Tutti i post della categoria: Riforme

Legge elettorale, la riforma sarà discussa quando si deciderà di avviarla

postato il 26 Ottobre 2010

Non esiste alcun ‘memorandum’ sulla legge elettorale come certe indiscrezioni giornalistiche vorrebbero far credere. Non abbiamo nessuna fretta e certi temi si affrontano il giorno in cui si decide che e’ utile parlarne. Sarebbe da ingenui pensare che questo punto possa essere affrontato con un governo tecnico ad hoc. Quello di cui c’è bisogno è un esecutivo, politico, in grado di affrontare altre emergenze come quella della crisi economica.

 Pier Ferdinando

Commenti disabilitati su Legge elettorale, la riforma sarà discussa quando si deciderà di avviarla

La riforma del mondo del lavoro: coniugare tutela del lavoratore e flessibilità

postato il 20 Ottobre 2010

lavoro di ilcapofficina(semanticamente uno stronzo)Il parlamento ha votato a favore del DDL lavoro, un provvedimento che comprende 50 articoli per 140 commi e che è la conclusione di un dibattito lungo due anni.

Questo provvedimento è stato giudicato con favore anche da buona parte del mondo sindacale che lo considera equilibrato, e in questo senso è stato importante il lavoro svolto dall’UDC, come ha riconosciuto lo stesso Sacconi che ha affermato: “Ringrazio in particolare il gruppo dell’Udc: i colleghi hanno svolto interventi che hanno sollecitato la definitiva approvazione del provvedimento, pur mantenendo riserve, legittimamente espresse, che mi sono sembrate di ordine generale”. E affermando che i parlamentari dell’UDC sono stati espressione di una “forza politica di opposizione responsabile che ha sempre guardato al concreto dei singoli provvedimenti”.

Di contro l’on.le Nedo Poli (UDC), Capogruppo in Commissione Lavoro, ha affermato: “Abbiamo voluto sostenere una riforma delle controversie di lavoro che garantisse minore conflittualità e maggiore responsabilità a tutti i protagonisti. L’Udc è per una giustizia del lavoro più rapida e più certa. In questo senso, il ddl lavoro apre la strada a nuove sfide. Non ci uniamo al coro di chi lo ritiene contrario agli interessi dei lavoratori. Auspichiamo che il Governo elabori al più presto le deleghe secondo le ragionevoli indicazioni che il ministro Sacconi ha più volte illustrato”.

Il punto fondamentale è stato quello di volere aumentare gli ambiti di scelta per i lavoratori per comporre le controversie nel rapporto di lavoro.

Ma cosa prevede sostanzialmente questo DDL e come cambierà il mondo del lavoro?

Il lavoratore può scegliere se ricorrere al giudice ordinario o ad un arbitro per dirimere le controversie lavorative, ma la scelta di ricorrere all’arbitrato (attraverso la sottoscrizione della cosidetta ‘clausola compromissoria’) deve essere effettuata dal lavoratore prima che intervenga la controversia stessa e dopo la conclusione del periodo di prova (quando si presume che il lavoratore sia più debole nei confronti del datore di lavoro), oppure prima del trascorrere di 30 giorni dalla stipula del contratto di lavoro. 
L’arbitro dovrà tenere conto non solo dei principi generali dell’ordinamento giuridico italiano ma anche i principi regolatori derivanti da obblighi comunitari (cosiddetto arbitrato per equità).

Una notazione molto importante riguarda invece i licenziamenti che sono esclusi dalle procedure di arbitrato, ma devono essere giudicati dal giudice ordinario (il licenziamento deve essere impugnato entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione scritta del licenziamento medesimo).

Per combattere il lavoro nero e il lavoro sommerso, sono state stabilite sanzioni molto più pesanti, proprio per rendere meno conveniente il ricorso a simili pratiche: le sanzioni andranno da 1.500 euro a 12.000 euro, più 150 euro per ogni giorno di lavoro nero e saranno comminate ai datori di lavoro che non trasmettono la comunicazione preventiva di assunzione. 
Le novità più importanti però riguardano l’apprendistato e i lavori usuranti.
E’ stato stabilito che l’anno di apprendistato a 16 anni, potrà sostituire l’anno scolastico, mentre per i lavori usuranti il governo adotterà una normativa per introdurre il pensionamento anticipato stabilendo l’eta minima a 57 anni, con 35 anni di contributi. 
Infine, una buona notizia per i lavoratori co.co.co e a progetto: omettere di versare le ritenute previdenziali operate dai committenti sui compensi dei lavoratori a progetto o co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, diventa reato.

L’impressione che si ricava da questi punti (che sono solo i principali) è che si sia cercato di snellire la burocrazia, sancendo una tutela per i lavoratori e svecchiando un ordinamento giuridico che iniziava a non essere più al passo con i tempi.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

1 Commento

Università, il governo metta i soldi per la riforma

postato il 18 Ottobre 2010

I buoni propositi sono inutili se mancano le risorse

Ho fatto un giro nella mia vecchia Università, ho incontrato il Rettore e abbiamo parlato anche della riforma Gelmini. Sono convinto che senza soldi, anche i buoni propositi diventano inutili perché le nozze coi fichi secchi non si fanno. Nel disegno di legge Gelmini, in fase di discussione in Parlamento, ci sono alcune cose positive, ma è necessario che il Governo faccia un investimento politico serio mettendoci le risorse.

Pier Ferdinando

1 Commento

Giustizia, meglio parlare di separazione delle funzioni

postato il 16 Ottobre 2010

Questa grande riforma della giustizia a mio avviso sarà la montagna che partorisce un topolino.
Non siamo contrari a discutere della separazione delle carriere ma meglio sarebbe parlare di separazione delle funzioni. Sul tema dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’autonomia del pubblico ministero credo ci debba essere una posizione netta e chiara. Forme ritorsive verso i magistrati non sono accettabili. Due Csm, inoltre, sarebbero un grandissimo errore. Uno di questi diventerebbe un organo ancora più autoreferenziale di quanto a volte rimproveriamo all’attuale Csm. Due caste separate finirebbero per far ottenere un risultato diametralmente opposto a quello che Berlusconi si propone.

Pier Ferdinando

Commenti disabilitati su Giustizia, meglio parlare di separazione delle funzioni

No a contrapposizioni Camera-Senato sulla legge elettorale

postato il 15 Ottobre 2010

Bisogna riformare la legge elettorale  e questo lo sanno tutti, ma evitiamo la contrapposizione tra Camera e Senato. Il fatto che il Senato abbia voluto a tutti i costi prendersi la paternità dell’iniziativa vuol dire che a Palazzo Madama pensano di farcela.
Bravi. Beati loro. Ma andiamo avanti perché la legge va cambiata.

Pier Ferdinando

Commenti disabilitati su No a contrapposizioni Camera-Senato sulla legge elettorale

Riforma dell’Università? A costo zero è irrealizzabile

postato il 14 Ottobre 2010

I tagli lineari stanno uccidendo il futuro dei nostri figli. Fare una riforma a costo zero dell’Università è semplicemente impossibile.
Per cui, il ministro Tremonti e il Presidente del Consiglio si assumano le loro responsabilità: spieghino al Paese che la Gelmini ha scherzato e che questa riforma così, senza soldi, è irrealizzabile.

Pier Ferdinando

1 Commento

Approvato il federalismo fiscale, a risparmiare non sarà di certo il cittadino

postato il 8 Ottobre 2010

Umberto Bossi di Lega Nord PadaniaOggi sono avvenuti dei cambiamenti negli umori degli appartenenti al governo, motivati da un unico provvedimento.

Fino a ieri la Lega agitava lo spettro di elezioni anticipate, anzi Maroni aveva già stabilito che se in tre settimane non si avesse avuto la certezza di poter pienamente dare seguito al programma il governo sarebbe caduto, mentre oggi lo stesso Ministro sostiene che non c’è bisogno di lezioni anticipate.

Cosa ha motivato questo cambio di umore in pochi giorni?

Semplice, il provvedimento preso oggi in Consiglio dei Ministri, ovvero il federalismo fiscale.

Un provvedimento preso forzando palesemente i tempi e che di fatto taglia via il Parlamento da ogni intervento e discussione sull’argomento e che è stato approvato in soli 30 minuti, pur andando a coinvolgere temi importantissimi: finanza regionale, provinciale e i costi standard in sanità.

Siamo di fronte ad una evidente e palese forzatura, visto che due giorni fa il governo medesimo aveva concordato con le Regioni di approfondire gli aspetti tecnici, e adesso, invece, pone la Conferenza Stato-Regioni di fronte al fatto compiuto, e la forzatura è resa tanto più evidente dalle reazioni dei Presidenti delle Regioni che hanno protestato contro un vero e proprio colpo di mano.

Ma andiamo ad esaminare questo provvedimento.

Come sempre si afferma che il federalismo fiscale porterà a dei risparmi. Può essere, ma per chi?

Avanzo una ipotesi: per lo Stato, ma non certo per i cittadini, i quali si troveranno, bene che vada, una partita di giro, ovvero pagheranno la stessa cifra senza avere un tangibile miglioramento dei servizi o un risparmio. Nell’ipotesi peggiore, ovviamente, il cittadino si troverà a pagare di più.

Ma come è possibile? Lo Stato spende di meno, non perché è più accorto, ma perché dà meno servizi ai cittadini, i quali dovranno rivolgersi alle Regioni, le quali già lamentano troppi tagli da parte dello Stato. Non ci vuole una grande fantasia per capire che dovranno aumentare l’imposizione fiscale sui cittadini.

Tutto questo lo si vede se si va a studiare il contenuto del decreto che riporta i seguenti provvedimenti: le Regioni hanno facoltà di aumentare l’Irpef dell’1,4% nel 2013, dell’1,8% nel 2014 e del 3% nel 2015, in compenso non potranno aumentare l’Irpef per i primi due scaglioni di reddito (dipendenti e pensionati) e nemmeno diminuire l’Irap in caso di aumento dell’addizionale Irpef.

In pratica, le regioni possono aumentare l’addizionale IRPEF (penalizzando i cittadini), ma se lo fanno non possono diminuire l’IRAP e quindi penalizzano le aziende.

Si dirà: ma i primi due scaglioni di reddito sono salvi. Vero, ma invito tutti a riflettere sul fatto che gli scaglioni per l’IRPEF vengono conteggiati al lordo di tutte le trattenute in busta paga, quindi con un valore complessivo superiore a quello che viene realmente percepito.

Altro provvedimento riguarda l’IVA dove il governo ha deciso che la compartecipazione regionale “potrà aggirarsi sul 45%”, dunque al livello attuale.

E’ finita qui? Assolutamente no.

Intanto vi è il cosiddetto Fondo di Solidarietà tra le regioni che servirà per i 5 anni successivi al 2014 a rendere meno traumatico il passaggio al federalismo per le regioni che attualmente non hanno i conti in ordine. Il fondo verrà alimentato con una parte dei fondi di compartecipazione dell’Iva, mentre l’attribuzione dell’IVA alle Regioni sarà determinata in base ai consumi sul territorio (penalizzando le Regioni che consumano meno).

Altro punto fondamentale sono le accise su energia elettrica, benzina e prodotti petroliferi che verrano redistribuite sulla base della competenza territoriale di produzione (quindi, ad esempio la Sicilia e la Sardegna verrebbero favorite).

Ma la cosa che veramente fa capire che non si prospetta una riduzione delle tasse per i cittadini, ma anzi un aumento, è quando il provvedimento dichiara che le Regioni potranno mettere nuovi tributi regionali e locali, anche se solo su beni che non sono già tassati dallo Stato.

Quanto scommettiamo che le Regioni troveranno sicuramente un sacco di nuovi beni da tassare?

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

1 Commento

Riforma della legge elettorale? Chi parla di ribaltoni dice cavolate

postato il 5 Ottobre 2010

Spero in convergenza ampia, anche con Pdl e Lega

Mi auguro che sulla possibilità di modificare la legge elettorale ci sia una convergenza ampia, non solo dell’opposizione ma anche del Pdl e della Lega perché è inaccettabile che cinque persone designino mille parlamentari e che, chi alle urne ha il 30%, prenda il 51% dei seggi.
Chi parla di ribaltoni dice cavolate: i ribaltoni non c’entrano niente con la necessità di rifare una legge elettorale più seria e più trasparente che dia finalmente lo scettro ai cittadini.

Pier Ferdinando Casini

3 Commenti

Silvio affossa ogni dialogo, se ha in mente altre forzature non voteremo neanche il Lodo

postato il 3 Ottobre 2010

Pubblichiamo da ‘Repubblica’ l’intervista  a Pier Ferdinando Casini di Giovanna Casadio

«Con queste affermazione altro che riforma! Non ci sono i presupposti, si affossa tutto. Qui siamo sempre all’anno zero. Non si vuole fare la riforma della giustizia ma si persegue la contrapposizione tra politica e magistratura a 360 gradi. L’attacco di Berlusconi è demenziale». Pier Ferdinando Casini è scettico sul futuro delle riforme e sulla tenuta del governo.

Eppure Berlusconi sostiene che la riforma della giustizia è la priorità?
«Un po’ come le affermazioni di grande impegno sulla bioetica vengono contraddette da una barzelletta con bestemmia incorporata, allo stesso modo una riforma della giustizia impegnativa, complessiva, partendo da terni come la separazione delle carriere – questioni complicate su cui noi siamo disponibili al dialogo e al confronto – si azzera e affossa in questo modo. È chiaro che occorre un minimo di rispetto reciproco per imbarcarsi in una operazione tanto grande. Gli insulti contraddicono ogni serietà di proposito». [Continua a leggere]

2 Commenti

Il Governo si prepara a tirare a campare

postato il 30 Settembre 2010


Signor Presidente, questa giornata segna l’epilogo di una stagione caratterizzata dall’odio, dai ricatti, dai dossier, da troppi rancori verso istituzioni e verso uomini colpiti anche nei loro affetti più intimi. Una stagione triste, che speriamo si chiuda oggi, perché ha disgustato gli italiani, alle prese con problemi più seri: disoccupazione, aziende che non riaprono, rifiuti che ricompaiono nelle strade, alluvionati siciliani o terremotati abruzzesi ancora nel dramma, famiglie che vedono assottigliarsi le riserve dei loro risparmi.
Noi continuiamo per la nostra strada, che è quella dell’opposizione repubblicana, che coincide con la strada della responsabilità, che nulla ha a che fare con le strade del trasformismo che a nostro parere sono il cancro della vita democratica. [Continua a leggere]

6 Commenti


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram