La Marcegaglia: sbaglia chi afferma che andiamo meglio delle altre Nazioni
Anche Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, si accoda alle critiche che da quest’estate investono il mondo economico italiano e ha affermato testualmente: “Siano entrati nella crisi già in crisi e la percezione che abbiamo è che stiamo uscendo dalla crisi ancora con una capacità di crescita inferiore rispetto alla media europea”, e anzi aggiunge che non è vero che siamo andati meglio di altri paesi, ma che anzi siamo stati fortemente colpiti dalla crisi.
La sua affermazione segue, cronologicamente quanto già rilevato purtroppo da tutti gli italiani, ovvero che le cose non vanno come il governo afferma, ad esempio Bonaiuti ieri ha sostenuto che il Governo ha affrontato la crisi meglio delle altre nazioni.
Per smentire Bonaiuti basta considerare l’andamento dei consumi delle famiglie, o quello che affermano rispettivamente l’OCSE e l’altra grande istituzione internazionale il FMI che sostengono, dati alla mano, che la crescita dell’Italia sta ulteriormente rallentando, anzi si prospetta una diminuzione del PIL nel terzo trimestre, e che il 2011 vedrà una crescita asfittica per economia italiana, mentre le altre nazioni, soprattutto Germania e Francia, stanno accelerando e vanno molto meglio di noi.
La soluzione per rimediare a questa situazione la Marcegaglia la individua nelle riforme da effettuare in campo economico, e siamo perfettamente d’accordo, visto che da tempo denunciamo la mancanza e l’inerzia del governo che addirittura mantiene vacante da quasi 5 mesi il ministero per lo sviluppo economico, che dovrebbe risolvere moltissimi problemi, ad esempio basterebbe considerare la Fincantieri, la Tirrenia, la destinazione del sito industriale di Termini Imerese che nel 2011 verrà abbandonato dalla Fiat, giusto per citarne tre, ma i problemi sul tavolo sono numerosi a cominciare dalla piccola e media impresa del Nord, che paga pegno per l’assenza di un interlocutore presso il ministero.
E il governo che fa?
Per il governo, l’unica cosa realmente importante è stabilire chi governerà Unicredit, visto che la Lega ha focalizzato tutti i suoi obbiettivi nel controllo delle banche tramite la politica e le fondazioni bancarie, senza investire soldi, salvo poi accorgersi che a livello mondiale, quando si parla di finanza e di economia, contano i fatti e i soldi e non le parole, come si è accorto Bossi che, dopo essersi lamentato dei libici in Unicredit, ora teme che siano i tedeschi a controllare la banca.
Evidentemente la Lega non ha imparato nulla dalla sua gestione fallimentare della banca Credieuronord e forse dovrebbe comprendere che il ruolo della politica non è quello di gestire soldi e potere in maniera clientelare.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno
anche lei è un pò finiana, sveglia tarduccio…
non è il fatto di essere finiana o meno… loro sono imprenditori… che è come voler dire essere sindacalisti, ovvero non è compito loro parlare di politica, ma semmai di lavorare con qualsiasi governo.
Intendiamoci, la stessa cosa vale per i sindacati.
Solo che le riforme che ora confindustira e sindacati chiedono, potevano chiederle prima.