postato il 29 Aprile 2012 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

L’attualità del pensiero di Toniolo

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Il magistero ecclesiale ci ricorda che attraverso la venerazione dei beati e dei santi siamo incitati a ricercare la Città futura e attraverso la loro testimonianza ci è insegnata una via sicurissima attraverso la quale, tra le vicende del mondo, è possibile arrivare alla santità secondo lo stato e la condizione propria di ciascuno.

Ciò è particolarmente vero se consideriamo la vicenda umana e spirituale di Giuseppe Toniolo di cui celebriamo oggi la beatificazione. La straordinaria figura di Toniolo non ci sprona solamente, come credenti, a ricercare la Città celeste ma rappresenta una indispensabile testimonianza, specie per i cristiani impegnati nella società, per vivere al meglio ed edificare la Città terrena. Il fondatore della prima “Democrazia Cristiana” con l’esercizio eroico delle sue virtù non ci ha solamente testimoniato il Regno dei cieli ma ha anche disegnato, attraverso il suo insegnamento, una società che si regge sulla “buona politica” e la “buona economia”.

L’insegnamento di Toniolo non è stato prezioso solamente per i suoi contemporanei ma anche oggi, in tempi di crisi, può essere fonte di ispirazione per un profondo rinnovamento della società. Personalmente sono convinto che avesse ragione lo storico del cattolicesimo democratico Maurice Vaussard quando diceva che Toniolo “ha fatto per la gloria futura dell’Italia, più che due o tre generazioni di politicanti scalmanati, preoccupati di assicurarle innanzitutto il primato delle grandezze della carne”.

In tempi di fermenti sociali forti e a tratti violenti, in un contesto difficile per i cattolici, Toniolo seppe infatti parlare di cose che ai suoi contemporanei sembrarono frutto della mente di un visionario ma che per i più accorti, come il vescovo di Crema monsignor Carlo Dalmazio Minoretti, erano saggi consigli per l’avvenire e autentica profezia.

In altre parole Toniolo è un economista che, partendo da una lettura della questione sociale nel contesto a lui contemporaneo, vive una esperienza cristiana moderna. Questa esperienza cristiana moderna trova una traduzione pratica in un concetto, sul quale Toniolo insisterà molto, e che sarà l’architrave della moderna dottrina sociale della Chiesa: il bene comune.

Il bene comune per Toniolo è l’orizzonte della democrazia, poiché la democrazia è, secondo lo stesso Toniolo,“quell’ordinamento civile nel quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperanoproporzionalmente al bene comunerifluendo nell’ultimo risultato aprevalente vantaggio delle classi inferiori“.

Ma il bene comune è anche fine dell’economia nel pensiero tonioliano. Quest’ultima è un’assoluta innovazione nella storia del pensiero economico che è portatrice di una concezione sociale dello Stato, capace di temperare il liberalismo economico in nome degli interessi sociali delle categorie più povere. Toniolo individua, così, un possibile percorso che avrebbe tolto attrattiva allo stesso socialismo, in quegli anni in via di progressiva affermazione.

In Toniolo l’economia è infatti per l’uomo e non l’uomo per l’economia, così avviene anche per l’impegno politico: egli con il suo insegnamento e la sua azione ha promosso tra i cattolici una nuova cultura sociale, aiutandoli a superare un impegno limitato al piano caritativo-assistenziale, pur sempre necessario. La carità, per Toniolo, deve diventare “politica”, fondandosi sull’analisi delle dinamiche socio-economiche e su una conseguente progettualità che vada alla radice dei problemi.

“Cooperare per il bene comune” è la chiave del pensiero di Toniolo ed è anche un formidabile insegnamento per i cattolici che oggi vogliono impegnarsi in politica.

Nella presente congiuntura politico-economica la lezione di Toniolo è fondamentale. Istituzioni, forze politiche e parti sociali devono impegnarsi sulla via della cooperazione per il bene comune. L’esperienza del governo presieduto da Mario Monti va indubbiamente in questo senso: nato per un’atto di profonda responsabilità delle forze politiche l’esecutivo del professor Monti è totalmente impegnato in uno sforzo riformatore che ha il solo obiettivo di salvare questo Paese dalla catastrofe. Questo impegno riformatore è senza dubbio un impegno di cooperazione per il bene comune delle forze politiche e sociali che sentono il dovere non solo di evitare il baratro ma di dare speranza ai più deboli.

Recentemente il ministro Ornaghi ha sostato in preghiera presso la tomba di Giuseppe Toniolo a Pieve di Soligo. E’ un posto dove tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche dovrebbero andare non solo per rendere omaggio a questo grandissimo uomo ma per meditare le espressioni scolpite sul sarcofago. Da un lato in latino: “Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea”. Sono le parole del Salmo 39, dall’altro lato sempre nella lingua di Cicerone leggiamo: “Luce per i giovani – Sollievo per il popolo”. Queste frasi oltre che sintetizzare perfettamente i tratti della santità laicale di Toniolo sono un vero e proprio programma per i cattolici impegnati in politica.

I democratici cristiani sono chiamati sempre di più ad annunciare, e se il caso a lottare, per la giustizia, in particolare la giustizia sociale, che è, come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica il realizzarsi delle “condizioni che consentono alle associazioni e agli individui di conseguire ciò a cui hanno diritto secondo la loro natura e la loro vocazione”. Così la giustizia sociale si configura come l’unico criterio per determinare la bontà o meno dei vari sistemi economici e politici e delle stesse ideologie.

Ogni cattolico impegnato in politica e nel sociale ha così il delicatissimo compito di essere “sollievo per il popolo”, in particolare per le parti più deboli del popolo. Oggi tra le parti “deboli” dobbiamo purtroppo annoverare i giovani che pagano a caro prezzo i danni della crisi e la leggerezza delle generazioni precedenti. Toniolo fu luce per i giovani, in particolare per i suoi allievi, oggi noi tutti impegnati nella cosa pubblica, nel solco della testimonianza di Toniolo, non siamo solo chiamati ad essere luce ma anche a dare luce, con risposte, soluzioni e orizzonti di speranza.

Lasciamo che Toniolo continui a parlarci per lungo tempo, che alimenti il nostro studio e la nostra riflessione solo così potremo costruire un Paese migliore, una democrazia sana, una società più giusta.



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