postato il 17 Dicembre 2011 | in "Politica"

La dichiarazione di voto sulla manovra del Governo Monti


L’intervento integrale

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, una delle caratteristiche delle società contemporanee del nostro tempo è quella, appunto, di divorare il tempo. Mass media, televisione, Internet bruciano in pochi minuti uomini ed eventi e tutti noi siamo spesso vittime di sorprendenti forme di amnesia.

Dimentichiamo, e dimentichiamo in fretta avvenimenti e fatti. Siamo in molti in quest’Aula vittime di amnesia. Molti si sono dimenticati come eravamo messi non qualche anno fa, ma qualche settimana fa e perché siamo arrivati in questa situazione, perché siamo andati a chiamare, tutti insieme – non solo il Presidente della Repubblica che ne aveva il compito istituzionale – un illustre professore di Varese e abbiamo scomodato l’eccellenza delle professioni e delle professionalità italiane.

Qualcuno addirittura propone soluzioni semplici a questioni difficili. Francamente ho grande rispetto per i colleghi della Lega – oggi abbiamo assieme votato un ordine del giorno – ma, avendo i colleghi e amici della Lega governato otto degli ultimi dieci anni, non capisco perché queste ricette così miracolose non siano state messe in atto quando era possibile.

Dunque, partiamo, onorevoli colleghi – io non ho assolutamente fretta, posso stare qui –, dunque partiamo dalla verità e dalla serietà. Questa manovra non ha alternativa, può essere per alcuni troppo coraggiosa e temeraria, per altri timida, ma tutti sappiamo che se non convinciamo chi investe nei titoli di Stato italiano della serietà dei nostri propositi tra qualche mese rischieremo la bancarotta.

Sappiamo, altresì, che non tutto è nelle nostre mani, che il nostro destino si gioca in gran parte anche in Europa, ma sappiamo che solo questa manovra pone la premessa per essere credibili, per chiedere riforme e impegni ai nostri partner europei.

Non siamo arrivati qui per caso e ciascuno di noi ha una parte rilevante di responsabilità, destra, sinistra e centro. La ragione per cui Monti, il professor Monti, il senatore a vita Monti, siede a Palazzo Chigi è che può fare ciò che le maggioranze passate hanno dimostrato di non saper fare o di non volere o di non potere per paura di perdere consensi elettorali.

D’altronde, onorevoli colleghi, per quanto si possa essere afflitti da amnesia, sicuramente noi non potevamo essere sopra pensiero 15 giorni fa, quando abbiamo dato la fiducia al Governo del Presidente Monti. Non era difficile capire già da allora che medicine amare come quelle che oggi noi dobbiamo trangugiare non si possono prendere se la preoccupazione prevalente è quella di perdere consensi. È chiaro che eravamo perfettamente consapevoli – perché, in caso contrario, sarebbe stato veramente paradossale, non farebbe certo onore al Parlamento –, eravamo tutti consapevoli del tragitto che avremmo dovuto fare.

Scusate la franchezza, lo voglio dire soprattutto a chi sostiene il Governo – perché chi legittimamente fa un’altra cosa non è che può essere destinatario di questo rimprovero – non è possibile che dopo qualche giorno dall’insediamento del Governo vi sia chi sale in cattedra per dissociare le proprie responsabilità o sia sottilmente impegnato a spiegare che in fondo tutto va come prima o peggio di prima, beh, tutto questo non mi sembra che sia prova né di responsabilità né di lealtà politica. Lo dico con chiarezza: chi sostiene la maggioranza non può salvarsi la coscienza votando il Governo e poi disseminando la sua strada di scetticismo o di trabocchetti perché i cittadini sono perfettamente in grado di capire chi gioca e chi fa sul serio, chi si assume la responsabilità di scelte impopolari che possono anche perdere far perdere voti e chi si esercita nelle furberie del passato.

In questa manovra ci sono sacrifici enormi per tutti e non solo per i soliti noti.

Si sono tassati in maniera permanente i capitali scudati, ma si è salvata l’indicizzazione delle pensioni minime. Si colpiscono le ricchezze immobiliari e finanziarie, ma si cerca di salvare i redditi bassi. Si lotta con forza l’evasione fiscale e sulle pensioni il Ministro Fornero ha avuto il coraggio di anticipare una riforma molto dolorosa perché rinviata da anni. Oggi c’è un dato dell’ISTAT: i due terzi della spesa della pubblica amministrazione è per la previdenza. Lo abbiamo fatto nella logica di riequilibrare il sistema a favore dei giovani, cioè dei nostri figli. Ecco un tipico esempio di scelte impopolari, ma necessarie.

Si poteva fare di più sulle liberalizzazioni, ma per noi quest’appuntamento è solo rinviato e speriamo di pochissimo. Sono scomparsi, come ha ricordato il nostro capogruppo Galletti, 20 miliardi di tagli sul sociale, sulle disabilità e le famiglie già previsti per il 2012.

Si sono tassati gli utili reinvestiti nelle imprese e si consentono maggiori detrazioni dell’IRAP. Si rifinanzia il Fondo di garanzia per l’impresa. Si rafforza il credito di imposta per giovani e donne, in particolare del sud, ma soprattutto sono arrivati i primi segnali alle famiglie italiane che sono state evocate per anni nelle campagne elettorali e puntualmente dimenticate il giorno dopo.

Onorevoli colleghi della Lega, francamente non capisco tutto questo nervosismo, perché noi quando vi ascoltiamo siamo sereni. Immagino che non c’entri il mio intervento. Forse qualcuno che ricordi le cose forse però ci vuole, e ci vuole anche un po’ di tolleranza reciproca se siamo in quest’Aula.

Altri capitoli ci attendono. Se mi consentite, la riforma, il primo tentativo di affrontare organicamente i problemi della giustizia che è stato fatto oggi in Consiglio dei ministri su proposta del Ministro Severino, mi sembra importante: basta guerre di religione. Utilizziamo questo anno e mezzo per fare le riforme possibili a costo zero del sistema giudiziario italiano perché è uno dei fattori di handicap del nostro Paese.

In conclusione, noi del Terzo Polo e dell’Unione di Centro non ci spostiamo di un millimetro dalle convinzioni che ci hanno sorretto in questi anni. Abbiamo voluto un Governo di impegno nazionale e siamo disponibili a condividerne la sorte senza alcun distinguo di responsabilità.

Sappiamo che deve iniziare la seconda fase da gennaio, quella della crescita. Non saranno certo le minacce di qualche violento a farci cambiare idea, perché vediamo nelle altre soluzioni che vengono prospettate – a partire dalle evocazioni altalenanti di improbabili elezioni anticipate – il baratro dell’Italia. E dal baratro noi vogliamo salvare l’Italia. Abbiamo anche noi speranza, signor Presidente del Consiglio, fiducia in lei, nel Parlamento e in tutti gli italiani.

2 Commenti
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Francesco
Francesco
12 anni fa

Ottimo discorso, responsabilità senza distinguo e furberie. Ha fatto bene ad accennare anche alla crescita. E’ di oggi anche l’avvertimento di Standard and Poor’s all’Ue di puntare sulla crescita, oltre che al rigore. L’Europa ha bisogno di concentrare la sua strategia su ”due gambe”, quella del rigore ma anche quella della crescita che nell’ultimo vertice di Bruxelles e’ stata poco presa in considerazione. La recessione nell’eurozona l’anno prossimo sarà più profonda di quanto previsto finora. E’ l’avvertimento che lancia Standard & Poor’s, sottolineando che Paesi esportatori come Germania, Austria, Olanda, Belgio e Finlandia saranno vulnerabili alla recessione. I paesi esportatori dell’Eurozona rischiano di subire una contrazione della crescita più forte rispetto ai paesi importatori col peggioramento della crisi e il calo della domanda, spiega S&P. Secondo l’agenzia di rating a pesare l’anno prossimo saranno soprattutto le misure di austerità varate in Eurolandia per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani. Quindi sembra unanimemente condivisa la ricetta: austerità+crescita economica.

Antonino Trunfio
Antonino Trunfio
12 anni fa

domande n° 41 – 42 – 43 – 44 :
nell’attesa di ricevere risposta ai precedenti 40 quesiti, passiamo ai successivi :
Lei dice : “perché siamo andati a chiamare, tutti insieme…un illustre prof di Varese…”….
le chiedo :
41. se il governo del paese ha bisogno di professori, e lei professore non è come tanti altri in parlamento e senato, prevede di ritirarsi a vita peggiore, e quando ?
42. 60 anni (lei per fortuna solo 31 dal 1980) per capire che ci vogliono i professori, non le sembrano un tantino troppo ?
Lei dice :
“….tra qualche mese rischieremo la bancarotta….”
43. la sfiora il dubbio che non vi è nessuna legge divina, tanto meno economica, che stabilisca che dato un paese sull’orlo del dafault, mettendoci a capo un professore di varese e un drappello di affini, il default viene evitato ?
44. se non è sfiorato dal dubbio, come mai il decreto non è stato chiamato “SALVA ITALIANI” ma invece “SALVA ITALIA” come è stato ribattezzato ?
grazie se anche a queste domande non vorrà rispondere
Le risposte che non arrivano, sono quelle migliori e più chiare di tutte.

Nota : vede Casini, mentre il suo problema è stimare quanti voti perde la prossima volta, per la gente comune il problema è capire se arriveranno con il lavoro e i risparmi alle prossime elezioni per non votarla.

Come sempre provo vergogna e disgusto.
A.T.



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