L’intervista pubblicata su ‘Repubblica’ di Francesco Bei
L’Italia ha ancora davanti «tempi duri». Per Pier Ferdinando Casini non è il momento di « abbandonarsi a una visione illusoria, pensando che i problemi siano ormai alle spalle». Tuttavia, «grazie al successo di Monti a Bruxelles», l’Italia può rialzare la testa. E la prospettiva è quella di «un’alleanza tra moderati e progressisti che prenda il testimone delle riforme nella prossima legislatura». Con un premier che potrà essere del Pd. Oppure lo stesso Monti, che «non si ritirerà certo avita privata».
Dopo il summit Ue i rischi per il governo sono cessati? O bisogna aspettarsi qualche colpo di coda da un Pdl che appare sempre più riluttante nel suo sostegno a Monti?
«I colpi di coda ci possono essere da parte di tutti. Molti, non solo nel Pdl, hanno dato vita all’intesa su Monti pensando soltanto a un escamotage per superare un momento difficile. Per noi invece c’è sempre stata la convinzione che soltanto grazie a un armistizio politico, unito all’autorevolezza del presidente del Consiglio, si potessero risolvere i problemi del paese».
Dunque, passato il Consiglio europeo, ci sono ancora pericoli per l’esecutivo?
«Ora dovremo affrontare la spending review e ci saranno da approvare dei tagli dolorosi. È bene che si sappia: il risanamento è ben avviato, ha consentito a Monti di conseguire un grosso risultato a Bruxelles, ma pensare che i problemi siano finiti è una visione illusoria che può rivelarsi pericolosa». [Continua a leggere]
Nell’approfondimento politico di La7 condotto da Lilli Gruber, con Marco Damilano
Fase delicata, prevalga la responsabilità
È il momento di aiutare il governo italiano nel delicato negoziato europeo che culminerà nel vertice del 28 giugno. Chi rema per l’Italia può, in concreto, fare due cose: approvare una mozione parlamentare unitaria a sostegno del governo ed approvare la legge sul mercato del lavoro prima del vertice europeo.
Mi auguro che prevalga la responsabilità nei partiti che compongono la maggioranza e che non ci siano disertori di fronte all’esigenza di unità nazionale.
Pier Ferdinando
L’intervista pubblicata sul Corriere della Sera di Marco Galluzzo
«Capisco che le Amministrative siano state la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non c’è niente di peggio per un uomo politico che perdere la testa e correre ad abbracciare la demagogia. Intendiamoci, l’antipolitica che Grillo ha portato alla vittoria è un grido disperato contro la cattiva politica e per Pier Ferdinando Casini la vede in questo modo. Sia a sinistra che a destra c’è oggi troppa gente che «sta perdendo la testa», che pensa che a Grillo «si debba rispondere con altra demagogia e con altro populismo». È uno dei tratti della «deriva» del Pdl, ma anche degli errori che rinviene a sinistra.
A chi si riferisce?
«Basta pensare alle ultime polemiche sul terremoto, alle dichiarazioni di Vendola e Di Pietro, a chi pensa che si possano sospendere leggi dello Stato, come l’Imu, a chi ritiene di farsi dettare l’agenda dal popolo di Internet. Guai a pensare che chi è nelle istituzioni possa salvarsi l’anima e ricostruirsi una verginità abbracciando populismo e demagogia, è esattamente il veleno che già da troppo tempo abbiamo iniettato nelle vene del nostro Paese. Almeno questa volta ascoltiamo il Papa, che invita tutti noi a non fare promesse che non si possono mantenere». [Continua a leggere]
Sotto queste fabbriche sono rimasti in tanti; operai e anche datori di lavoro.
Qui c’e’ l’Emilia che produce, l’Emilia che e’ una grande forza per l’intera nazione.
A partire da legge Mancia, dobbiamo destinare subito i soldi possibili.
Pier Ferdinando
Chi ancora si ostina a sottovalutare il momento drammatico che stiamo vivendo, sospeso tra drammi economici e rischi terroristici, dovrebbe riflettere molto seriamente.
E’ il momento dell’unita’ di tutte le persone perbene di questo Paese.
Ammainiamo le bandiere di parte e, come all’epoca del terrorismo, affrontiamo insieme le sfide del presente.
Pier Ferdinando
La lettera al Corriere della Sera in risposta all’editoriale di Panebianco: ‘In politica ci vuole coerenza e serietà’
Caro direttore,
mi dispiace deludere Panebianco ma voglio continuare ad avere le mani libere: libere di scegliere alleanze che facciano il bene del Paese, che parlino agli elettori il linguaggio della verità e della responsabilità dopo anni di populismo, di demagogia fiscale, di finte rassicurazioni.
Libere di non arruolarmi in coalizioni eterogenee già fallite sul campo come l’esperienza dei governi degli ultimi dieci anni ci dimostra. Libere a costo di rischiare, come da solo ha fatto l’Udc alle elezioni del 2008 mentre tutti si arruolavano, di compiere una testimonianza solitaria, all’inizio guardata con incredulità, ma poi rivelatasi decisiva per l’interesse del Paese. Libere di continuare a dire agli italiani che non ci salveremo se le nostre migliori energie saranno impegnate a tenere in piedi improbabili governi di parte, magari tenuti assieme, come in passato, dall’odio o dall’amore verso una sola persona. Libere di poter offrire agli italiani una nuova proposta politica che metta assieme le migliori espressioni della società civile, dell’associazionismo, del mondo del volontariato, insieme a quei politici che hanno dignitosamente fatto il loro lavoro con passione e serietà. [Continua a leggere]