postato il 11 Dicembre 2012 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Le responsabilità della politica

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gianluca

Non ho mai parlato ne scritto di politica non perché disprezzi i leader, ma perché non ho mai sopportato la forma mentis di molti “militanti” che seguono come capre il loro capi di partito anche se questi cambiano le loro scelte politiche in funzione di accordi e alleanze che non hanno nulla a che fare con le esigenze reali della collettività.

Ora però che vedo con i miei occhi la difficoltà economica del nostro Paese, delle nostre aziende e dei nostri lavoratori, comprendo quanto le decisioni di un Governo possano condizionare la ripresa, se non altro influenzando il morale, che è la molla principale su cui agire per ottenere il meglio da tutti anche nei momenti difficili.

Qualche mese fa la nostra politica ha alzato le mani rispetto ad una problematica molto più grande delle parole, degli slogan, dei contrasti in tv e di quella fedeltà caprina di cui sopra. Qualsiasi scelta per migliorare le cose sarebbe stata impopolare per ogni schieramento e forse nessuno dei leader avrebbe avuto la credibilità necessaria per richiedere i sacrifici straordinari a cui è stata chiamata la popolazione.

Per tutti, destra e sinistra, la scelta migliore è stata Monti per analizzare la situazione ed iniziare una reazione che a qualsiasi costo avrebbe dovuto portare il culo del paese lontano dai carboni ardenti di un baratro finanziario.

A tutti noi è stata chiesta fiducia incondizionata e grandi, grandi sacrifici. Oggi, la politica dormiente esce dai propri sarcofaghi per rivendicare la propria importanza vitale in un Paese democratico, e con un colpo di spugna cancella la stessa fiducia che ci è stata richiesta a gran voce solo qualche mese fa. Quello che proprio non capisco è come dovremmo interpretare questi avvenimenti, come un atto di ammissione di colpa della politica, nel aver sponsorizzato persone sbagliate? Che i sacrifici richiesti non erano dettati dalle strategie più giuste per il nostro Paese e si è ritenuto quindi necessario non dare seguito al percorso iniziato dal governo tecnico? Si? No? In ogni caso non ho sentito da nessun politico un’assunzione pubblica di responsabilità rispetto a questo presunto “madornale errore di valutazione”.

O forse questa frettolosa chiusura delle porte sul naso di Monti è solo l’ennesimo gioco di una politica orgogliosa e capricciosa che non riesce a fare a meno di incrociare le corna pubblicamente per duellare all’infinito e screditarsi a vicenda per aggiudicarsi il trofeo del “male minore”.

Io non so se Monti ha fatto bene o male, ma di una cosa sono certo che avrebbe continuato nel bene o nel male ad agire nell’interesse del Paese, se non altro per un etica professionale legata al suo ruolo “non politico”. Sarebbe stato così antidemocratico lasciarlo lavorare quantomeno per verificare il risultato del suo operato? Sarebbe stato così male per tutti noi continuare ad assaporare il piacere di una migliore considerazione politica dell’Italia in campo internazionale?

Siamo sicuri che gli stessi politici che hanno alzato le mani difronte alle difficoltà, oggi con i compromessi per le coalizioni e le promesse pre-elettorali, non rappresentino un altissimo rischio di catastrofe per il nostro Paese?

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luisella
luisella
12 anni fa

Gianluca, sono convinta che il ritorno alla vecchia politica sarà una catastrofe. Devo dare atto che l’UDC è sempre stata coerente con le proprie idee, e l’essere al centro la sottopone a citiche di destra e di sinistra. Vedo che nei sondaggi, per quanto veritieri, il ns. partito non decolla, ma credo che, se adesso è difficile sostenere la politica dei sacrifici, domani con serenità si potrà riconoscere la coerenza e l’impegno mostrato. E’ molto più facile e redditizio urlare e sdegnarsi ( cioè spesso essere populisti), che lavorare per il bene e il futuro dell’Italia!



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