale di piccole e medie imprese che ci  ha permesso di stare tra i grandi del mondo e che oggi si ritrova nella più grande incertezza, proprio nel momento più difficile. E l’incertezza si risolve con “un disegno politico serio”, per dirla con Emma Marcegaglia, e Raffaele Bonanni sottoscrive, soffermandosi sul ruolo del sindacato nei rapporti capitale-lavoro (il caso FIAT, rievocato dai due protagonisti dell’incontro, è emblematico, Bonanni critico, la Marcegaglia più comprensiva).

E parlando di lavoro è il tema della detassazione a tenere banco: il mondo sindacale ci ricorda che in Italia la pressione fiscale è ancora troppo pesante, mentre ancora libere da ogni imposizione sono le rendite finanziarie, come i guadagni in borsa. Contemperare le esigenze delle imprese e dei lavoratori per rilanciare la crescita è dunque la sfida che Confindustria e sindacati lanciano alla politica.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

2 Commenti
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13 anni fa

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luisella
luisella
13 anni fa

La sig.a Marcegaglia sa sicuramente che con la scusa della crisi, molte aziende, anche medio-piccole, hanno delocalizzato la loro produzione all’estero anche se il fatturato in Italia non era diminuito. Ci vuole più controllo sulla gestione di questi ultimi 2 anni in cui alcuni imprenditori hanno stornato capitali dalle proprie aziende per portarli all’estero e investirli non nell’economia ma nella finanza. (salvo poi ricorrere allo scudo fiscale e nuovamente immetterli nel circuito delle banche italiane che difficilmente concedono finanziamenti alle imprese in crisi)



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