Tutti i post della categoria: Politica

Sicilia: l’alleanza progressisti-moderati vince

postato il 29 Ottobre 2012

La Sicilia ha sempre anticipato le scelte della politica nazionale e anche in questo caso ci ha detto una cosa chiara e semplice: che l’unico antidoto all’antipolitica e alle derive populiste è un rapporto tra progressisti e moderati.
L’ Udc è il perno di un’area più vasta che coinvolge e riguarda anche la società civile, e questo ci incoraggia ad andare avanti come già abbiamo fatto a Stresa, perché con l’astensionismo e l’antipolitica sappiamo che non siamo sufficienti da soli.
Complimenti a Crocetta che ha saputo intercettare un voto importante: sarà un ottimo presidente, come era stato un ottimo sindaco.

Pier Ferdinando

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La vera partita da vincere comincia adesso

postato il 29 Ottobre 2012

di Giuseppe Portonera

Qualche mese fa, su questo sito, pubblicai un articolo, descrivendo quello che – a parer mio – serviva davvero alla Sicilia per uscire dal pantano in cui anni e anni di cattiva gestione delle risorse l’avevano cacciata. Non era ancora certo che saremmo tornati alle urne, ma concludendo il pezzo osservavo che: “in un momento di stringente crisi come questo, i rubinetti sono destinati a chiudersi, bruscamente. Questo vuol dire che se arriveremo impreparati a quel momento, continuando magari allegramente a spartire posti e incarichi di sottogoverno, il default sarà assicurato. La scelta sta a noi. Diciamo basta alla Sicilia-Crono che divora i suoi figli e agli interventi palliativi per pony: diamo avvio a una seria cura da cavallo, per rimettere in sesto la nostra terra”. Il “mio” programma minimo di buon governo constava di pochi ma fermi punti: in primis, una gestione migliore dei fondi pubblici (che passa, inevitabilmente, per un taglio netto alla spesa pubblica); in secundis, la richiesta alla politica di decidersi, una volta per tutte, a fare il proprio mestiere, che non è quello di essere onnipresente e invadente, ma di lasciare libero campo d’azione all’iniziativa privata dei cittadini siciliani.

Ieri, nella mia Sicilia, si è votato per il rinnovo dell’Assemblea Regionale e per l’elezione diretta del Presidente della Regione. Dai risultati dello scrutinio – che, mentre scrivo, non è ancora concluso: un abbraccio fortissimo agli organi a questo proposti, per la loro celerità – si profila una vittoria, netta, del candidato Rosario Crocetta, sostenuto da un’alleanza di centrosinistra (riformista) tra Pd e Udc (salutateci anche gli amici di SEL e IDV). Prima notazione: è una vittoria “netta”, per una serie di ragioni che elencherò in seguito, ma non è di certo “totale”. Crocetta ha vinto superando di poco il 30%, non avrà una maggioranza solida all’ARS e il dato altissimo dell’astensionismo è comunque una sconfitta, per tutti. Perché, allora, ritengo la sua una vittoria “netta”? Primo, per il profilo personale del candidato: Crocetta è stato un sindaco amato e discusso e ha unito e diviso con la sua ferma e coraggiosa battaglia per la legalità. Secondo, per le modalità con cui questa vittoria è stata conseguita: Crocetta, e i partiti che lo hanno sostenuto, hanno giocato tutto in rimonta, affrontando un candidato di centrodestra dato per vincente sin dall’inizio della campagna elettorale e smontando un blocco politico ritenuto, fino a qualche tempo fa, solidissimo. Terzo, perché – fidatevi, è così – Crocetta ha vinto la sfida con Grillo (ci perdonerà Giancarlo Cancelleri, che ci è parso tuttalpiù un semplice avatar): l’affermazione del M5S c’è stata, innegabile, ma il suo candidato presidente è arrivato terzo e gli elettori siciliani hanno preferito un ex sindaco che gira la Sicilia a spiegare il proprio programma sui palchi a uno che attraversa lo stretto a nuoto e catalizza tutta l’attenzione esclusivamente su di sé (non è un caso, infatti, che l’exploit del M5S sia conciso con il tracollo del PDL: finite le prebende, il richiamo dei caudilli si fa irresistibile). Quarto, perché gli artefici di questa vittoria siamo anche e soprattutto noi, che abbiamo fatto una grande scelta di responsabilità (rinunciando a presentare un nostro candidato e stringendo un’alleanza di buon senso) e che per questo siamo stati premiati dall’elettorato: chi di voi avrebbe scommesso i suoi two cents sul fatto che l’Udc, il partito dato per scomparso dopo la scissione dell’ottobre di due anni fa, oggi avrebbe riconfermato i suoi voti e sarebbe diventato forza di governo?

Concediamocelo: quello di oggi è stato un piccolo capolavoro politico. Sarebbe potuto venire meglio, sicuramente. Ma siamo soddisfatti di quanto abbiamo fatto, anche perché siamo consapevoli che la vera partita comincia adesso. E, per quanto ci riguarda, comincia dal programma minimo di cui sopra: la Rivoluzione, che faceva da leitmotiv alla nostra campagna elettorale, dovrà essere vera, dirompente, liberatoria. Dovrà essere una Rivoluzione del merito e della legalità, della bellezza e della libertà, dell’impegno e del lavoro. Solo così, solo liberando e riformando in profondità la nostra Regione, potremo dirci veramente soddisfatti e vincenti.

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La politica non ha bisogno di ricatti

postato il 28 Ottobre 2012

I moderati non metteranno a rischio la tenuta del Paese

Berlusconi in 24 ore è passato dagli elogi al governo Monti agli attacchi e alle minacce di farlo cadere in Parlamento. La politica non ha bisogno di questi ricatti e io penso che se il presidente Berlusconi andrà dritto per questa strada si troverà solo, perché c’è una grande parte di moderati, di persone per bene anche all’interno del Pdl, che non saranno disponibili a mettere a repentaglio e a rischio la tenuta del Paese.

Pier Ferdinando

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La Lista per l’Italia non sarà emanazione di un partito

postato il 27 Ottobre 2012

Vanno coinvolte migliori espressioni della società civile

La Lista per l’Italia non potra’ essere emanazione di un partito ma espressione unitaria di una volonta’ di cambiamento che il Governo Monti ha introdotto per rigore di comportamenti, visione europea, richiamo alla responsabilita’ ed al senso del dovere. Coinvolgere accanto alla politica che ha sostenuto il presidente del Consiglio anche le migliori espressioni della societa’ civile e’ l’unico terreno di incontro possibile per moderati e popolari. L’unita’ non si costruisce su slogan ma solo su scelte politiche precise che creino discontinuita’ col recente passato e colgano il bisogno di rinnovamento che sale dal Paese. Noi non ci sottrarremo, e auspichiamo anche dalle primarie del Pdl risposte nette e chiare.

Pier Ferdinando

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“Il Pdl ora non ha più alibi, scelga tra il populismo e Monti”

postato il 26 Ottobre 2012


Pubblichiamo da ‘Il Messaggero’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Alberto Gentili

Onorevole Casini, lei ha sempre detto: via Berlusconi e uniamo i moderati. Perché adesso dice che non rinuncia alla Lista per l’Italia e non si alleerà con il Pdl?
«Ho sempre detto che la premessa di ogni dialogo produttivo tra moderati fosse che chi li aveva divisi si facesse da parte. Non ne ho mai fatto un problema personale con Berlusconi, ho sempre sollevato una questione politica. Oggi la strada è aperta a un confronto serio sui contenuti. Ma populismo e promesse fiscali non fanno parte del codice genetico di un popolarismo europeo che rifiuta la demagogia e si pone il problema della responsabilità e del governo del Paese. Spero che al centro delle primarie del Pdl ci sia una risposta chiara e netta su questi punti. Faccio degli esempi: sul federalismo pensano che la strada imboccata fosse quella giusta? Sul tema della giustizia non c’è nessuna autocritica da fare? Ecco, questi sono i nodi importati che il Pdl dovrà sciogliere davanti agli italiani. E noi certamente non saremo indifferenti a come verranno sciolti. Per essere ancora più chiaro: sono loro a non avere più alibi. Fino a ieri dietro a Berlusconi si nascondevano tutti. Ora quale politica farà il Pdl? Quale rapporto avrà con il governo Monti?».

Il chiarimento, diceva, arriverà dalle primarie.
«Già. Ma le primarie sembrano anche un tentativo disperato di arrestare il tempo. Non demonizzo le primarie, sono pur sempre uno strumento di democrazia, noto però una contraddizione: cosa rappresentava l’epoca del berlusconismo? L’idea dell’uomo solo al comando e del plebiscitarismo? Oggi che è finita quell’epoca, cosa significa la legittimazione dei gazebo? Sembra quasi che il rito salvifico delle primarie serva per lasciare le cose com’erano». [Continua a leggere]

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Noi faremo la ‘Lista per l’Italia’

postato il 24 Ottobre 2012

Ospite del Tg1

Alle elezioni si presenteranno il Pdl, il Pd, la lista per l’Italia e Grillo. Noi faremo la lista per l’Italia. Dopo Monti per noi c’è Monti.
Berlusconi è un uomo intelligente che ha capito che non poteva candidarsi a Palazzo Chigi. Credo avesse ben chiara la percezione di quello che è oggi il suo rapporto con il Paese….
Ora il Pdl faccia autocritica sui propri errori: con il Governo del Pdl rischiavamo la deriva greca.

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Ospite di ‘Porta a porta’

postato il 23 Ottobre 2012
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La legge di stabilità sarà modificata

postato il 22 Ottobre 2012

Monti disponibile fermo restando i saldi invariati


La preoccupazione del presidente Monti e’ che i saldi rimangano invariati e che gli sforzi enormi fatti dagli italiani non vengano messi a rischio. E noi siamo d’accordo con lui. Abbiamo esaminato assieme i contenuti della legge di stabilità  e  Monti si è mostrato senz’altro disponibile: noi apprezziamo l’idea del governo di procedere a un abbassamento dell’Irpef. Ma il governo non puo’ rischiare di compromettere oggi i grandi risultati ottenuti in Europa. Non possiamo compromettere l’equilibrio dei conti e temiamo che l’abbassamento dell’Irpef, insieme alle detrazioni, rischi di penalizzare le famiglie monoreddito con figli. Per questo abbiamo ipotizzato al presidente Monti un percorso che parta da qui, salvando i mutui per la prima casa.

Pier Ferdinando

 

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Avanti con Monti verso gli Stati Uniti d’Europa

postato il 17 Ottobre 2012

Dopo anni di colpevoli ritardi finalmente siamo tornati al centro della scena europea grazie a Monti, che noi abbiamo voluto e che siamo impegnati a sostenere non solo oggi ma anche domani. Le riforme messe in campo dal governo, dolorose ma indispensabili, sono una condizione irrinunciabile per riacquistare il rispetto in Europa e contribuire alla scelte decisive che vanno fatte.
Troppe volte i politici nazionali, per non assumersi responsabilità del proprio governo, hanno scaricato sull’Europa la scelta di imporre ai cittadini politiche di sacrifici. Ma se oggi l’Europa si ferma è perduta. Bisogna andare avanti a grandi passi verso la federazione degli Stati uniti d’Europa, solo così si potranno battere i populismi, la demagogia e gli estremismi, compresa l’antipolitica.

Pier Ferdinando

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Legge di stabilità va rivista, salvaguardare diritti dei contribuenti

postato il 13 Ottobre 2012

Crediamo che questa legge di stabilità vada rivista, “montismo” non è mutismo. Il governo ha fatto una rivoluzione di serietà e introdotto principi di rigore, non possiamo e non vogliamo violare questa rivoluzione ancora una volta dimenticandoci del contribuente e dei suoi diritti: detrazioni e deduzioni non possono essere cambiate retroattivamente in corso d’opera.

Pier Ferdinando

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