Il presidente egiziano Mubarak ha ormai esaurito la spinta propulsiva, e la sua presenza costituisce un tappo allo sviluppo.
Ma l’Europa non ha forza sufficiente per imporgli una scelta e Mubarak non si preoccupa delle dichiarazioni congiunte dei capi di Governo dell’Unione, che parlano con voci separate, si preoccupa soltanto di Obama.
Mubarak è stato in parte una garanzia per l’Occidente, un bastione contro l’islamismo ed ha fatto cose positive.
Ma dopo 35 anni c’è una sfida al cambiamento e, nella vita, quando si passa la misura non si è piu’ credibili.
Pier Ferdinando
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Riprendere il dialogo tra maggioranza e opposizione
La scelta del governo di varare il decreto sul federalismo malgrado lo stop in commissione bicamerale è stata pura irresponsabilità, avventurismo istituzionale.
Questo è il federalismo delle tasse e la strada maestra, dopo il richiamo del Capo dello Stato, è invece quella di realizzare un federalismo virtuoso, riprendendo il dialogo tra maggioranza e opposizione.
Sarebbe drammatico se davvero l’Italia fosse una Repubblica giudiziaria come dice Berlusconi.
Il giudizio sulle sue serate è severo, ma non è un giudizio politico. Quello arriva perché il presidente del Consiglio non ha mai risolto uno dei problemi di cui va parlando da 20 anni: da lui arrivano solo appelli e mai fatti.
La decisione del Capo dello Stato di considerare irricevibile il decreto sul federalismo municipale, senza che il governo abbia riferito alle Camere, rappresenta un atto dovuto. Sarebbe stata una follia prendere una scorciatoia di questo tipo.
La settimana è iniziata con un Berlusconi conciliante che dalle pagine del Corriere della Sera tendeva la mano al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, per intraprendere un percorso di riforme condivise. Bersani, che vede nella proposta del Premier solo un modo di tirarsi fuori dall’angolo, rimanda al mittente l’offerta berlusconiana scatenando però le ire del grande Capo che, bollato il leader del Pd come “insolente”, raduna una specie di consiglio di guerra per scatenare una strafexpedition contro le opposizioni e le toghe rosse la cui organizzazione viene demandata a Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla.
A Palazzo Grazioli i falchi hanno fatto il nido ed è servita tutta la bravura di Giuliano Ferrara per riportare Berlusconi a più miti consigli. La “moral suasion” di Ferrara ha la meglio sulle strategie aggressive delle amazzoni pidielline e il Cavaliere sembra tornare ragionevole e dialogante soprattutto quando nella mattinata di mercoledì arriva il richiamo del Presidente della Repubblica per placare le sterili contrapposizioni. Una nota di Palazzo Chigi attesta il Premier sulla linea del Capo dello Stato, ma è sufficiente qualche ora per trovarsi Silvio Berlusconi al Tg1 sparare a zero sulle “vecchie forze che vogliono tassare gli italiani”.
Forse Giuliano Ferrara non l’ha ancora avvertito che il Capo del Governo è lui. Come ha notato giustamente il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa lo statista Berlusconi è durato appena cinque ore. Cosa ci riserverà il fine settimana? Quale Berlusconi avremo davanti: lo statista o il capo popolo, il riformatore o il lider maximo?
Premier eviti di inventarsi nemici sulla patrimoniale Chi sta al governo ha il compito di fare le cose, non di scrivere articoli inventandosi nemici su proposte inesistenti.
Berlusconi eviti di inventarsi che la sua battaglia è contro la patrimoniale, perché sarebbe una battaglia santa se qualcuno la volesse, ma non mi risulta che ci sia una proposta in Parlamento. Berlusconi è al governo e ha avuto tre anni di tempo per fare le cose che oggi riscopre, come le liberalizzazioni che ha bloccato o che ha fatto in modo del tutto insufficiente.
Se vuole cominciare a lavorare lavori, invece di scrivere sui giornali.
Pier Ferdinando Casini ospite di “Che tempo che fa”
Nessuno è al di sopra dei giudici e chi vince le elezioni non è il padrone di un Paese, non può fare quello che vuole, chi vince deve governare. Non è un compito facile, ma non si può andare avanti per proclami e finora il governo ha fatto pochissimo. Intanto Berlusconi si è barricato nel palazzo. Benissimo, è suo diritto, ma col tempo la gente smette di credere alle favole.
Per la nascita del Terzo Polo la questione della leadership non deve essere determinante, perché se costruiamo una cosa nuova attorno ad una persona facciamo quello che rimproveriamo agli altri.
Quando non ci sarò più io l’Udc andrà avanti: i cimiteri sono pieni di gente che si riteneva indispensabile.
Se Berlusconi, con i suoi comportamenti e il governo paralizzato, è il nuovo, lo ringrazio di avermi definito vecchio. Anzi, fiero di essere paleolitico.
Pier Ferdinando
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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