Tutti i post della categoria: Spunti di riflessione

La novità del nostro progetto sono le nostre idee

postato il 22 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Se qualcuno credeva che il Governo Monti rappresentasse la morte della politica, beh è sicuro che avrà cambiato idea in questi ultimi giorni. Prima l’affollata discussione sui rimborsi elettorali e il finanziamento pubblico ai partiti (in cui, in un mare di populismo e demagogia, c’è stato pure chi è stato in grado di elaborare delle proposte serie e convincenti), poi alcuni importanti riposizionamenti all’interno dell’area moderata, a partire dall’annuncio dell’azzeramento dell’Udc e della “novità pazzesca” annunciata da Alfano riguardo ai destini del Pdl.

Sono stati due fatti politici che hanno subito scatenato i fan dei retroscena da palazzo, da tempo digiuni; i giornali hanno momentaneamente messo da parte tutte quelle schede tecniche e i dossier sulle manovre del Governo, e sono tornati a riempirsi di scenari e di commenti, di interviste agli esperti del settore: che fa Casini, si candida a premier o a Presidente della Repubblica, ci saranno anche Passera e Pisanu con lui? e Berlusconi, sosterrà Alfano o scioglierà il Pdl per fare una grande lista civica nazionale? I soliti, infiniti, noiosi discorsi. Ora, se per ovvie ragioni soprassediamo su cosa abbia intenzione di fare da grande il Pdl, possiamo anche provare a ragionare su cosa faremo noi, dei nostri destini politici e della nostra forma partito. Qualche giorno fa, all’Auditorium della Conciliazione a Roma, le cariche politiche del partito sono state azzerate e per l’autunno è stato convocato un congresso per ufficializzare lo scioglimento del partito e la confluenza in un qualcosa di più grande, in qualcosa a cui – del resto – lavoriamo da tempo. Questo è il fatto, la cronaca. Onestamente, dei retro-scena non sappiamo bene che farcene: sono gli “avan-scena” che ci interessano; i mille patemi d’animo su quello che accade dietro le quinte, li lasciamo volentieri ad altri. Casini lo ha spiegato con molta chiarezza, su La Stampa di ieri: «a forza di stare intrappolati nelle casacche del ventesimo secolo, non ci siamo accorti che il mondo è andato avanti». Il solco da seguire è quello che abbiamo tracciato fino ad oggi, e che non ha certo il suo punto d’inizio nella nascita del Governo Monti: che questo sistema bipolare fosse giunto a un punto di non ritorno, non lo sosteniamo certo da quando è nato #ABC; lo avevamo detto già nel 2006, lo abbiamo ribadito nel 2008, lo abbiamo dimostrato adesso. I fatti sono testardi.

Cosa succede, quindi? Succede che abbiamo scelto di slegare le vele e di rimetterci in mare aperto, ridiscutendo quella rendita di posizione che ci veniva dall’aver previsto tutti gli ultimi avvenimenti politici. Succede che, come hanno giustamente scritto Piercamillo Falasca sul Futurista e Carmelo Palma su Libertiamo, sta nascendo una “cosa nuova”: nuova non perché maquillage di idee vecchie, nuova perché fondata su idee nuove; nuova perché è nata nel Paese, prima che nel Palazzo, permettendo l’incontro tra tanti volenterosi (ma forse anche pazzi!) che non ne possono più di vedersi appiccicate addosso etichette vecchie e superate, che sono stanchi di dover ragionare con gli schemi del passato. Personalmente, so che c’è un filo che mi lega alla gran parte degli aderenti degli altri partiti del Terzo Polo, come pure a molti del Pdl o del Pd. Abbiamo valori comuni e visioni affini, siamo noi a costituire il nerbo dell’Italia moderata e liberale. Quell’Italia prima sovra-eccitata a forza di promesse e rivoluzioni e poi tradita e delusa, a cui bisogna necessariamente ridare subito voce.

Per questo chi ci accusa di fare marketing elettorale e basta, sbaglia. Perché la nostra novità non sono né Casini, né Fini, né Pisanu, né chiunque altro (a partire da chi magari è ancora fermo ai muretti del box ad aspettare comodo di scendere in pista). La nostra novità sono le nostre idee, sono gli Italiani con cui costruiremo il partito nuovo.

Commenti disabilitati su La novità del nostro progetto sono le nostre idee

Il “18 aprile”, un rimedio all’antipolitica

postato il 18 Aprile 2012

di Adriano Frinchi

Don Camillo e Peppone sono andati in pensione da tempo, ma ricordare il 18 aprile 1948 non è un esercizio per nostalgici della Dc o per coloro che, come avrebbe detto Guareschi, rimpiangono il tempo dei cazzotti e delle legnate. Ricordare il 18 aprile, quel 18 aprile, non è una retorica celebrazione della più grande vittoria della Dc, ma significa rendere ancora attuale uno dei momenti più alti della democrazia e della coscienza civile del popolo italiano che nelle urne seppe scegliere democrazia e libertà. In tempi in cui l’anti politica trionfa fare memoria di una prova di straordinaria maturità politica del popolo italiano è anche motivo di speranza per il futuro: la politica malata che viviamo si salva solamente se tutti gli italiani tornano a partecipare alla vita democratica del Paese.

Commenti disabilitati su Il “18 aprile”, un rimedio all’antipolitica

«Subito nuove regole, anche per decreto»

postato il 7 Aprile 2012

Pubblichiamo dal ‘Corriere della Sera’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Andrea Garibaldi

«Le forze politiche che accedono ai rimborsi devono accettare il controllo della Corte dei Conti»

ROMA — Una volta, fino a cinque anni fa, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, aveva due alleati, Berlusconi e Bossi. Uno ha dovuto lasciare la guida del governo, l’altro si è appena dimesso da segretario. «Né l’uno né l’altro sono caduti per via giudiziaria. Berlusconi non ha fatto la rivoluzione liberale che aveva promesso. Bossi non ha saputo trasformare la protesta in proposta, ha continuato con le ampolle e le ronde padane, anziché puntare sulla rivoluzione federale».

Bossi ha detto: «Colpiscono me per colpire la Lega». Berlusconi, a proposito della Lega, parla di «giustizia a orologeria».
«Difendersi attaccando i giudici è una prova di debolezza. Tuttavia, a Bossi, che mi ha spesso coperto di insulti, concederei l’onore delle armi. Non è un ladro di polli, non ha usato la politica per arricchirsi. Ha solo perso il controllo di ciò che avveniva attorno a lui».

La Lega potrà ancora avere un ruolo politico?
«Un film è finito. Le occasioni storiche difficilmente si ripresentano». [Continua a leggere]

7 Commenti

Avanti così Pier, questo bipolarismo non ci ha dato nulla di buono

postato il 3 Aprile 2012

Caro Presidente,
noto con piacere, che finalmente, almeno lei, ha maturato la convinzione che non è possibile portare avanti una politica che, anche nel lungo termine, abbia come obiettivo principe il bene del Paese e degli italiani tutti, se per cercare di vincere le lezioni, con 2 coalizioni contrapposte, la politica è costretta a raccattare di tutto, ed il contrario di tutto, politicamente parlando. Mi dispiace, che per ora non tutti abbiano compreso la portata di questa svolta, e le sue implicazioni positive, a quel che leggo, tanto da farla passare per un comico. Nonostante tutto, proprio grazie alla capacità della politica, di superare le forti contrapposizioni dei partiti, stiamo riconquistando la fiducia e la stima non solo dei mercati finanziari, ma anche di tutto il mondo politico e civile.
Stiamo dimostrando che se siamo uniti e non ci impantaniamo in lotte politiche esasperate, riusciamo a tirar fuori quanto di meglio hanno gli italiani. Pensate che solo pochi mesi fà eravamo considerati una macchietta dal mondo intero.
Vada avanti così, ormai le differenze tra centro destra e centro sinistra, sono molto meno di quelle che esisterebbero entro le due coalizioni costrette a comprendere anche gli estremismi di destra e di sinistra.

Francesco Lauria

2 Commenti

Ospite di Agorà

postato il 2 Aprile 2012

2 Commenti

Tina Anselmi, 85 anni per la democrazia e per le donne

postato il 25 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Nei giornali di oggi domina una intervista di Napolitano in cui il Capo dello Stato si augura di vedere, dopo di lui, una donna al Quirinale. La diffusione dell’intervista per una curiosa coincidenza avviene nel giorno dell’ottantacinquesimo compleanno di Tina Anselmi, una grande donna che avrebbe sicuramente meritato la più alta carica dello Stato.

Tina Anselmi ha dedicato tutta la vita alla democrazia e ai destini delle donne: nella Resistenza come staffetta partigiana; nella scuola – laureata in lettere ha insegnato nelle scuole elementari; nel sindacato; nel movimento femminile della Democrazia Cristiana; in Parlamento: deputato per sei legislature, è stata la prima donna ministro in Italia. A lei si devono la legge sulle pari opportunità e la riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Poi il delicato compito di Presidente della commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, una responsabilità che Tina Anselmi assume pienamente e con forza, firmando l’importante relazione che analizza le gravi relazioni della loggia con apparati dello Stato e con frange della criminalità organizzata, messe in campo per condizionare con ogni mezzo la vita democratica del Paese.

Tina Anselmi non ha solo costruito questa Repubblica ma l’ha anche custodita. La sua testimonianza civile è quanto di più prezioso possiamo trasmettere alle giovani generazioni nella speranza che, specie le giovani italiane, sappiano farne tesoro e continuare la sua preziosa opera per la democrazia e per le donne.

1 Commento

Il mio ricordo di Marco Biagi

postato il 19 Marzo 2012
Commenti disabilitati su Il mio ricordo di Marco Biagi

Chi ha interesse nell’indebolire il Governo Monti?

postato il 12 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Il Governo Monti è la novità politica più importante della tormentata storia della Seconda Repubblica. Una maggioranza ampia e qualificata, che ha unito forze politiche distanti e alternative, ha scelto di sostenere in modo comune un unico esecutivo, che per semplificazione giornalistica è stato definito “tecnico”, ma che nella mia opinione è sempre stato “politico”, nel senso più ampio del termine: del resto, risolvere i problemi non è forse la prerogativa primaria della politica?

Il Premier Monti ha saputo vincere alcune sfide importanti, dalla riforma del sistema previdenziale alla battaglia dello spread, passando per il rilancio dell’autorevolezza del nostro Paese: non è stato semplice e non renderemmo onore alla verità, sostenendo che è stato tutto un tripudio di rose e fiori. Ma siamo orgogliosi di essere arrivati fin qui e di esserci arrivati in forze, facendoci spesso garanti – anche a nostre spese – dell’unità della coalizione, che alcuni (sbagliando) si rifiutano di ritenere tale, limitandosi a definirla come un “patto d’azione”. L’ABC, che speriamo non torni ad essere un semplice incipit grammaticale, è stato il pilastro su cui costruire la vita del Governo, che non è un agente altro o patogeno rispetto alla politica: gli uomini e le donne che lo compongono provengono da storie “tecniche”, ok, ma è indubbio che abbiano dimostrato delle sensibilità “politiche” straordinarie. Basti citare l’esperienza dei ministri Fornero o Severino, che si sono trovate a gestire materie difficili, ma che hanno già elaborato soluzioni interessanti: il loro lavoro sarebbe nullo, o non giungerebbe a pieno compimento, se il Parlamento non scegliesse di sostenerle. I tempi sono stretti, strettissimi: ma ci vuole coraggio. Ce n’è voluto tanto per creare questa situazione, ce ne vorrà ancora di più per far sì che non si perda tutto.

Lo scopo del Governo doveva essere – nei disegni iniziali di alcuni – solo quello di superare, magari promuovendo scelte politiche dolorose e indigeste, la stringente crisi economica. Secondo noi, invece, questo Governo può fare molto di più: può rimettere sui giusti binari il treno del nostro Paese. Può – anzi, deve – risolvere le gravi storture sistematiche che scontiamo da troppo tempo (e che non si chiamano solo articolo 18, per dire: sono altre e spesso ben nascoste); deve contribuire a ridare fiato e orgoglio alla maggioranza silenziosa del popolo italiano, che è stanco di subire i soprusi di una minoranza rumorosa; deve, come auspicò Pigi Battista qualche settimana fa sulle colonne del Corriere, “fare l’Italia”. Ma certo i “tecnici” non possono vincere questa partita da soli: a questo serve la “politica”. Proprio per questo, come del resto ha ben spiegato Casini, chi pensa di indebolire il governo per evitare di mettere mano nelle questioni scottanti sbaglia. La paura, le indecisioni, i giochini di palazzo non ci servono. Serve il coraggio di discutere a viso aperto, di confrontarsi, anche di scontarsi, per carità: senza dimenticarsi, però, di quanto la coesione e la solidarietà nazionale sono riusciti a fare finora. E di quanto, ancora, devono riuscire a fare.

Commenti disabilitati su Chi ha interesse nell’indebolire il Governo Monti?


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram