postato il 6 Novembre 2009 | in "Economia, Media e tecnologia"

Il valore di Internet e la banda larga: l’innovazione ha bisogno di azioni concrete

prospettive di lavoroOrmai quotidianamente si parla di Internet in termini sociali, analizzando i modi in cui ha cambiato il nostro modo di comunicare e di parlare di noi, scoprendo aneddoti curiosi o informandoci contro i pericoli della Rete.
 
Si parla molto più raramente dell’impatto economico della Rete, uno strumento di cui praticamente nessuna azienda può fare a meno.
Qualche giorno fa al Gartner Symposium, l’evento sull’Information Technology più prestigioso al mondo, il segnale forte per uscire dalla crisi era investire nell’online, introducendo la cultura del web 2.0 in azienda e abbattendo i costi.
Il rilancio, assicurano gli esperti, avverrà in termini di sistema: in alcune stime di quest’anno (e che quindi tengono conto dell’impatto della crisi) l’Unione Europea prevede un milione di posti di lavoro entro il 2015 e una crescita dell’economia di 850 miliardi di euro.


Puntare su Internet è una delle soluzioni scelte dalle imprese per affrontare la crisi e rilanciare l’economia, anche nel fare pubblicità e comunicazione: la tendenza viene infatti registrata anche all’ultimo IAB Forum, appena concluso.
Ma qual è il valore economico di Internet in Italia?
Il rapporto “Lo sviluppo della Rete in Italia”, sviluppato da Human Highway, lo attesta su cifre poco inferiori a 21 miliardi di Euro nel 2009, che “rappresentano ben l’1,3% del PIL italiano, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente” spiega Mauro Lupi, imprenditore e presidente di AdMaiora, azienda italiana specializzata nel search marketing.
 
L’Italia, però, sembra in ritardo in questo settore: è quanto afferma Layla Pavone, presidente di IAB Italia, facendo riferimento a dati dell’Osservatorio della Confindustria che collocano il nostro Paese nelle ultime posizione degli investimenti per sviluppo delle nuove tecnologie.
Confindustria segnala infatti che l’Italia ha fortemente rallentato nell’adozione di banda larga per le imprese (dati 2008) finendo agli ultimi posti in Europa. Per invertire questa tendenza, presenta inoltre 12 proposte per combattere l’analfabetismo digitale, uno dei problemi chiave nell’innovazione aziendale, assieme alla banda larga.
Ma analfabetismo digitale e banda larga sono problemi cruciali anche per la diffusione di tecnologia e utilizzo consapevole della Rete presso i cittadini: il digital divide, strutturale e culturale, va colmato in tempi brevi, nell’interesse dell’innovazione e del miglioramento dei servizi offerti al cittadino. È impensabile che – come le ultime statistiche registrano – in Italia quasi la metà dei cittadini non possiede un computer, se si pensa che l’innovazione della P.A. va nella direzione della digitalizzazione di processi e documenti.
Cosa farà il governo per incentivare l’innovazione
In uno speciale dell’Espresso il viceministro Romani spiega che è previsto un piano in due fasi, con cospicui investimenti (1, 47 miliardi nella prima fase, tra i 6 e i 9 miliardi nella seconda) per migliorare le infrastrutture del Paese: 800 milioni di euro sono la spesa immediata destinata alla banda larga. È però notizia di oggi che questi 800 milioni sono stati “congelati” per via della crisi, per dare spazio ad altre priorità. Il sottosegretario Letta ha precisato che quei soldi non sono stati spesi, ma verranno utilizzati alla fine di questo periodo di difficoltà economica del Paese.
Insomma, in Italia, al momento, questa possibilità di innovazione viene – paradossalmente, rispetto a quanto scritto fin qui – bloccata proprio dal fattore che altrove ne favorisce l’adozione.

 

A conclusione dell’incontro Gartner 2009 si parla di uno snodo fondamentale, sia economico che finanziario, e di un cambiamento che non può essere solo di buone intenzioni ma necessità di azioni articolate:

Creatività e capacità di adattamento, due doti di cui il nostro paese è ricco, sono due doti essenziali. Ma è importante anche la capacità di far emergere il talento e di seguire il corso delle tecnologie, esercizi in cui dobbiamo ancora dimostrare di essere capaci di stare, come sistema paese, nell’eccellenza assoluta.
Di nuovo c’è che si sta arrivando alla fase in cui queste scelte, fino a oggi complementari o marginali rispetto ad altre, potrebbero in molti casi diventare decisive per il successo e la sopravvivenza. Nei media, nell’industria e in molti altri settori. Navigando a vista
.”
 

Il dibattito in Rete

E voi cosa ne pensate? Ecco qui alcune opinioni e discussioni sull’argomento:

Stefano Quintarelli

Stefano Epifani

Davide Bennato

Downloadblog

Alessandro Gilioli

Simone Gambirasio

Liquida (aggregatore)

Aldo Rossi

Voci dal Web

2 Commenti
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Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

Internet dev’essere una RISORSA, non un PESO. Il Governo non riesce a capirlo, e non vuole investire su questo importante mezzo per la comunicazione. Eppure neanche un mese fa si parlava di battere sul tempo l’Europa, di diffondere la banda larga in tutt’Italia,di ricoprire tutto il territorio, perfino i comuni più piccoli e di periferia. E oggi? Soltanto promesse. Beh, penso che uno dei pochi partiti ad aver capito l’importanza di questo mezzo sia l’UDC, e che stia spingendo per una “rivoluzione informatica” di cui, purtroppo, si parla da troppo tempo.
Marta

Roberto Rao
Roberto Rao
15 anni fa

E’ certamente positivo il fatto che piu’ passano i giorni e piu’ cresce la consapevolezza anche nella maggioranza che e’ un clamoroso errore decretare lo stop ai fondi per la banda larga. La crisi si supera anche con investimenti in infrastrutture viarie e tecnologiche, e nel mercato mondiale anche la banda larga puo’ fare la differenza nella competizione fra imprese. Ora il governo incalzato dalle opposizioni e anche da suoi esponenti riveda le decisioni e definisca un piano serio che permetta di attingere anche ai fondi della Cassa depositi e prestiti che gia’ si e’ detta disponibile



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