postato il 11 Febbraio 2012
“A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” diceva Giulio Andreotti citando un anonimo porporato, ma bisogna fare attenzione perché lo “spesso” non vuol dire “sempre”. Lo hanno scoperto, a loro spese, la deputata dipietrista Silvana Mura e il capo ufficio stampa di Sel Paolo Fedeli che su Twitter sibillini hanno chiesto conto del silenzio dell’Udc su un questionario del settimanale Oggi sui bilanci dei partiti.


Purtroppo per Mura e Fedeli i tweet sono stati intercettati da Roberto Rao, deputato dell’Udc, che ha spento qualsiasi esercizio dietrologico con un tweet dalla disarmante semplicità:

Le risposte al questionario di Oggi ( o visto il ritardo sarebbe il caso di chiamarlo “Domani”?) sono consultabili sul sito internet dell’Unione di Centro. E Silvana Mura, con molto fair play, ha subito preso atto della risposta di Rao, chissà se Gullace su Oggi rimedierà quanto prima. Possiamo solo parlare di #udctrasparente.
Questi il tweet di Rao di ieri, e il RT della Mura:


postato il 10 Febbraio 2012
Governo, sindacati e Confindustria stanno lavorando bene
Il posto fisso è una grande conquista, per chi riesce ad averlo. Il governo, i sindacati e Confindustria stanno lavorando bene ed è giusto che ci sia una certa riservatezza, anche nella trattativa e nei contenuti. Il mercato del lavoro deve essere reso più giusto: no alla precarietà permanente, no ai licenziamenti facili e discriminatori. Sì invece alla flessibilità, sì alla possibilità delle aziende di fare le ristrutturazioni necessarie. Sono questi i presupposti per una stagione di nuova occupazione.
Pier Ferdinando
postato il 10 Febbraio 2012
L’Italia in due mesi è tornata al centro della politica internazionale, fondamentale in Europa e nel rapporto con gli Stati Uniti. Le nostre parole non contano, contano i fatti e i simboli. Le cose che tutti gli italiani hanno visto: abbiamo un presidente degli Stati Uniti che guarda all’Italia e pensa che possa svolgere un ruolo fondamentale in Europa.
Pier Ferdinando
postato il 7 Febbraio 2012
Pier Ferdinando Casini ospite di 8 e mezzo: Chi vuol far fuori Casini? .
Ospite della trasmissione condotta da Lilli Gruber, con Stefano Folli.
postato il 6 Febbraio 2012
La stagione dell’uomo solo al comando è finita. Serve un partito della Nazione che sappia prospettare il futuro andando oltre il governo Monti, moderati e riformatori insieme. Se qualcuno pensa che il presidente del Consiglio, che sta facendo le cose che da anni sollecitiamo, in un anno e mezzo risolverà i problemi italiani è sulla luna: questa tipologia di governo di armistizio deve durare quattro-cinque anni.
Pier Ferdinando
postato il 6 Febbraio 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
Davanti alla penosa vicenda dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi ci sono due reazioni deprecabili tanto quanto il reato commesso: la prima è liquidare la vicenda con un tristemente famoso “è un mariuolo isolato” e continuare a far finta di niente, la seconda è buttarla nella solita cagnara populista con tanto di Banda Bassotti di contorno come fa il Fatto Quotidiano. Minimizzare e abbandonarsi al furor giacobino sono due reazioni opposte ma che hanno il medesimo risultato: non cambiare niente. Il recente passato ne è una testimonianza: tanto baccano all’indomani di Tangentopoli e poi, fatto passare un po’ di tempo, si è tornati a rubare meglio e più di prima.
Cosa fare per evitare nuovi casi Lusi? E’ sufficiente intervenire nuovamente sul finanziamento pubblico ai partiti? E’ importante dire subito che non bastano piccole modifiche o soluzioni provvisorie, ma oggi più che mai occorre affrontare il problema della regolamentazione giuridica dei partiti. Per far ciò occorre mettere mano all’articolo 49 della Costituzione che risente ormai del mutato quadro storico-politico; in altri termini è necessario salvare i partiti o meglio restituirgli dignità. Restituire dignità ai partiti significa ridare a questi quel ruolo di raccordo fra i cittadini e le istituzioni, che è fondamentale in una democrazia pluralista e che, proprio per questo motivo, non può più essere sottratto ad una regolazione dei partiti in forme autenticamente democratiche ed aperte al controllo dell’opinione pubblica e della legge. I partiti devono rinunciare ad una parte del loro arbitrio, subordinandosi a regole certe e trasparenti, devono altresì tornare a svolgere la loro funzione nella democrazia italiana, ritornando ad essere autenticamente soggetti democratici subordinati a regole certe e trasparenti mediante la pubblicità dei loro statuti e soprattutto dando reale potere ai loro iscritti ed elettori. Una operazione di questo genere oltre che necessaria è richiesta dall’Europa, infatti il diritto comunitario prevede che un partito politico a livello europeo per accedere ai finanziamenti debba avere personalità giuridica nello Stato membro in cui ha sede.
Già don Luigi Sturzo che della lotta alla partitocrazia, una delle tre «malebestie» che già allora inquinavano la democrazia italiana con lo statalismo e l’abuso del denaro pubblico, ne aveva fatto una battaglia e propose nel 1958 un disegno di legge per dare ai partiti, allora come oggi mere associazioni di fatto, una personalità giuridica attraverso il deposito dello statuto alla cancelleria del tribunale civile del luogo in cui hanno sede legale, ed obbligarli ogni anno a presentare alla stessa il rendiconto delle entrate e delle uscite. Altra regolamentazione prevista da Sturzo era la rendicontazione delle spese elettorali dei candidati davanti al tribunale.
Ma non è necessario andare al 1958 per trovare qualche buona soluzione ai problemi della partitocrazia senza partiti, sarebbe sufficiente riprendere in mano, anche semplicemente per aprire un ragionamento, sul ddl n. 2416 presentato dal senatore Gianpiero D’Alia e dal senatore Marco Follini nell’ottobre 2010. Il disegno di legge del presidente del gruppo Udc-Autonomie e del senatore del Pd è articolato in 10 articoli che qualificano i partiti come associazioni riconosciute con personalità giuridica, definiscono i requisiti di “democraticità” e modalità per essere riconosciuti, stabiliscono non solo un tetto alle spese elettorali e la nominatività dei titoli appartenenti al partito ma anche una commissione ad hoc presso il Ministero dell’interno per il controllo di tali spese, con la possibilita` di controllare e di conoscere i bilanci dei partiti politici e le spese sostenute. C’è dunque abbastanza materiale per ragionare, per discutere ma soprattutto per intervenire in questa materia delicata non solo per evitare altri casi Lusi, ma anche per salvare i partiti. E i partiti si salvano soltanto se si rivitalizza il rapporto fra cittadini e partiti.
postato il 3 Febbraio 2012
Non è possibile sostenere l’esecutivo su provvedimenti come lavoro e liberalizzazione e su tutto il resto essere in libera uscita. Ci deve essere una omogeneità della maggioranza anche su altri temi, a partire da giustizia, riordino delle amministrazioni e degli enti locali, e dalle altre grandi questioni aperte nel Paese.
Il comune impegno preso dopo l’incontro di ieri sera con il premier Monti è di procedere non in ordine sparso, ma in piena sintonia su tutto.
Pier Ferdinando
postato il 3 Febbraio 2012
Dobbiamo tenere presenti non solo i disoccupati organizzati che protestano, ma anche le migliaia e migliaia di giovani silenziosi che stanno a casa perché non trovano un’occupazione. Bisogna fare di tutto perché questi giovani non siano precari permanenti e disoccupati permanenti, con maggiore flessibilità e possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro e tenendo presente che il famoso posto fisso forse farebbe più piacere a tutti, ma non è possibile garantirlo a tutti.
Pier Ferdinando