postato il 19 Giugno 2009
Avevamo avallato la sua presidenza, ma la politica delle pacche sulle spalle non paga
Dopo le prese di posizione dei tedeschi nei giorni scorsi e le dichiarazioni di oggi di Sarkozy a favore di Busek, purtroppo per l’Italia si profila un eurodisastro.
Nell’ambito del PPE abbiamo avallato la richiesta italiana per la presidenza a Mario Mauro, per la stima verso la persona e per la necessità di salvaguardare sempre l’immagine del Paese e di questo siamo fieri. Ma purtroppo la nostra credibilità in campo internazionale è ai minimi termini e ci dovremo accontentare di qualche incarico di ripiego (o capogruppo PPE o presidenza di qualche commissione). Evidentemente non basta la politica delle pacche sulle spalle del nostro Presidente del Consiglio. Speriamo che in zona Cesarini si possa rimediare, ma il cerchio intorno all’Italia si sta chiudendo. Il primo a pagarne le conseguenze è proprio Mario Mauro e la sua candidatura.
Abbiamo sollecitato Berlusconi ad assumere la tradizionale posizione di supporto “intelligente” a Germania e Francia che, nel bene e nel male, sono la vera locomotiva europea. Al bando inutili velleitarismi, la posizione tradizionale dell’Italia, come è stato fin dall’epoca di Mitterrand e di Kohl, è nel rapporto con queste due grandi nazioni.
Pier Ferdinando
postato il 18 Giugno 2009
Che bello sarebbe un Paese normale…
A Berlusconi che ha definito l’Udc ‘unione delle clientele’…
E’ veramente triste che Berlusconi insolentisca l’UDC che non accetta di tornare alla sua corte. Trattare la gente alternativamente con blandizie e minacce è tipica di una mentalità padronale, una mentalità molto diversa dalla nostra. E’ così difficile parlare ai propri interlocutori con rispetto anche quando si è in disaccordo?
Che bello sarebbe un Paese normale…
L’UDC non era in vendita un anno fa, non lo è oggi e non lo sarà domani.
Pier Ferdinando
postato il 17 Giugno 2009
Berlusconi attacca l’Udc? Lo capisco, è in uno stato di nervosismo comprensibile. Ma non intendiamo seguirlo sul terreno delle offese.
Evocare complotti come ha fatto il premier significa perdere altro tempo, essere fuori dalla realtà. E’ irresponsabile procedere con battute di questo tipo. E’ un’umiliazione continua a cui si sottopongono le istituzioni dello Stato ed è un’umiliazione alla quale si sottopongono anche i cittadini, che hanno ben altri problemi da risolvere.
Pier Ferdinando
postato il 17 Giugno 2009
Casini: in Puglia con il Pd, per noi è un test importante. Siamo equidistanti, a fine legislatura tireremo le somme di Paola di Caro
ROMA -Il segretario Cesa ha commissariato il responsabile cittadino del partito, Luca Ruffino, perché si è permesso di «utilizzare il nome dell’UdC» per esprimere sostegno a Guido Podestà alla provincia di Milano. E conta molto sul risultato dei ballottaggi in Piemonte, Lazio e Puglia, dove i centristi sostengono candidati del Pd. [Continua a leggere]
postato il 15 Giugno 2009
Evocare complotti come ha fatto Berlusconi e indirettamente D’Alema significa perdere altro tempo, essere fuori dalla realtà. Se il presidente del Consiglio ha degli elementi per dire che c’e’ stato un complotto venga in Parlamento e parli al Paese.
E’ irresponsabile procedere con battute di questo tipo. E’ un’umiliazione continua a cui si sottopongono le istituzioni dello Stato ed e’ un’umiliazione alla quale si sottopongono anche i cittadini che hanno problemi loro. Poiché sarei tra coloro che complottano direi che siamo al ridicolo. Pensare che il Governatore della Banca d’Italia complotti significa essere fuori dal mondo, pensare che io che assumo pubblicamente ogni giorno la mia responsabilità di opposizione al governo in Parlamento sia impegnato nel complotto significa avere un’idea fantascientifica della realtà. [Continua a leggere]
postato il 14 Giugno 2009
Un piano eversivo contro Berlusconi? Se il premier ha qualcosa di serio da dire, vada in Parlamento per fare nomi e cognomi e indicare circostanze esatte, altrimenti taccia.
Pier Ferdinando
postato il 14 Giugno 2009

Con Gheddafi abbiamo dato l’immagine di un Paese di cartapesta di Claudio Sardo
«Il bilancio della visita di Gheddafi è desolante per l’Italia e il suo governo. Abbiamo dato l’immagine di un Paese di cartapesta. Ci siamo limitati ad allestire un grande palcoscenico per il leader libico, senza riuscire a contenerne le trovate istrioniche né le sortite propagandistiche. In questo modo la stessa autorevolezza delle nostre istituzioni è stata indebolita». Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, è stato tra i più critici della tre giorni romana di Gheddafi.
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postato il 14 Giugno 2009
Il bilancio della visita di Gheddafi è desolante per l’Italia e il suo governo. Abbiamo dato l’immagine di un paese di cartapesta. Ci siamo limitati ad allestire un grande palcoscenico per il leader libico, senza riuscire a contenerne le trovate istrioniche né le sortite propagandistiche. Per fortuna che Fini ha evitato il peggio, annullando quel convegno dopo un’assurda, insopportabile attesa di due ore. Fini ha avuto anche un altro merito: nel discorso che aveva preparato e che ha deciso comunque di rendere pubblico ha respinto con nettezza le accuse di Gheddafi agli Stati Uniti. Ha detto che gli Usa non possono essere paragonati ai terroristi. Queste cose avrebbe dovuto dirle il nostro ministro degli Esteri. A Gheddafi abbiamo consentito di giocare al gatto col topo, abbiamo dimostrato che puo’ piegarci quando vuole, fancedo leva ora sulla sua forza economica, ora sul ricatto dei clandestini. Queste sceneggiate svelano tutta l’irrilevanza della nostra politica estera.
Pier Ferdinando
postato il 12 Giugno 2009
Mi sento umiliato per come è stata organizzata la visita del presidente Gheddafi in Italia. E’ vero, ci sono degli interessi economici in ballo, ma ogni tanto in politica bisognerebbe anche ricordarsi dei valori e dei princìpi.
Pier Ferdinando
postato il 11 Giugno 2009
Il disegno di legge sulle intercettazioni continua a suscitare polemiche. Mercoledì la maggioranza, compatta, ha espresso la fiducia al ddl: 325 deputati hanno votato sì, 246 i no, 2 gli astenuti. Giovedì l’approvazione per voto segreto, il testo passa ora al Senato.
In sintesi, il disegno di legge prevede la possibilità di effettuare intercettazioni per i reati di mafia e terrorismo, quando esistono “sufficienti indizi di reato”.
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