Tutti i post della categoria: Politica

I cattolici chiedono un cambio, la politica non si nasconda

postato il 19 Ottobre 2011

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘Il Messaggero’ di Carlo Fusi

Pier Ferdinando Casini plaude alle conclusioni del convegno di Todi: «I cattolici chiedono un cambio, la politica non si nasconda». Il leader dell’udc critica Berlusconi e Alfano che rivendicano l’esclusiva della rappresentanza dei valori cristiani e anzi avverte: «La fine del berlusconismo non l’ha decretata la Chiesa bensì i fatti». L’ex presidente della Camera rivendica la vittoria in Molise e quanto alle riflessioni di D’Alema osserva: «Nel Pd matura una sensibilità importante che conforta sul futuro». [Continua a leggere]

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Chi ha paura dei cattolici?

postato il 16 Ottobre 2011
Domani a Todi personalità del mondo cattolico si troveranno per discutere del futuro dell’Italia.
Vedendo le reazioni di tanta parte della politica, una domanda si pone: chi ha paura dei cattolici?
La risposta è semplice: tutti coloro che si rallegrano di un Paese allo sfascio, e tanti nella politica, vorrebbero che tutto rimanesse come è.
E allora noi ci sentiamo di dire agli amici di Todi: grazie e avanti! 

Pier Ferdinando

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Il premier non è all’altezza del suo compito

postato il 16 Ottobre 2011

Distanza siderale dai problemi dei cittadini

Monti ha ragione: chi governa non è all’altezza dei propri compiti. Ad avvalorare questo giudizio sta il fatto che subito dopo la fiducia il governo si è affrettato a fare quattro nuove nomine.
C’è una distanza siderale con il Paese, che si aspetta piuttosto che il governo si occupi dei problemi dei cittadini e non dei propri per rimanere in sella.

Pier Ferdinando

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Legge elettorale, ridare ai cittadini possibilità di scelta

postato il 16 Ottobre 2011

La riforma della legge elettorale non è un problema di destra, di sinistra o di centro. Se vogliamo riconciliare la politica ai cittadini dobbiamo restituirgli la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.

Pier Ferdinando

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Personalità forte o voto, non c’è una terza via

postato il 15 Ottobre 2011

Non abbiamo mai proposto un governo di ribaltone, abbiamo detto che il Paese sta andando a ramengo e abbiamo il dovere di salvarlo. Tutti devono fare un passo indietro, lo deve fare Berlusconi e lo dobbiamo fare noi.
Dobbiamo essere disponibili a prendere una personalità sperimentata, autorevole, che ci garantisca internazionalmente e che possa guidare il Paese fuori dalla crisi anche con ricette impopolari.
Oltre a questa strada, che Berlusconi rifiuta, c’è quella delle elezioni. E’ la via che hanno scelto gli spagnoli e che sta restituendo credibilità a Zapatero.
Noi, purtroppo, stiamo andando invece verso una terza soluzione: quella di una nave che va senza guida, per forza di inerzia, senza idee, senza progetti, senza prospettive per il futuro.

Pier Ferdinando

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Niente dimissioni, non siamo inglesi.

postato il 15 Ottobre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

«Ho colpevolmente permesso che venissero sorpassati i confini che separano gli interessi personali dalle attività del governo». Queste parole, purtroppo, non sono di Silvio Berlusconi madel ministro della difesadel Regno Unito Liam Fox che ha ritenuto opportuno lasciare la guida del dicastero dopo essere stato messo sotto accusa dalla stampa – soprattutto dal Guardian – per via del ruolo controverso ricoperto dal suo amico e testimone di nozze Adam Werritty negli affari del ministero. Il povero Fox ha avuto solo la sfortuna di nascere in Inghilterra, perché se fosse nato in Italia non solo avrebbe potuto portarsi in giro il suo amico come un qualsiasi Lavitola, ma in caso di necessità avrebbe potuto perorare presso i commissariati di polizia la causa di presunte nipoti dell’ex rais egiziano Mubarak e sarebbe stato salvato dal Parlamento dalle grinfie di magistrati e giornalisti brutti, sporchi e cattivi. Ma a Londra l’aria è diversa e così Fox è stato costretto alle dimissioni. Se a Londra la volpe viene impagliata a Roma il lupo perde il pelo ma non il vizio e così dopo l’ennesimo rocambolesco voto di fiducia, non si parla assolutamente di dimissioni, anzi Silvio Berlusconi, l’uomo che fa sembrare Liam Fox soltanto un bambino birichino, ha pensato bene di premiare ancora una volta quanti si sono prontamente impegnati, non sempre limpidamente, per garantire la sopravvivenza dell’esecutivo. I beneficiati con posti di viceministro sono l’ex finiana Catia Polidori, che il 14 dicembre fu determinante con il suo cambio di casacca per salvare il governo, e Aurelio Misiti ex Idv ed ex Mpa che aveva votato contro la perquisizione negli uffici del ragioniere di fiducia del Cavaliere. A questi si aggiunge Pino Galati che diventa sottosegretario grazie ai “mal di pancia” di Mario Baccini. Niente dimissioni, non siamo inglesi verrebbe da dire e ci sarebbe anche da ridere confrontando le nostre infornate ministeriali con le dimissioni di Fox se nello stesso Consiglio dei ministri che ha lanciato nell’empireo del potere altri peones non si fosse approvato il ddl stabilità con una incredibile  pioggia di tagli: alla polizia (60 milioni in meno tra il 2012 e il 2013), alle spese di vitto per guardia di finanza e carabinieri (tre milioni in meno), ai monopoli di Stato (50 milioni in meno a partire dal prossimo anno), agli istituti di previdenza come Inps, Inpdap e Inail, e ancora nel settore della scuola, dove i distacchi, i permessi e le aspettative saranno ridotti del 15%, e si taglia la figura del dirigente scolastico per quegli istituti autonomi al di sotto dei 300 studenti. Ciliegina sulla torta: un miliardo di euro in meno anche alla voce destinata all’edilizia sanitaria, cioè agli ospedali. E mentre si tagliava di qua e di là il ministro Romani è riuscito anche a perdere i fondi per la banda larga. L’ultima versione della legge di stabilità uscita dal consiglio dei ministri conferma che le telecomunicazioni perdono la quota dell’extragettito dell’asta per le frequenze che invece era inizialmente destinata al settore.Non vi allarmate però se questi tagli vi mettono in difficoltà, in fondo qualche altro posto da sottosegretario ci potrebbe scappare e potete anche portare tranquillamente un vostro amico. Mica siamo inglesi.

 

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Berlusconi abile solo col pallottoliere e insensibile ai problemi del Paese

postato il 14 Ottobre 2011


Berlusconi è l’ultimo dei mohicani, l’unico a credere che 316 voti gli risolvano i problemi. Oggi ha ottenuto la fiducia, ma è una vittoria di Pirro, perché nulla lascia presagire che da domani riuscirà a governare.
Questo governo si regge su una contabilità politica che non risponde ad una capacità di risolvere i problemi dell’Italia. E intanto la strategia del presidente del Consiglio è sempre più chiara: reggere ancora qualche settimana per arrivare allo scioglimento anticipato delle Camere e andare al voto nel 2012.

Pier Ferdinando

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Governo assente e distante dal Paese

postato il 13 Ottobre 2011

Conferenza stampa alla Camera dei Deputati.


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Una mattinata d’ordinaria inutilità

postato il 13 Ottobre 2011

Quella di oggi alla Camera dei Deputati è stata una giornata d’ordinaria inutilità, come le tante altre che ormai si susseguono stancamente e ininterrottamente da quando Berlusconi è a Palazzo Chigi. In un’aula abbandonata dalle opposizioni e presidiata da una maggioranza ridotta a claque mal pagata, Berlusconi si è presentato ancora una volta come alfa e omega della politica italiana e come un disco rotto ha recitato la consueta litania (i cronisti la sanno a memoria) delle riforme da fare. Un momento di rara tristezza reso ancora peggiore dalla coreografia grottesca: Bossi afflitto da una crisi di sonno, i deputati di centrodestra che fotografano i banchi vuoti della sinistra, e peones di ogni risma che animano, se così si può dire, un dibattito lunare privo di alcun senso.  La mattinata di vuoto pneumatico si esaurisce da sola, le regole parlamentari impongono però altre 24 ore di vuoto prima di votare la fiducia. Il tempo e lo spazio sembrano svaniti nell’aula parlamentare, ma l’orologio in cima al Palazzo di Montecitorio sembra con le sue lancette additare i parlamentari che abbandonano la Camera dopo la mattinata di ordinaria inutilità: “pereunt et imputantur”, le ore passano e vi vengono addebitate.

Adriano Frinchi

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Il compito dei cattolici in politica: ricercare e chiedere la sapienza

postato il 13 Ottobre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Rocco Gumina

In queste ultime settimane alcuni interventi, in diverse circostanze, di Benedetto XVI, del Cardinale Angelo Bagnasco, di Mons. Mariano Crociata hanno permesso alla comunità ecclesiale italiana, all’intera società, una riflessione sui valori fondanti dell’agire politico per il servizio degli uomini, della città. Il Sommo Pontefice nel suo discorso al Bundestag (Parlamento tedesco) ha richiamato la figura del giovane re Salomone, il quale dinanzi alla possibilità di chiedere a Dio qualsiasi cosa, desidera ricevere, possedere la sapienza per poter rendere giustizia al popolo d’Israele e sapere distinguere il bene dal male. Nella nostra storia, con la nostra condizione socio-politica occorre chiedersi con fermezza quale valore possa avere questo racconto biblico: cosa significa per un politico a qualsiasi livello operi? Cosa significa questo per un cittadino? E per un credente che senso ha la scelta di Salomone? Certamente nell’Italia, nell’Europa di questo nostro tempo non ci sono più imperatori o governanti che possono ostacolare o addirittura vietare la professione della fede o più laicamente lo sviluppo integrale dell’uomo e delle comunità umane, magari minacciando la condanna a morte o la detenzione, come accadeva nei primi secoli ai cristiani. Ma forse è presente nei palazzi del potere e in diversi strati della società quella tendenza, consapevole o meno consapevole, a non colpire direttamente, ma a uccidere con i soldi, con la gestione del denaro, con la capacità di trovare in qualsiasi situazione il compromesso, il ricatto morale, il gioco al ribasso. Chiedere e ricercare la sapienza, per un politico e per un cittadino credente o non, vuol dire promuovere la giustizia, ricercare il bene comune, agire con responsabilità nei confronti degli altri e delle cose di cui si è guida o rappresentante, sostenere l’educazione integrale delle future generazioni, dare impulso alla legalità. Solo così, per dirla con La Pira, possiamo ricomprendere e vivere l’impegno politico, nei partiti o da cittadini, come un sforzo a radunare prudenza, fortezza, giustizia e carità: solo e radicalmente così possiamo ritenere che la politica non sia una cosa brutta o non seria. La politica è una cosa serissima poiché si occupa dell’uomo in vista dell’uomo. Capiamo bene, dunque, che la capacità di sapere discernere tra il bene e il male e la possibilità di promuovere la giustizia per la propria gente sono realtà molto gravi e urgenti in tutti i tempi, specialmente in questa ora.

Ecco perché il Cardinale Angelo Bagnasco afferma, all’apertura dell’ultimo consiglio permanente della CEI, che c’è bisogno di purificare l’aria, di dare la scossa, di imprimere il cambiamento in un contesto che appare come uno stagno dove l’acqua è immobile e puzza. Ovviamente il “solo” riscontrare lo stato delle cose non sostiene la svolta, ma aiuta a capire che c’è un’Italia che vuole tornare a faticare, a chiedere la sapienza, a credere al futuro della nostra splendida penisola, mettendo da parte lo scontro e un linguaggio e dei modi da società incivile, per reggere nel futuro e nel presente riscoprendo l’austerità, la sensibilità per la verità, la moderazione, l’equilibrio, la forza e dei partiti (che vanno riformati e dunque rinnovati dall’interno) e dei movimenti civici (i quali non possono e non devono supplire al ruolo dei partiti nella nostra società), delle associazioni laiche e cattoliche.

I cattolici impegnati sia nella politica che nella società sono, quindi, interpellati per continuare a servire la nostra Italia con sapienza e con la capacità di distinguere il bene dal male, potendo sostenere un’idea di centro intesa non come luogo politico equidistante da destra e sinistra, ma come area in grado di avere una rinnovata visione per lo sviluppo del nostro Paese basandosi sulla Dottrina sociale della Chiesa, in grado di ritrovarsi insieme non solamente per le “battaglie” di natura etica, ma anche per molto altro, in grado di non essere autoreferenziale, ma capace di attrarre altre e diverse forze politiche e sociali. Cattolici che devono cominciare o tornare ad essere portatori di quella verità politica che continua ad esistere anche se un voto a maggioranza neghi l’evidenza, poiché la verità, anche se sconfitta per qualche voto, continua a svolgere la sua funzione. E bene ha fatto mons,. Mariano Crociata, nella conferenza finale del consiglio permanente della CEI, a ribadire che i vescovi italiani non hanno alcuna intenzione di sfiduciare questo governo per promuoverne altri, ma hanno invece la più radicale convinzione di sorreggere un cammino di rinnovamento morale nella società e quindi anche nella politica in Italia.

La crisi economica, accentuatasi maggiormente nei mesi estivi, ci ha mostrato ancora una volta che i problemi si possono risolvere con una buona politica, e che oggi nel nostro Paese abbiamo disperatamente bisogno di vera politica che guardi con attenzione ai giovani e alle famiglie, che eviti le improvvisazioni e i tentativi, solo giornalistici, di spallata o di cambiamento. Abbiamo bisogno di uomini e di donne, di cittadini italiani, di credenti e non, i quali osino chiedere e ricercare la sapienza per ben servire la comunità con giustizia.

 

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