postato il 3 Aprile 2012 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

C’è chi aspetta la rivoluzione e chi la fa

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

“Aspettando la rivoluzione” è l’ultimo testo di Antonio Ghirelli, galantuomo e maestro di giornalismo, che volle mettere nero su bianco cento anni di storia del socialismo italiano. Mi è capitato spontaneamente di accostare il titolo di questo straordinario saggio di Ghirelli alle reazioni piuttosto piccate di Luciano Violante e Fausto Bertinotti alla rinuncia da parte di Pier Ferdinando Casini ai benefit di ex Presidente della Camera.

Violante e Bertinotti,  come uomini di sinistra anche se non assimilabili totalmente alla storia del socialismo italiano, hanno passato gran parte della loro vita ad attendere la rivoluzione. Una rivoluzione, più precisamente la trasformazione della società e la conquista dell’eguaglianza e della libertà, sempre aspettata e sempre rinviata. Purtroppo i rinvii nella sinistra italiana non si contano e la rivoluzione , anche quella più semplice dei comportamenti, diventa difficile se non impossibile. Non stupiscono allora i mugugni e  le accuse di ipocrisia da parte di Violante e Bertinotti alla lettera di rinuncia dei benefit di Casini: forse fanno parte di quella endemica, e per certi versi deleteria, dinamica dell’attesa/rinvio della rivoluzione.

C’è un però in questa storia: la rivoluzione questa volta la sta facendo Pier Ferdinando Casini, uno di quelli che una volta i giovani Violante e Bertinotti avrebbero chiamato reazionario, e che oggi invece si distingue per un rivoluzionario buonsenso che corre veloce come un tweet. Le rivoluzioni in fondo sono così, partono da piccoli gesti e si propagano velocemente sorprendendo i difensori dello status quo e anche coloro che hanno atteso e rinviato per troppo tempo.



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