Libia: l’Europa si svegli o avremo di fronte un altro Califfato
Il colloquio di Vincenzo Nigro con Pier Ferdinando Casini pubblicato su La Repubblica
“L’Europa si deve svegliare o avremo un Califfato anche alle porte della Sicilia: in Libia la mediazione dell’Onu deve essere dotata di poteri persuasivi più forti. Non basta una ‘testimonianza disarmata’ del nostro inviato speciale, Bernardino Leon. Bisogna dargli mezzi, prima che il contagio si estenda a paesi come la Tunisia”.
Il presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini sarà oggi uno degli ospiti italiani dell’Interparlamentare europea che si riunisce a Roma. “La Libia sarà uno degli argomenti principali, la nostra diplomazia parlamentare deve essere sempre più incalzante”.
Presidente Casini, di fronte al caos libico lei ha detto che quasi sarebbe stato meglio tenersi Gheddafi….
È ovvio che questo è un paradosso ma certo abbiamo prodotto troppi guai. Una volta che si decise di intervenire in Libia, la comunità internazionale e innanzitutto l’Europa dovevano continuare nella loro missione, politica e di sicurezza. Con l’Onu dal primo momento bisognava pensare a creare un quadro di garanzia per accompagnare la nascita vera e propria di uno Stato libico, per permettere alle fazioni e alle tribù di deporre le armi e iniziare a negoziare. Non avendo fatto questo abbiamo delle condizioni peggiori di quelle che garantiva Gheddafi: ma dobbiamo lavorare per cambiare le cose.
È ancora possibile fare qualcosa? Un intervento militare è possibile, è utile?
Quello che fu fatto nei Balcani negli anni ’90, quando la comunità internazionale accompagnò la ricostruzione politica con un’operazione di stabilizzazione militare, in Libia andava fatto nel 2011. Ma adesso un’azione di “contenimento militare” è indispensabile.