Dite la vostra: test di dialetto per i prof
Il “caso politico” di fine luglio è stato scatenato dal Carroccio: test di conoscenza del dialetto per i docenti, per verificare “il loro grado di apprendimento delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono lavorare”. La proposta, lanciata in Commissione Cultura dalla deputata leghista Paola Goisis, ha prodotto come conseguenza immediata il blocco dei lavori da parte della presidente Valentina Aprea (Pdl). Oggi se ne parla tanto in rete (Polisblog, Clandestinoweb, Affaritaliani, acceso il dibattito nei forum Corriere, il Messaggero, Il Secono XIX). Per l’opposizione il governo è sempre più condizionato dalla Lega, che invece definisce l’argomento una “boutade estiva”.
L’emendamento della Lega, che ripropone l’articolo 11 della proposta di legge Cota , prevede che per iscriversi all’Albo regionale il docente debba superare «test omogenei di valutazione con alcune domande chiave per verificare la conoscenza e la consapevolezza dei valori, degli scopi, degli obiettivi e dei requisiti generali dell’insegnamento». Per il Carroccio nella proposta non c’è nulla di scandaloso: si tratta di test pre-seletivi per accedere agli albi regionali, e il presunto esame di dialetto è una bufala.
Tra i siti che si occupano di scuola, si sottolinea come la Lega punti ad una regionalizzazione dell’insegnamento. Un processo che va oltre il la proposta di legge Aprea, che prevede l’obbligo di permanenza per cinque anni degli aspiranti docenti nell’albo della regione nel quale si è deciso di insegnare.
Dite la vostra.
Cosa ne penso?? Penso che sia un qualcosa di vergognoso! Noi ci battiamo tanto sulla meritocrazia, sulla valorizzazione dei docenti in base alle proprie capacità e, alla fine, si rischia di non essere considerato “idoneo” perchè non si conosce il dialetto.. Bene! Bella legge!
E cosa si deve insegnare oggi? Il dialetto?? Idea assurda! In Italia molti alunni non sanno parlare correttamente l’Italiano..
Piuttosto puntiamo su questo:cerchiamo di migliorare la qualità dell’insegnamento, continuiamo la nostra battaglia per la meritocrazia, piuttosto che fermarci a queste proposte di legge..
Assurdo!
Marta
Sono davvero senza parole… come dice bene Marta, in Italia, specialmente nelle regioni meridionali (certamente queste non hanno importanza per la Lega, ma dovrebbero avere un valore per i tanti esponenti del sud del PDL), ci sono ancora degli alunni che non sanno parlare correttamente l’italiano e, permettetemi di dire, a volte anche a causa di insegnanti non proprio brillanti nella nostra lingua. C’è davvero tanto da fare per migliorare la qualità dell’insegnamento in Italia, e sicuramente questa proposta della Lega non contribuisce a questa esigenza, ma soltanto ad escludere dagli albi regionali insegnanti non italiani. Penso sia giusto far conoscere la proposta leghista al numero maggiore di persone possibile per far sì che la gente apra gli occhi e si renda conto da che tipo di elementi è composto il nostro Governo. Poveri noi…
test omogenei di valutazione con alcune domande chiave per verificare la conoscenza e la consapevolezza dei valori, degli scopi, degli obiettivi e dei requisiti generali dell’insegnamento…
gli obiettivi e i requisiti dell’insegnamento dipendono dalla regione????
La salvaguardia della cultura del territorio è, dalle Alpi alla Sicilia, il desiderio di tutte le realtà comunali. In tutta Italia trasmettere il dialetto, le tradizioni e la conoscenza del territorio spetta alle realtà intermedie (comuni, associazioni ecc.) operanti sul territorio. La scuola si occupa di tutta la cultura di cui quella locale è solo una parte e non è certamente la prioritaria, semmai aggiuntiva. Pertanto la conoscenza della cultura legata ad uno specifica zona non può essere discriminante per chi vuole insegnare. Si tratta dell’ennesimo tentativo della Lega di creare un centro di potere per distribuire posti, controllare il territorio e vincolare a sé le persone!
Ritengo appunto che le ideologie passano,ma i valori,quelli con la V,maiuscola devono restare,e l’Istruzione,e uno di quei valori cardine,che pian piano,stanno svendendo,e mettendo in soffitta una rata alla volta.
Con la politica alla “braveHearth”,di questa Lega,si rischia di minare,le fondamenta ci vacillanti di questo nostro paese,gia troppo invecchiato e impoverito.L’emendamento targato Cota,assomiglia alla bagarre,che in consiglio comunale a Milano,la scorsa estate,sulle graduatorie degli asili nido,faceva cittadini di serie A e B. ma i diritti,non esistono pure fuori dalle urne elettorali.iniziasse la classe dirigente a formulare proposte serie,e non questi teatrini.
ha ragione Masini..quando dice..”è un paese l’Italia che governano loro,e un paese l’Italia che rimane tra i Pali come Zoff..” bisogna scindere il binomio,che federarsi chiudersi possa tutelare i cittadini, l’Istruzione è apertura, prima mentale e poi confronto dialettico. Il povero De Amicis,con il suo “Libro Cuore”, se potesse parlare…per migliore l’Offerta Formativa non ce bisogno di polenta tra i banchi!
Christian
Credo che conoscere e insegnare le tradizioni, la cultura e la lingua del luogo in cui si insegna non possa che essere un valore aggiunto per un docente. Certo, vincolare la possibilità di insegnare in un determinato luogo, alla conoscenza del suo dialetto, in una scuola statale, che più che dividere dovrebbe uniformare la cultura del paese, mi pare ridicolo. Oggigiorno, assistiamo a due spinte contrapposte: da un lato la spinta alla globalizzazione, che per sua natura tende ad eliminare le barriere e le differenze di ogni sorta tra popoli, dall’ altro il rifiorire sempre più forte delle culture e tradizioni locali. Chi riesce a comprendere questo fenomeno, è capace di elaborare proposte soddisfacenti e rispettose di entrambe le ragioni,quella globale e quella locale. Viceversa chi si ostina a immaginare un mondo utopico senza più confini, differenze culturali e religiose, nè conflitti tra civiltà, come ipotizzò Fukuyama dopo la caduta del muro di Berlino è fuori dal mondo. Tuttavia, all’ altro estremo, anche la Lega, che immagina un universo ristretto entro i confini delle tradizioni e lingue locali è fuori dalla Storia. Non si può immaginare in un mondo globalizzato, caratterizzato da una sempre maggiore internazionalizzazione, che richiede conoscenze globali, un ritorno al proprio “particulare”, al “nido” di Pascoliana memoria, che ci preserva dai mali di un “mondo ostile” che si teme di affrontare a viso aperto. Ecco che, bocciando fermamente la proposta della Lega, propongo, tuttavia, un’ alternativa che, nell’ ambito di un’ ottica globale e nazionale, non trascuri le ragioni localistiche e autonomistiche di ciascun territorio. In una sola parola:GLOCALIZZAZIONE.
ma che cavolata è io sono veramente indignato a stento gli italiani sano scivere e parlare un corretto italiano e la lega che fa…..propone il dialetto per i professori.
Mi rendo sempre più conto che la lega è un partito che nasce con concetto di incostitzionalità latente.
Chiederei a Bossi prima di fare proposte assolutamente inutili di cercare i veri problemi dell’ Italia
mi sembra chiarissimo che l’emendamendo miri a trattenere gli insegnanti nelle proprie regioni, questo perchè secondo la lega vi sono insegnanti di serie A e quelli di serie B!! in questo caso serie A equivale al nord e serie B al resto d’italia, come tutto ciò che riguarda la lega d’altronde!! nient’altro da dire, tranne ch VERGOGNA!! in 150 anni l’italia non ancora stato un paese davvero unito e ciò mina quel processo d’unificazione che purtroppo è stata effettuata solo nominalmente nell’arco della storia ma non effettivamente!
Ma quando la si smetterà in questo paese di rincorrere la Lega nelle sue assurdità? Penso che sia inconcepibile per un paese come il nostro doversi confrontare su temi che secondo ogni logica non dovrebbero nemmeno essere presi in considerazione; Ronde, Ministri cattivi verso gli immigrati, sparate varie si simboli dell’unità nazionale ed ora pure le prove di dialetto per i professori…quando la gente del Nord ( se proprio dobbiamo considerarci una parte del Paese) si renderà conto che la cultura della nostra terra merita di meglio rispetto a quanto il leghismo cerca di propugnare con una misera propanda?
Non ci sono parole per descrivere questa ennesima proposta ridicola della Lega. Ridicola, ma purtroppo pericolosa, perchè nasconde ancora una volta avvisaglie di secessione. L’idea è senz’altro quella di escludere insegnanti provenienti dall’estero, ma anche dal Mezzogiorno; la volontà è creare delle scuole in cui insegnanti prima, e discenti poi, siano pian piano esclusivamente d’origine padana.
Da meridionale assisto continuamente a traslochi di amici che raggiungono le scuole del nord, portando con sè la passione e la voglia di insegnare e lasciando affetti ed interessi nel proprio luogo di provenienza. Ecco una simile proposta è un’offesa nei confronti di questi lavoratori, certe blaterazioni rispondono ad un processo mentale consapevole, ma allo stesso tempo a distorsione di menti annichilite dall’intolleranza e dall’odio. Fermiamoliiii!!
vergognoso a dir poco! è ridicolo ke la scuola debba tornare indietro di decenni, quello ke è ancor più ridicolo è la contraddizione di tutte queste riforme o proposte di legge ke poi dovrevvero diventare riforme secondo qualcuno, da un lato nelle università si mettono corsi di laurea interamente in inglese (almeno x me ke studio economia a torino, ma ho notato ke ciò sta avvenendo in molti altri atenei del nord italia), dall’altro poi se nn sai il dialetto ti giochi un posto da insegnante…ke dire, sn molto amareggiato x entrambe le proposte, sia x i corsi interamente in inglese, xkè complicano enormemente la vita a una miriade di studenti, ke x il dialetto, xkè di solito ki parla bene il dialetto spesso parla male l’italiano e viceversa, in quanto la struttura logica e del periodo di un dialetto molte volte è completamente diversa rispetto all’italiano…
Un elettore Pdl deluso.
Per quanto riguarda la storia e le tradizioni regionali sono d’accordo che sia una conoscenza di tutti, ma senza test di verifica. Però non si può pretendere che il dialetto venga imparato anche dai cittadini di altre regioni. Mi sembra assurdo! E’ giusto che ognuno, in famiglia, impari il dialetto della propria terra per mantenere le origini locali!
Il discorso “dialetto” introdotto dalla Lega Nord è solo un pretesto per dire al governo che gli insegnanti debbano lavorare ognuno nella propria regione, visto che i docenti in Italia sono maggiormente meridionali.
Mi sa che la Lega Nord dovrebbe imparare meglio la costituzione fino a quando l’Italia rimarrà unita. E speriamo che lo rimanga per sempre!!!
una delle proposte dei ministri dell’Istruzione dei governi berlusconi, Moratti prima e Gelmini dopo, era quella di introdurre lo studio di una materia in lingua straniera nell’ultimo anno di liceo. forse, oggi, dopo le farneticazioni della lega i poveri studenti italiani dovranno studiare una materia nel dialetto di una regione diversa dalla loro e magari insegnata da un docente di madrelingua!
Oggi molte fabbriche del nord hanno chiuso, moltissime piccole e medie aziende sono in crisi. Ora anche il nord mira al posto statale, una volta snobbato dal posto facile in fabbrica: pochi soldi ma sicuri.
Allora cosa bisogna fare contro l’esodo forzato degli insegnanti meridionali verso il nord, di quella moltitudine di gente la cui unica fabbrica da sempre è stato un posto nella scuola? Qualcosa bisogna pur inventarsi per ostacolarli.
* Si potrebbe dire che gli insegnanti del sud sono degli impreparati, per decenni sono stati aiutati dal favoristismo e dalla richiesta di bassi livelli di formazione.
Peccato che a dire ciò sia stato anche quel ministro leghista dalla memoria corta, ha infatti dimenticato di essere sceso al sud per laurearsi.
* Si potrebbe dire che i docenti devono conoscere anche i costumi, le tradizioni, la storia e il dialetto della regione dove andranno ad insegnare.
Forse i leghisti dimenticano che centinaia di migliaia di meridionali morirono sulle montagne del Triveneto per difendere l’unità nazionale e che quella straziante guerra fece capire che l’Italia aveva TROPPI dialetti e che i soldati non capivano gli ordini perché non potevano comunicare tra loro. Da qui la necessità di una lingua UGUALE per tutti.
Forse i leghisti dimenticano che hanno già chiesto, per gli immigrati, la conoscenza della lingua italiana: dovranno conoscere anche l’idioma locale?
Forse i leghisti dimenticano che paghiamo europarlamentari per un governament comune all’Europa, cioé per un’allargamento delle regole condivise e non già per creare isole sempre più piccole.
Forse i leghisti dimenticano che quello che oggi ritengono giusto per i docenti lo potrebbe essere un prossimo domani anche per i medici che “dovrebbero” conoscere le etnie locali per studiarne le patologie ivi circoscritte o preminenti ancor prima della conoscenza del dialetto per meglio comprendere gli abitanti della Val Brembana e Val Seriana.
Questa pretesa necessità della trasmissione dei dialetti, degli usi e dei costumi locali lasciamola raccontare dai nonni ai nipotini durante le fredde giornate invernali, vicino al focolare: è l’unico diversivo a loro rimasto! Quelli con l’azienduccia devono parlare l’italiano e, meglio ancora, anche l’inglese.
I docenti devono insegnare che siamo cittadini del mondo perché dobbiamo confrontarci con tutte le realtà e non solo con gli abitanti di Gorgonzola…..
La proposta della Lega di introdurre il dialetto come materia di insegnamento nelle scuole è, mio avviso, fuori luogo, vergognoso e ridicolo.
E’ un modo per impedire agli insegnanti del Sud di andare ad insegnare nelle scuole del Nord: un’altra porta sbattuta in faccia a noi del Sud. A questo punto unità d’Italia sarà qualcosa che si potrà studiare solo sui libri di storia, proprio ora che ci avviciniamo a festeggiare il suo anniversario: 150 dall’unità d’Italia.
Bossi oggi ha detto che ” il dialetto non e’ una cosa minore rispetto all’economia o ai decreti per superare la crisi … Il dialetto, comunque lo troverete nelle scuole tra poco tempo “.
Invece, prima si andava a scuola per imparare la lingua italiana, quella di Manzoni, affinché persone di regioni diverse potessero parlare tra di loro, capirsi e sentirsi tutti italiani.
Che cosa assurda il dialetto a scuola!!!
Ma alla fine cosa si vuole? Il dialetto sparirà, ormai non lo parla quasi più nessuno e le nuove generazioni non lo capiscono.
Quindi questo famoso esame cosa darebbe come risultato? Solo una inutile e ridicola burocrazia: gli stessi professori del Nord in moltissimi casi conoscono pochissimo il dialetto.
E quale sarà il risultato sulle lezioni? Praticamente nullo: se già noi italiani conosciamo poco l’Italiano, per non parlare delle lingue straniere (sconosciute per la maggior parte di noi), quale sarebbe il vantaggio concreto di una lezione di dialetto?? Mi sembra strana e ridicola questa rpesa di posizione del cosidetto “Nord Operoso” su una cosa assolutament einutile.
In Italia la scuola ha tanto da migliorare non è il momento di perdere tempo in certi tipi di proposte. Gli studenti italiani devono pensare a studiare altre materie.